Mercati asiatici in fermento: tra rialzi e ribassi, l’oro si conferma bene rifugio
- di: Matteo Borrelli

Andamento delle principali Borse asiatiche
Le piazze finanziarie asiatiche, a un’ora della chiusura delle contrattaziooni, stanno registrando performance contrastanti nella giornata odierna, con significative oscillazioni in base ai diversi contesti economici locali. La volatilità del mercato è alimentata dalle incertezze sulle politiche monetarie globali e sulle tensioni geopolitiche che continuano a influenzare gli investitori.
• Tokyo: Il Nikkei 225 ha registrato una significativa flessione del 2,29%, scendendo a 36.839,66 punti, in un contesto di prese di profitto e preoccupazioni legate alla politica monetaria della Bank of Japan. Il TOPIX è in calo dell’1,7% a 2.704,58 punti, mentre il TOPIX 100 ha perso il 2,03% e il TOPIX 500 l’1,77%.
• Hong Kong: L’Hang Seng sta registrando un rimbalzo dello 0,86 a 24.579,87 punti, trainato dai guadagni nel settore tecnologico e da un sentiment positivo sul settore immobiliare dopo le ultime misure di stimolo annunciate dal governo cinese.
• Seoul: L’indice KOSPI sta segnando un incremento dello 0,7%,, mentre il KOSPI 200 ha guadagnato finora lo 0,96%, sostenuto dalla ripresa del settore manifatturiero.
• Shanghai: In Cina, il SSE Composite Index ha registrato un lieve aumento dello 0,12%, attestandosi a 3.385,08 punti, mentre il Shanghai A-Share Index ha guadagnato lo 0,12% e il Shanghai B-Shares Index ha subito una flessione dello 0,61%.
• Mumbai: L’indice BSE Sensex è in rialzo dello 0,5%, raggiungendo i 58.500 punti, in seguito a dati positivi sulla produzione industriale e sulla fiducia delle imprese.
Il mercato valutario: yen in difficoltà, dollaro stabile
Sul fronte valutario, lo yen giapponese continua a mostrare segnali di debolezza, scambiandosi a 148,80 yen per dollaro e 160,90 yen per euro. La pressione sulla valuta nipponica deriva dall’attesa di una politica monetaria ancora accomodante da parte della Bank of Japan, che potrebbe mantenere i tassi ai minimi storici per sostenere l’economia.
Il dollaro statunitense rimane relativamente stabile rispetto alle principali valute asiatiche, mentre l’euro ha mostrato una leggera tendenza al rialzo, sostenuta da previsioni di politiche monetarie più restrittive da parte della Banca Centrale Europea.
Il mercato delle materie prime: oro stabile, petrolio sotto pressione
L’oro si conferma un bene rifugio, con un prezzo attuale di 87,02 €/g per il 24KT. Gli investitori continuano a puntare sul metallo prezioso in un contesto di incertezze economiche e geopolitiche.
Il petrolio, invece, mostra segnali di debolezza. Il Brent si attesta intorno ai 78 dollari al barile, mentre il WTI è quotato a 74 dollari al barile, con un calo dell’1,2% rispetto alla giornata precedente. La flessione è attribuita all’aumento delle scorte negli Stati Uniti e ai timori di un rallentamento della domanda globale.
Le dichiarazioni degli analisti
Gli esperti del settore stanno monitorando con attenzione l’evoluzione dei mercati. Secondo Taro Yamaguchi, economista presso Nomura Securities, “l’andamento del Nikkei riflette la cautela degli investitori rispetto alle politiche della Bank of Japan. La debolezza dello yen potrebbe sostenere l’export, ma aumenta anche i costi delle importazioni”.
Da parte sua, Li Wei, analista finanziario di China International Capital Corporation, ha sottolineato che “le misure di stimolo del governo cinese stanno avendo un impatto positivo, ma il mercato immobiliare rimane sotto pressione e potrebbe frenare la crescita”.
Un quadro misto
La giornata di contrattazioni in Asia evidenzia un quadro misto, con mercati in cerca di direzione tra segnali contrastanti dall’economia globale. Mentre le borse di Hong Kong e Mumbai beneficiano di un sentiment positivo, Tokyo accusa il colpo delle incertezze interne. Il mercato delle valute conferma la debolezza dello yen, mentre l’oro continua a essere un porto sicuro per gli investitori.
Gli occhi restano puntati sulle future mosse delle banche centrali e sugli sviluppi delle tensioni geopolitiche, che potrebbero influenzare significativamente i mercati nelle prossime settimane.