Coldiretti: "L’Italia raggiunge l’autosufficienza alimentare"

- di: Daniele Minuti
 
Coldiretti ha presentato uno studio al Salone CIBUS 2021, inaugurato alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini, in cui è stato chiarito che per la prima volta nella storia recente, il nostro Paese ha raggiunto l'autosufficienza nella bilancia alimentare con le esportazioni di cibi e bevande italiane (che quindi hanno superato in valore le importazioni).

"Le esportazioni agroalimentari Made in Italy del primo semestre del 2021" - spiega la Coldiretti - "hanno raggiunto il valore record di 24,81 miliardi con un aumento dell’12% rispetto all’anno precedente e lo storico sorpasso sulle importazioni che sono invece ferme nello stesso periodo a 22,95 miliardi, consolidando la svolta in atto nell’anno del Covid, sulla base dei dati Istat. Un cambiamento senza precedenti realizzato sotto la spinta della “fame” di Made in Italy all’estero, nonostante le difficoltà determinate dalle chiusure della ristorazione in tutto il mondo, ma anche dalla scelta patriottica nei consumi degli italiani che hanno privilegiato la qualità dei prodotti nazionali anche per sostenere l’economia ed il lavoro del Paese".

Gli acquisti di prodotti con riferimento al Made in Italy sono cresciuti del 7,6%, con la spesa "patriottica" degli italiani che ha raggiunto un valore di più di 8,4 miliardi di euro, come rilevato dai dati dell'Osservatorio Nielsen Immagino.
Per quanto riguarda l'estero, le vendite dei prodotti nostrani sono sostenute da quelli che riguardano la dieta mediterranea (vino, frutta, verdura) le cui esportazioni sono salite addirittura del 187% nell'ultimo anno nonostante a livello nazionale ci sia bisogno di colmare il gap produttivo in moti settori fondamentali.

"In Italia" - spiega Coldiretti - "C'è bisogno potenziare la produzione per coprire il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta per il quale si è registrato un calo di autosufficienza in seguito alle massicce importazioni dal Canada. Per quanto riguarda il mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, l’Italia copre circa la metà (53%) delle proprie necessità. Un trend negativo che riguarda anche la soia visto che si produce circa 1/3 (31%) del fabbisogno interno, secondo dati Ismea. nel nostro Paese si munge nelle stalle nazionali il 75% del latte consumato e si produce il 55% del fabbisogno di carne con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali il Paese ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero".

Con la pandemia si è quindi aperto un orizzonte di riduzione di scambi commerciali e incertezza che ha portato alla crescita dei prezzi dei prodotti a livello mondiale, che hanno raggiunto il picco negli ultimi sette anni spinti soprattutto da quello dei cereali.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha commentato: "Per questo occorre cogliere le opportunità offerte dal Pnrr con la digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua e produrre energia pulita, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori produttivi deficitari previsti nei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema Paese. Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve però agire anche sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo.Una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di Pil per le minori opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci con un aggravio che si attesta sui 13 miliardi all’anno secondo il centro studi Divulga. L’emergenza globale provocata dalla pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza per questo servono sistemi di etichettatura trasparenti sull’origine delle materie prime e che non siano ingannevoli e nello stesso tempo, non possiamo pensare a un modello dove vi sia spazio per l’artificio e i cibi sintetici, dove si assista alla concentrazione eccessiva dei fattori produttivi, dove prevalga l’interesse particolare delle grandi multinazionali che spingono per l’omologazione su un modello in sostanza dove il cibo sia sempre una commodity. Con la nostra idea di filiera sostenibile vogliamo affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacità di restituire valori positivi, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale".
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