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Bce: “Prospettive di inflazione più incerte del consueto”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Bce: “Prospettive di inflazione più incerte del consueto”

Le prospettive sull’andamento dell’inflazione nell’area euro restano caratterizzate da un livello di incertezza superiore alla norma. Lo segnala la Banca Centrale Europea nel bollettino economico diffuso oggi, sottolineando che le attuali dinamiche globali rendono più difficile prevedere l’evoluzione dei prezzi nei prossimi mesi.

Bce: “Prospettive di inflazione più incerte del consueto”

“La volatilità dello scenario delle politiche commerciali a livello mondiale – si legge nel documento – sta contribuendo a rendere le prospettive di inflazione più incerte del consueto”. Un contesto complesso, in cui le variabili esterne e geopolitiche giocano un ruolo sempre più determinante nell'influenzare la stabilità dei prezzi.

Il ruolo del tasso di cambio e delle esportazioni


Tra i fattori di possibile pressione al ribasso sull’inflazione, la Bce indica un rafforzamento dell’euro. Una valuta più forte, infatti, potrebbe ridurre i costi delle importazioni, agendo da freno sull’inflazione più di quanto previsto nelle precedenti stime.

Al tempo stesso, l’istituto di Francoforte mette in guardia da possibili effetti negativi derivanti da un inasprimento delle politiche commerciali a livello globale. In particolare, l’introduzione di dazi più elevati da parte dei partner commerciali potrebbe frenare la domanda di esportazioni provenienti dall’area euro, generando una pressione disinflazionistica. Il riorientamento della domanda verso paesi con un eccesso di capacità produttiva accentuerebbe ulteriormente tale effetto.

Tensioni commerciali e instabilità sui mercati


Nel bollettino si evidenzia come le tensioni internazionali possano tradursi anche in una maggiore volatilità sui mercati finanziari, con un potenziale incremento dell’avversione al rischio da parte degli investitori. Un simile scenario inciderebbe sulla fiducia e sulla domanda interna, rafforzando ulteriormente le forze disinflazionistiche all’interno dell’area euro.

Tali sviluppi, secondo l’analisi della Bce, rendono ancora più delicato il compito di calibrare le politiche monetarie, in un momento in cui i segnali dall’economia reale appaiono frammentati e condizionati da fattori esogeni difficilmente prevedibili.

Inflazione in rialzo: i rischi al contrario

Il bollettino non esclude, tuttavia, scenari in cui l’inflazione potrebbe risultare superiore alle attese. In particolare, la frammentazione delle catene di approvvigionamento globali – in atto ormai da diversi anni – potrebbe spingere al rialzo i prezzi delle importazioni. Allo stesso modo, eventuali tensioni sulle capacità produttive interne potrebbero determinare nuovi colli di bottiglia, con effetti diretti sui prezzi al consumo.

Anche l’incremento della spesa pubblica in settori strategici, come la difesa o le infrastrutture, potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche nel medio termine. Queste dinamiche, già in parte osservabili, richiedono un costante monitoraggio da parte delle autorità monetarie per evitare sorprese nelle traiettorie previsionali.

Clima e fenomeni meteorologici tra i fattori di rischio

Infine, la Bce richiama l’attenzione su un tema sempre più centrale nelle analisi economiche: l’impatto della crisi climatica sui prezzi. Secondo quanto riportato nel bollettino, eventi meteorologici estremi e il progressivo manifestarsi della crisi climatica potrebbero tradursi in un aumento dei prezzi dei beni alimentari, superando le attuali aspettative.

Il documento evidenzia come questi fattori “non convenzionali” siano ormai parte integrante del quadro di rischio macroeconomico. La loro incidenza sulla formazione dei prezzi rende necessaria una maggiore cautela nella definizione degli scenari di inflazione, così come nella comunicazione delle scelte di politica monetaria.

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