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Daniele Basso, (HBI): “I fanghi non sono un rifiuto, ma una risorsa strategica”

- di: Redazione
 
Daniele Basso, (HBI): “I fanghi non sono un rifiuto, ma una risorsa strategica”

HBI ha sviluppato una tecnologia poligenerativa che rivoluziona il trattamento dei fanghi di depurazione, trasformandoli in fonte di energia, acqua e nutrienti. Nell’intervista col CEO, Daniele Basso, si spiega come questa soluzione, unica nel suo genere, consenta di rispondere in modo efficace alla crisi climatica, alla scarsità d’acqua e agli obiettivi europei di sostenibilità. Si è parlato anche della necessità di una riforma normativa, della collaborazione con utility, enti pubblici e centri di ricerca, del ruolo delle partnership pubblico-private e dell’importanza di una gestione integrata e circolare delle risorse idriche. Un esempio concreto arriva da Bolzano, dove HBI ha sviluppato un modello replicabile a livello nazionale.

Daniele Basso, (HBI): “I fanghi non sono un rifiuto, ma una risorsa strategica”

HBI è all’avanguardia nell’innovazione per il trattamento e il recupero dei fanghi di depurazione. Presidente, quali sono le soluzioni che avete sviluppato per rendere più sostenibile ed efficiente la gestione delle acque reflue in Italia?
HBI ha sviluppato la prima tecnologia poligenerativa per il trattamento sostenibile dei fanghi di depurazione, trasformando i depuratori in bioraffinerie energeticamente autosufficienti. Grazie a carbonizzazione idrotermica (HTC) e gassificazione, il nostro sistema recupera oltre il 90% di materia ed energia, riducendo il rifiuto da smaltire. Estraiamo nutrienti essenziali come il fosforo per l’agricoltura e produciamo energia rinnovabile. La nostra tecnologia certificata ETV elimina i microinquinanti emergenti ed è completamente automatizzata e compatta. I fanghi di depurazione, per loro natura, sono al centro della transizione sostenibile e circolare e possono essere valorizzati come risorsa attraverso il recupero energetico e di materia su cui siamo concentrati in HBI. Siamo un’azienda innovativa a capitale interamente italiano e collaboriamo attivamente con università, centri di ricerca e istituzioni per promuovere soluzioni innovative e un nuovo modello di gestione circolare e sostenibile delle acque reflue e dei fanghi di depurazione in Italia.

Come sta HBI collaborando con altri attori della filiera idrica per affrontare le sfide legate alla scarsità d’acqua e ai cambiamenti climatici?
HBI collabora con utility, istituzioni e centri di ricerca per trasformare la gestione dei fanghi di depurazione in un’opportunità per affrontare la scarsità d’acqua, i cambiamenti climatici e traguardare i target recentemente pubblicati dalla Commissione Europea. Mi riferisco in particolare alla neutralità energetica dei depuratori, all’eliminazione dei microinquinanti emergenti e al recupero di Critical Raw Materials. Inoltre, attraverso la nostra tecnologia, recuperiamo fino all’85% dell’acqua contenuta nei fanghi, riducendo il fabbisogno di risorse idriche fresche. In Italia si producono circa 3,2 milioni di tonnellate di fanghi di depurazione l’anno e circa la metà viene ancora destinato a smaltimento, senza essere recuperato o valorizzato. È quindi prioritario lavorare in ottica di sistema per trovare soluzioni innovative e condivise. Anche per questo partecipiamo alla Community Valore Acqua per l’Italia, contribuendo ad elaborare una nuova visione di filiera per la corretta gestione dei fanghi di depurazione a partire da un aggiornamento normativo che interpreti i fanghi di depurazione come risorsa.

La gestione dell’acqua è un tema cruciale per il futuro del Paese. Secondo lei, quali sono le priorità immediate che l’Italia deve affrontare per migliorare la gestione delle risorse idriche, considerando anche gli impatti del cambiamento climatico?
L’acqua è la più importante risorsa naturale di cui disponiamo e preservarla è una responsabilità di tutti. La gestione delle risorse idriche è una sfida prioritaria per l’Italia, soprattutto di fronte agli effetti del cambiamento climatico. Oltre alla riduzione delle perdite nelle reti e all’aumento del recupero e riuso delle acque reflue trattate, un aspetto chiave è la gestione sostenibile dei fanghi di depurazione, oggi ancora troppo legata allo smaltimento e a pratiche con un forte impatto ambientale. Per questo è essenziale un quadro normativo adeguato ai tempi, chiaro e incentivante, in linea con le direttive UE, che favorisca il recupero di acqua, energia e nutrienti, riducendo la dipendenza e l’impatto che subiamo da discariche e incenerimento. Inoltre, la valorizzazione di materiali critici come il fosforo è fondamentale per la sicurezza idrica e agricola. A questo riguardo occorre l’integrazione della gestione dei fanghi di depurazione da monte a valle della depurazione fino all’agricoltura. HBI, con la sua tecnologia poligenerativa, contribuisce a questo cambio di paradigma.

Il cambiamento climatico sta aumentando la pressione sulle risorse idriche. Quali strategie di adattamento ritiene più efficaci per far fronte a questa crisi, e come possono essere integrate a livello nazionale e locale?
Per affrontare la crisi idrica, l’Italia deve adottare strategie integrate che riducano i prelievi, ottimizzino la gestione delle risorse e superino i gravi ritardi tecnologici nella fase di depurazione. Oltre al recupero e riuso delle acque reflue, è essenziale migliorare il recupero di materia ed energia nei processi di trattamento dei fanghi. HBI promuove un modello innovativo che trasforma i depuratori in bioraffinerie sostenibili, contribuendo alla sicurezza idrica ed energetica. A livello nazionale, servono normative e incentivi per favorire l’adozione di soluzioni circolari, mentre a livello locale è necessaria una migliore sinergia tra operatori e autorità di controllo per integrare rapidamente le tecnologie più avanzate nei depuratori, riducendo in questo modo sprechi e impatti ambientali.”

In che modo la collaborazione tra pubblico e privato può accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile legati all’acqua, e quali sono gli esempi più virtuosi di questa collaborazione in Italia?
Le PPP (partnership pubblico-privato, ndr) sono fondamentali per accelerare l’innovazione e migliorare la qualità degli investimenti nel settore idrico, colmando il divario tra risorse pubbliche limitate ed esigenze infrastrutturali crescenti. Il PNRR ha offerto un’opportunità unica, ma senza procedure più rapide e flessibili rischia di non dispiegare il suo pieno potenziale. Le PPP permettono di condividere il rischio e incentivano investimenti privati in tecnologie innovative, riducendo la dipendenza da discariche e inceneritori. Un esempio concreto è a Bolzano dove HBI ha la sede e tutte le attività di R&D all’interno del NOI Techpark e dove pubblico e privato collaborano allo sviluppo di un impianto di depurazione avanzato con recupero energetico e valorizzazione dei fanghi.

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