Barbara Lunghi: "Euronext Star Conference 2023 oltre le più rosee aspettative: forte interesse degli investitori a puntare su questo segmento di mercato"

- di: Redazione
 
I numeri dell’evento parlano da soli: 2700 incontri, 63 società “Star” presenti, 250 investitori in rappresentanza di 153 case di investimento, di cui il 53% estere. Ma c’è ancora molto da lavorare, se si tiene conto che l’83% del capitale detenuto da investitori istituzionali nelle società del segmento STAR è in mani estere, mentre gli investitori domestici rappresentano solo il 17% del capitale. E tra gli investitori domestici ci sono grandi assenti come i fondi pensione e le assicurazioni.

Intervista a Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana, Gruppo Euronext

I dati dimostrano il successo dell’edizione 2023 della Star Conference che, ricordiamo, è il momento in cui le società quotate sul segmento STAR di Euronext Milan si incontrano con gli investitori. Qual è la sua valutazione?
È stata una Star Conference ‘robusta’, siamo tornati alle metriche pre-covid. Ricordo che siamo alla 22esima edizione della ‘Star Conference’, un’iniziativa cosiddetta ‘flagship’ che è presente nell’agenda e nel calendario delle società e degli investitori domestici e internazionali. Siamo felici che un’iniziativa che ha questa lunga storia continui a rinnovarsi e avere questo tipo di presenza sia da parte delle società che da parte degli investitori. Ciò è possibile anche grazie ai broker che supportano la Conference: ci sono infatti undici broker che insieme, collettivamente, invitano clienti e investitori per incontrare le società.

Che caratteristiche hanno le società del segmento STAR? Qualcuno le definisce la “crema” delle imprese italiane.
È così, le società STAR sono un ‘asset class’ ormai riconosciuta e riconoscibile dagli investitori domestici e internazionali. Queste società devono aderire a requisiti più stringenti per quanto riguarda le attività e le relazioni nei confronti degli investitori. Sono società che si impegnano sui temi di liquidità con una quota sul mercato maggiore rispetto alle altre società, con un broker che supporta la liquidità del titolo, si impegna a organizzare questi incontri e produce ricerca. Si tratta di società per cui la governance è prioritaria e per cui rispettano determinati requisiti come, ad esempio, la presenza di membri indipendenti nel board. Le altre società quotate sul listino devono anch’esse rispettarli ma in base al codice di autodisciplina, quindi con il cosiddetto ‘comply or explain’, ossia se non vengono soddisfatti i requisiti si deve spiegare il perché. C’è poi un tema di trasparenza informativa: alle società STAR chiediamo di anticipare la pubblicazione dei risultati annuali e semestrali proprio per attrarre l’interesse degli investitori internazionali e non pubblicare i risultati nella fase di affollamento di pubblicazione dei risultati da parte delle società di più grande dimensioni. Quindi liquidità, trasparenza e governance sono i pilastri delle società del segmento STAR e dietro a questi pilastri ci sono requisiti specifici importanti per gli investitori.

Il 2021 è stato l’anno della ripresa post-covid con balzi di fatturato molto importanti per le imprese, il 2022 è stato un anno complicato a causa dei rincari delle materie prime, la politica monetaria ha cominciato a farsi via via più restrittiva ma tuttavia le imprese sono andate bene. Il 2023 si è aperto con una situazione di incertezza, quasi di stasi perché la politica monetaria ha continuato ad essere restrittiva ma forse si comincia a vedere anche la possibilità di un rallentamento nella crescita dei tassi. Ecco, che clima si respira tra gli investitori e le società?
Senz’altro in questo cluster di società ci sono tante interessanti opportunità di investimento. All’inizio dell’anno abbiamo registrato migliori condizioni del mercato e con una minor volatilità dei mercati. Lo abbiamo riscontrato anche sul mercato primario con un inizio anno ricco di quotazioni e con una pipeline robusta per i prossimi mesi. Pertanto, nonostante le incertezze macroeconomiche, in questo contesto si respira un’aria positiva e c’è interesse da parte degli investitori di cogliere le opportunità di investimento.

Un’ultima domanda: l’83% del capitale detenuto da investitori istituzionali nelle società del segmento STAR è in mani estere, mentre gli investitori domestici rappresentano solo il 17% del capitale. Insomma, gli investitori istituzionali sembrano un po’ “allergici” alla Borsa e quindi a favorire il trasferimento del risparmio verso il mondo produttivo. Come mai questa “allergia” e perché invece gli investitori esteri sono molto più presenti sul mercato italiano?

Il pool di liquidità disponibile per l’asset class equity e in particolare per le small cap domestiche è più circoscritto rispetto ad altri paesi dell’Europa Continentale. Questo è certamente un tema su cui riflettere. Poter contare su una base di investitori domestici un po’ più ampia sarebbe incoraggiante. Le società hanno fatto molto per attrarre investitori domestici, irrobustendo la quota di tali investitori come confermano i dati dopo l’implementazione dei PIR.
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