Manovre con munizioni vere e risposte di Taipei in un’escalation di geopolitica nel Pacifico.
La tensione nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan ha raggiunto nuovi livelli oggi con l’avvio da parte della Cina di imponenti esercitazioni militari intorno all’isola autonoma. Iniziative che coinvolgono terra, mare, aria e razzi da fuoco, e che Taipei ha definito una “provocazione unilaterale” e una forma di intimidazione militare verso la regione e gli alleati esterni.
La missione “Justice Mission 2025” spiegata
“Justice Mission 2025”, che prevedono esercitazioni con munizioni reali in cinque settori marittimi e aerei circostanti Taiwan. Gli obiettivi ufficiali sono “patrol marittimi e aerei di prontezza al combattimento”, controllo integrale delle aree designate e la simulazione di blocchi di porti strategici, secondo un comunicato della PLA.
“Queste manovre servono da serio avvertimento ai movimenti separatisti e alle forze esterne che interferiscono nelle nostre questioni interne,” ha dichiarato il colonnello Shi Yi, portavoce militare cinese.
Come si svolgono le esercitazioni
- Zone di esercitazione: cinque aree marittime e spazi aerei circostanti Taiwan;
- Durata prevista: restrizioni su mare e cielo per oltre 10 ore nelle zone designate;
- Assetti coinvolti: unità dell’esercito di terra, marina, aeronautica e forze razzi;
- Obiettivi tattici: test di controllo integrato, simulazione di blocco portuale e deterrenza multidimensionale.
La risposta di Taiwan
Il governo di Taipei ha reagito con fermezza, condannando l’esercizio come una “provocazione unilaterale” e un attacco alla stabilità regionale. Secondo la Presidenza taiwanese, le manovre “minano la pace nello Stretto” e mostrano un disprezzo per le norme internazionali.
“In risposta al mancato rispetto delle norme internazionali da parte delle autorità cinesi e al ricorso all’intimidazione militare per minacciare i Paesi vicini, Taiwan esprime la sua forte condanna,” ha affermato Karen Kuo, portavoce dell’Ufficio Presidenziale di Taiwan.
L’esercito di Taiwan ha inoltre confermato di aver dispiegato forze appropriate e attivato centri di risposta per fronteggiare eventuali sviluppi imprevisti, incrementando la vigilanza e conducendo esercitazioni di rapida reazione sul proprio territorio.
Contesto regionale e implicazioni geopolitiche
La mossa di Pechino arriva in un momento di crescenti tensioni con gli Stati Uniti e il Giappone. Recenti vendite di armi statunitensi dal valore record di oltre $11 miliardi hanno infiammato le relazioni, e Tokyo ha espresso preoccupazioni sulla sicurezza regionale.
In precedenza, a dicembre, l’intelligence di Taiwan aveva avvertito che era possibile un’azione militare cinese su larga scala prima della fine dell’anno, un’analisi confermata dall’avvio di queste esercitazioni.
Gli analisti osservano che, sebbene le esercitazioni facciano parte delle routine militari della PLA, il carattere congiunto e l’uso di munizioni vere indicano un’escalation rispetto alle manovre passate, includendo anche simulazioni di blocco dei porti chiave come Keelung e Kaohsiung.
Una crisi destinata a durare?
L’evento di oggi non è isolato. Negli ultimi anni, la Cina ha intensificato esercitazioni attorno a Taiwan, rendendo lo Stretto uno dei punti più delicati della geopolitica contemporanea. Le autorità di Taipei ribadiscono che solo il popolo taiwanese può decidere il proprio futuro, mentre Pechino continua a rivendicare sovranità sull’isola.
Con tensioni crescenti, ogni mossa tattica ha potenziali implicazioni per gli equilibri di potere in Asia orientale, la stabilità commerciale globale e i rapporti tra grandi potenze. Il monitoraggio di queste dinamiche resta essenziale nelle prossime settimane e mesi.