Nella foto, il presidente Renato Brunetta
Il sistema dei servizi pubblici italiani mostra segni di progresso, ma continua a scontare ritardi strutturali e forti differenze territoriali. È quanto emerge dall’ultima Relazione del Cnel sui servizi pubblici 2025, che fotografa un Paese in transizione: più digitalizzato e con una Pubblica amministrazione in crescita, ma ancora lontano da una piena omogeneità nei livelli di qualità ed efficienza.
Cnel: “Servizi pubblici in miglioramento, ma i divari territoriali restano profondi”
Sul fronte degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il Cnel segnala che non ci sono stati passi avanti significativi. Le uniche aree in miglioramento riguardano l’economia circolare (Goal 12), mentre peggiorano indicatori cruciali come fame (Goal 1), acqua e servizi igienico-sanitari (Goal 6), vita sulla terra (Goal 15) e istituzioni solide (Goal 16).
Si conferma la storica dicotomia tra Nord e Sud: le regioni del Mezzogiorno mostrano valori inferiori alla media italiana in fino a tredici obiettivi su diciassette, mentre nel Centro-Nord i Goal al di sotto della media nazionale sono mediamente due per regione.
Le principali criticità emergono nella dimensione ambientale, dove molte Regioni si stanno allontanando dai target di riduzione del consumo energetico, di suolo e di miglioramento della rete idrica. Sul piano sociale, restano difficoltà nel ridurre il divario occupazionale di genere e nel sostenere le madri lavoratrici con figli piccoli.
Tuttavia, ci sono anche segnali positivi, in particolare per quanto riguarda la riduzione dei Neet (giovani che non studiano né lavorano) e la copertura da rete Gigabit, indice della crescente digitalizzazione del Paese.
Servizi comunali: spesa in aumento ma qualità disomogenea
Secondo il Cnel, la spesa complessiva dei Comuni per i servizi pubblici è aumentata, ma i risultati non sono uniformi.
Il divario Nord-Sud resta marcato: la raccolta e gestione dei rifiuti mostra livelli di efficienza e qualità nettamente superiori nelle regioni settentrionali, mentre il Mezzogiorno fatica a garantire standard minimi.
Situazione analoga per i servizi sociali e per la prima infanzia: i nidi comunali restano concentrati al Centro-Nord, con copertura e accessibilità ancora molto ridotte nel Sud.
Più stabili invece le attività di polizia locale e amministrazione generale, che mantengono livelli di efficienza regolari e una spesa controllata.
Pubblica amministrazione più moderna e formata
Il rapporto segnala un aumento significativo del personale della PA nel 2024, accompagnato da un forte investimento in formazione e digitalizzazione.
Cresce il numero di infrastrutture digitali e piattaforme nazionali operative, e si diffonde l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione dei processi amministrativi.
Secondo il Cnel, questi interventi stanno producendo “maggior efficienza e rafforzano la capacità di gestione delle politiche pubbliche”, contribuendo a irrobustire la macchina amministrativa.
Valutazione e qualità: il nuovo pilastro della PA
Il Cnel sottolinea l’importanza di una valutazione rigorosa e organica della qualità dei servizi pubblici, per guidare le scelte strategiche e migliorare la soddisfazione dei cittadini.
La misurazione dei risultati – si legge nel documento – deve diventare un pilastro dell’azione amministrativa, per orientare risorse e decisioni secondo criteri di efficienza, equità e trasparenza.
“Un sistema pubblico moderno deve saper coniugare qualità e inclusione”, scrive il Consiglio. “Solo così l’amministrazione potrà rispondere ai bisogni di una società in continua evoluzione e ridurre i divari che ancora penalizzano vaste aree del Paese.”