Mercati asiatici in rialzo tra tecnologia e valute: panoramica completa
- di: Matteo Borrelli

Le borse asiatiche hanno registrato una giornata positiva, trainate principalmente dal settore tecnologico e dalle dinamiche valutarie. Di seguito, un’analisi dettagliata dell’andamento dei principali indici asiatici, delle valute e delle materie prime al 6 febbraio 2025.
Andamento delle principali borse asiatiche
• Tokyo (Nikkei 225): L’indice Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,61%, attestandosi a 39.066,53 punti, con un incremento di 235 punti. Questo risultato è attribuibile alla ripresa del settore tecnologico, nonostante recenti risultati deludenti, e a un allentamento delle tensioni commerciali globali.
• Shanghai (SSE Composite): L’indice SSE Composite ha registrato una lieve flessione dello 0,09%, chiudendo a 3.226,58 punti.
• Shenzhen (SZSE Component): L’indice di Shenzhen ha subito una diminuzione dello 0,21%, chiudendo a 1.915,61 punti.
• Hong Kong (Hang Seng): L’indice Hang Seng ha aperto in leggero calo dello 0,08%, posizionandosi a 20.581,33 punti.
• Seoul (KOSPI): Il KOSPI ha mostrato un incremento dell’1,11%, chiudendo a 2.509,27 punti, sostenuto dalla performance positiva del settore tecnologico.
• Mumbai (BSE Sensex): L’indice BSE Sensex di Mumbai ha registrato un aumento, chiudendo a 61.000 punti, con un incremento dello 0,5%.
Dinamiche valutarie
Sul mercato valutario, lo yen giapponese si è rafforzato rispetto al dollaro, scambiando a 152,40, e all’euro, a 158,30. Questo apprezzamento è dovuto alle aspettative di un imminente aumento dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan.
L’euro è sceso sotto la soglia di 1,04 dollari, riflettendo una fase di debolezza nei confronti del biglietto verde.
Andamento delle materie prime
• Oro: Il prezzo dell’oro spot ha raggiunto i 2.869,26 dollari l’oncia, con un incremento dello 0,05%.
• Argento: L’argento spot è scambiato a 32,2825 dollari l’oncia, registrando una leggera flessione dello 0,13%.
• Petrolio (WTI): Il prezzo del petrolio WTI è sceso sotto i 72 dollari al barile, superando il supporto chiave di 72 dollari, con prospettive ribassiste verso i 70 dollari.
Tensioni commerciali e dichiarazioni ufficiali
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a influenzare i mercati. Pechino ha annunciato l’introduzione di dazi del 15% su carbone e gas naturale liquefatto provenienti dagli USA, e del 10% su petrolio, macchinari agricoli e veicoli di grossa cilindrata. Il Ministero delle Finanze cinese ha dichiarato che questa misura è una risposta alle tariffe imposte dagli Stati Uniti, sottolineando che “la mossa non solo non aiuta a risolvere i propri problemi, ma interrompe anche la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti”.
Inoltre, la Cina ha presentato un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) per difendere i suoi diritti e interessi legittimi, accusando le azioni degli Stati Uniti di avere una “natura dolosa”.