In pieno giorno, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in un magazzino isolato alla periferia di Sukhumi, capitale dell’Abkhazia, la regione separatista georgiana sostenuta dalla Russia. All’interno, nessuna traccia di persone, droghe o armi. Solo un grande armadio refrigerato contenente decine di dispositivi elettronici di ultima generazione.
Criptovalute nell’Ombra: l’irruzione a Sukhumi e la miniera digitale nascosta
Quella che a prima vista poteva sembrare un’attrezzatura per la conservazione di merci era, in realtà, una sofisticata miniera di criptovalute. Un’operazione clandestina che sfruttava le risorse elettriche a basso costo della regione per generare Bitcoin e altre criptovalute. Il raid non è stato un caso isolato: in Abkhazia, l’estrazione illegale di criptovalute è diventata un problema crescente, tanto da costringere le autorità locali a prendere misure drastiche.
L'Abkhazia e il boom del mining illegale
L'Abkhazia ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Georgia nel 1999, ma la sua autonomia è riconosciuta solo dalla Russia e da pochi altri stati. Per anni, questa piccola regione del Caucaso ha vissuto in una condizione di isolamento economico, con una crescita debole e una forte dipendenza dagli aiuti russi. Tuttavia, negli ultimi anni, l’estrazione di criptovalute ha aperto un nuovo capitolo per l’economia locale.
L’energia elettrica in Abkhazia è estremamente economica, grazie alle forniture garantite dalla Russia e alla vicinanza con la centrale idroelettrica di Inguri. Questa condizione ha reso il territorio una destinazione perfetta per i minatori di criptovalute, attratti dai costi bassissimi dell’energia e dalla scarsa regolamentazione. Dal 2016, il numero di mining farm è aumentato in modo esponenziale, portando a un incremento massiccio del consumo elettrico.
Ma questo boom ha avuto un prezzo: l’infrastruttura energetica della regione, già fragile, è stata messa sotto pressione. Le interruzioni di corrente sono diventate sempre più frequenti, colpendo abitazioni, ospedali e imprese locali. A fronte di questa emergenza, nel 2020 le autorità hanno introdotto un divieto ufficiale sul mining di criptovalute, dichiarando illegali tutte le operazioni di estrazione.
L’impatto del mining sulla rete elettrica
Nonostante i divieti, l’estrazione di criptovalute in Abkhazia è proseguita sottotraccia, favorita da una rete di connivenze e dal mercato nero dell’energia. Molti impianti di mining hanno continuato a operare in edifici abbandonati, magazzini e case private, spesso con allacciamenti abusivi alla rete elettrica pubblica.
Nel 2021, il governo locale ha deciso di rafforzare la repressione, autorizzando perquisizioni e sequestri su larga scala. Solo nel primo anno di controlli, oltre 6.000 dispositivi per il mining sono stati confiscati dalle autorità. Tuttavia, il problema non è stato debellato. L’episodio di Sukhumi dimostra che le operazioni clandestine sono ancora diffuse e che la battaglia tra forze dell’ordine e minatori illegali è tutt’altro che conclusa.
Il mercato globale delle criptovalute
Se in Abkhazia il mining è diventato un’attività illegale e fonte di problemi, nel resto del mondo le criptovalute continuano a espandersi a un ritmo sostenuto. Il mercato globale delle criptovalute ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, raggiungendo una capitalizzazione di oltre 2.000 miliardi di dollari nel 2024. Gli investitori istituzionali e le grandi aziende stanno sempre più adottando le criptovalute come forma di pagamento e riserva di valore.
Tra le principali criptovalute emergenti, oltre al Bitcoin, vi sono Ethereum, Solana e diverse stablecoin legate a valute tradizionali. Il settore del mining, nonostante le restrizioni in alcuni paesi, rimane un’industria multimiliardaria, con la Cina, gli Stati Uniti e il Kazakhstan tra i principali hub globali.
In molti paesi, il mining è regolamentato e tassato, con l’adozione di tecnologie più efficienti per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, in aree economicamente deboli o con normative poco chiare, come l’Abkhazia, il fenomeno assume contorni più opachi, diventando terreno fertile per attività illecite e speculazioni.
L'episodio di Sukhumi si inserisce in un quadro più ampio di tensioni geopolitiche, crisi economiche e trasformazioni digitali. In un territorio dove la sovranità è ancora contestata, la criptovaluta diventa un simbolo di modernità ma anche di instabilità, tra sogni di ricchezza e blackout improvvisi. La caccia ai minatori clandestini, nel frattempo, continua.