L’accesso alla casa, un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, si sta trasformando in un miraggio per milioni di italiani. Secondo un recente studio dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), ben 10 milioni di famiglie con un reddito annuo fino a 24.000 euro non possono permettersi di acquistare un’abitazione nelle grandi città italiane. Il mercato immobiliare, infatti, ha subito una crescita esponenziale dei prezzi, mentre i salari sono rimasti fermi, rendendo sempre più difficile per le fasce più deboli accedere a un alloggio dignitoso.
La casa, un sogno irraggiungibile per 10 milioni di famiglie: il piano dell’Ance
Le metropoli come Milano, Roma e Napoli sono tra le città più proibitive per chi cerca una casa. A Milano, il prezzo medio di un appartamento supera i 5.000 euro al metro quadro, mentre a Roma e Napoli il costo è comunque fuori portata per una grande fetta della popolazione. Anche il mercato degli affitti non offre soluzioni: secondo il rapporto Ance, il canone mensile di locazione assorbe fino al 50% del reddito familiare per le fasce più vulnerabili, rendendo insostenibile la vita nelle città.
Il piano casa dell’Ance: soluzioni o palliativi?
Per rispondere a questa emergenza, l’Ance, insieme a Confindustria, ha proposto un Piano Casa per i lavoratori, basato su tre pilastri fondamentali:
Semplificazioni urbanistiche e amministrative, per accelerare la costruzione e la riqualificazione di alloggi a prezzi accessibili.
Misure fiscali, con incentivi e sgravi per l’acquisto e l’affitto.
Strumenti finanziari e di garanzia, per attirare investimenti privati nel settore immobiliare.
Secondo Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, la mancanza di soluzioni abitative adeguate frena la mobilità della forza lavoro e ostacola lo sviluppo del Paese, creando un divario sempre più netto tra chi può permettersi una casa e chi ne resta escluso.
Quali sono le vere cause della crisi abitativa?
Ma il problema è davvero solo urbanistico e fiscale? Se è vero che la burocrazia rallenta la costruzione di nuove abitazioni, è altrettanto vero che i bassi salari rappresentano il vero ostacolo per milioni di famiglie. Un piano casa senza un adeguamento generale degli stipendi rischia di essere solo un palliativo, utile a stimolare il mercato, ma inefficace per chi non ha le risorse per accedere a un mutuo o a un affitto sostenibile.
Inoltre, il fenomeno degli affitti brevi destinati ai turisti ha aggravato la crisi abitativa, riducendo la disponibilità di alloggi a lungo termine e facendo lievitare i prezzi. Regolamentare il mercato degli affitti, come già avvenuto in alcune città europee, potrebbe essere una soluzione concreta per evitare la speculazione immobiliare.
La casa deve tornare un diritto, non un lusso
L’iniziativa dell’Ance rappresenta un primo passo per affrontare la crisi abitativa, ma il vero nodo della questione resta il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Senza un serio intervento sui salari, sul mercato degli affitti e sulle politiche abitative pubbliche, il rischio è che la casa continui a essere un privilegio per pochi e un sogno impossibile per molti.