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Dazi, la Cina apre ai negoziati ma chiede correzioni agli Usa. Borse ai massimi, Milano vola a +1,22%

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dazi, la Cina apre ai negoziati ma chiede correzioni agli Usa. Borse ai massimi, Milano vola a +1,22%
Dopo mesi di tensioni commerciali, tra accuse incrociate e dazi unilaterali, si riapre uno spiraglio di dialogo tra Cina e Stati Uniti. Secondo quanto riferisce Pechino, il governo cinese sta "valutando" l'offerta americana di avviare colloqui sui dazi, a patto che Washington "sia pronta a correggere le sue pratiche sbagliate" e ad annullare le tariffe imposte negli anni scorsi. La dichiarazione, arrivata attraverso i canali ufficiali del Ministero del Commercio cinese, apre formalmente a una trattativa che potrebbe alleggerire la pressione su scambi globali e catene di fornitura, fortemente compromesse dalle misure protezionistiche varate durante l’amministrazione Trump e mantenute anche da quella successiva.

Dazi, la Cina apre ai negoziati ma chiede correzioni agli Usa

Pechino non nasconde di voler porre delle condizioni preliminari per sedersi a un tavolo: tra queste, la revisione delle tariffe su una vasta gamma di prodotti, l’impegno a rispettare le regole del WTO e la cessazione delle “misure coercitive” che secondo la Cina penalizzano in modo ingiusto le proprie aziende. L’apertura è stata comunque interpretata come un segnale positivo da parte dei mercati, soprattutto dopo mesi in cui la diplomazia commerciale sembrava paralizzata. Al momento, non è stata fissata una data per l'inizio dei colloqui, ma la retorica da entrambe le parti appare meno aggressiva, e questo basta a cambiare l'umore degli investitori.

Effetto immediato sulle Borse: vola anche Milano

La reazione dei mercati è stata immediata. Le Borse asiatiche hanno toccato i massimi da oltre un mese, spinte dalla possibilità di un alleggerimento del conflitto commerciale. A Tokyo e Shanghai gli indici hanno chiuso in rialzo, ma il segnale più forte è arrivato dall’Europa. Milano ha aperto con un balzo dell’1,22%, portando il Ftse Mib a 38.063 punti, spinto dai titoli industriali e tecnologici. Bene anche Francoforte e Parigi, in un contesto che premia le economie più esposte all’export. Gli operatori scommettono su una tregua duratura, che possa evitare nuove ondate speculative e contenere l’instabilità valutaria e inflattiva.

Un equilibrio fragile, ma un clima più costruttivo

L’apertura cinese non significa che i nodi strutturali siano stati superati. Restano le divergenze su proprietà intellettuale, accesso ai mercati e sovvenzioni pubbliche, tutti temi sui quali le amministrazioni americane, da Trump a Biden, hanno mantenuto una linea dura. Tuttavia, l’atteggiamento di Pechino rappresenta un cambio di tono che potrebbe favorire una fase di distensione. Dietro questa mossa, secondo alcuni analisti, c’è anche il timore della Cina di un rallentamento economico interno più marcato del previsto e la volontà di rassicurare gli investitori internazionali sulla stabilità del proprio modello.
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