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Multe e autovelox, il tesoretto resiste: 1,25 miliardi

- di: Bruno Legni
 
Multe e autovelox, il tesoretto resiste: 1,25 miliardi
Nuove regole e censimento non frenano gli incassi: Milano davanti a Roma e Firenze. A novembre scatta l’obbligo di registrare tutti i dispositivi: chi non lo fa dovrà spegnerli.

(Foto: autovelox).

I numeri: incassi appena in flessione

Nei primi nove mesi del 2025 i proventi da sanzioni del Codice della strada toccano 1,253 miliardi di euro, con una flessione marginale (-3,2%) rispetto allo stesso periodo del 2024. In testa la Lombardia (circa 305,7 milioni), seguita da Toscana (131,4) ed Emilia-Romagna (129); in coda Valle d’Aosta (poco oltre 2 milioni). Tra le grandi città: Milano stacca tutti (123 milioni), poi Roma (78,4) e Firenze (39,4). I piccoli comuni sotto 5mila abitanti totalizzano 70,7 milioni, mentre le città oltre 250mila abitanti sfiorano complessivamente i 400 milioni.

La geografia che cambia: chi sale e chi scende

Il 2025 racconta un’Italia a velocità diverse: Molise accelera (+86%), Sardegna (+22%), Umbria (+18%); cali marcati in Basilicata (-23,5%) e Sicilia (-18%). Tra i capoluoghi, Napoli vola (+41,7%), Firenze cresce con decisione (+32,4%), mentre Palermo e Torino arretrano (-16%) e Roma scende dell’11%.

Le nuove regole non bastano a frenare le multe

Dal 12 giugno 2025 sono operative regole più stringenti su distanze minime, segnaletica di preavviso e tipologie di strada dove è ammesso l’autovelox. Tra i paletti più citati: almeno 1 km tra segnale del limite e dispositivo su extraurbane principali, 200 m sulle urbane di scorrimento, 75 m sulle urbane locali; limiti alle installazioni su tratti con velocità troppo basse e distanze minime tra dispositivi (fino a 4 km in autostrada, 500 m in città). Nonostante l’irrigidimento, gli introiti tengono.

Il passaggio chiave: l’omologazione

La distinzione tra approvazione e omologazione resta decisiva. In assenza di una cornice tecnica pienamente allineata, alcuni apparecchi potrebbero essere sospesi. Il tema impatta direttamente sulla validità degli accertamenti e sulla continuità del gettito.

30 novembre: parte il censimento, rischio apparecchi spenti

È attiva la piattaforma nazionale per il censimento degli autovelox. Gli enti locali devono registrare tutti i dispositivi entro il 30 novembre 2025. In assenza di registrazione, gli impianti dovranno essere spenti e i controlli sospesi.

Grandi città e “rendita da velocità”: cosa può cambiare

Per le metropoli l’impatto è concreto: nelle principali città, nel 2024, gli autovelox hanno garantito oltre 62 milioni. Se una quota di apparecchi non fosse registrata in tempo, si aprirebbe un buco di fine anno. Al tempo stesso, la mappa nazionale dei controlli diventerebbe più trasparente.

Sicurezza o cassa? La posta in gioco

Gli amministratori rivendicano gli strumenti elettronici come leva di sicurezza nelle tratte più incidentogene; gli automobilisti denunciano abusi e limiti incoerenti. Tra le novità, l’obbligo di segnaletica chiara e visibile: i cartelli di preavviso devono indicare la distanza dal dispositivo e non possono essere occultati.

Le voci

“Le nuove regole non hanno fermato le sanzioni, con incassi che restano oltre 1,25 miliardi nei primi nove mesi”, afferma l’associazione dei consumatori.

“È operativa la piattaforma per il censimento nazionale; i dati vanno caricati entro il 30 novembre”, ricorda il Ministero.

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