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BCE, Lane: "La disoccupazione tornerà a livelli pre-pandemici nel 2023"

- di: Brian Green
 
BCE, Lane: 'La disoccupazione tornerà a livelli pre-pandemici nel 2023'
Philip Lane, capo economista della Banca Centrale Europea, ha parlato in un'intervista rilasciata a Le Monde della situazione nel Vecchio Continente per quanto riguarda il quadro economico e quello dell'occupazione.

Le parole di Lane sono piuttosto chiare: "Non possiamo guardare sempre trimestre per trimestre, va considerato che l'economia è al di sotto del livello del 2019, attualmente di circa il 4% o il 5%: anche se avremo una crescita piuttosto sostenuta in tutto l'anno, il Prodotto Interno Lordo dell'Eurozona tornerà ai livelli pre-pandemici soltanto nella primavera del 2022 mentre per quanto riguarda il mercato del lavoro, la disoccupazione raggiungerà quei livelli soltanto nel 2023".

Capitolo Next Generation EU: "Il pacchetto da 750 miliardi di euro è ancora in fase di ratifica, quando si pensa alla riforma fiscale europea va considerato l'insieme delle risposte nazionali e questo livello aggiuntivo comunitario. Attendiamo l'implementazione del Piano ma le politiche fiscali nazionali hanno comunque facoltà di agire dando sostegno macroeconomico generale, è sempre stato evidente che il NextGen avesse un orientamento a medio termine, si tratta di un progetto quinquennale incentrato su investimenti per garantire una ripresa sostenuta in questo arco temporale".

Sarà però importante, secondo Lane, non fare gli stessi errori compiuti nel 2008: "Molte delle misure fiscali scadranno automaticamente al momento della ripresa, quindi le entrate riprenderanno e gli ampi deficit fiscali si correggeranno in misura rilevante e in modo automatico. L'altra differenza col 2008 è che abbiamo visto deficit fiscali molto grandi ma nessuno delle partite correnti: i grandi disavanzi fiscali hanno essenzialmente la loro contropartita nei grandi risparmi delle famiglie, quindi avremo un riequilibrio col passare degli anni. le famiglie spenderanno di più e questo compenserà la minore spesa dei governi. Va però evidenziato il rischio sulle imprese, molte aziende hanno perso entrate e sono sopravvissute solo grazie al sostegno fiscale: è fondamentale che l'eliminazione di questi sostegni non sia troppo repentina da indurre le imprese a essere insolventi".

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