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Draghi all’Eurocamera: “L’Ue deve agire come se fosse un unico Stato”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Draghi all’Eurocamera: “L’Ue deve agire come se fosse un unico Stato”

L’Unione Europea deve dotarsi di nuovi strumenti per affrontare le sfide globali con maggiore incisività e rapidità. Ne è convinto Mario Draghi, intervenuto oggi all’Eurocamera con un discorso che ha tracciato una linea chiara sul futuro del progetto comunitario.

Draghi all’Eurocamera: “L’Ue deve agire come se fosse un unico Stato”

“Per far fronte alle sfide” dell’Ue", ha dichiarato l’ex presidente della Banca Centrale Europea, “è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre più come se fossimo un unico Stato”. Un’affermazione che non lascia spazio a interpretazioni: secondo Draghi, per competere con le altre grandi economie mondiali e garantire prosperità ai cittadini europei, l’Europa deve muoversi con maggiore unità e determinazione, superando i limiti della governance attuale.

Il cuore del suo intervento ha riguardato il coordinamento politico ed economico, che, ha sottolineato, “richiederà un grado di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo”. Un messaggio chiaro e diretto alle istituzioni comunitarie e ai governi nazionali, che ancora oggi faticano a trovare sintesi efficaci su dossier strategici come l’energia, l’industria e la sicurezza economica.

Competitività e riforme: “Il tempo non è dalla nostra parte”
L’urgenza di una risposta politica efficace è dettata anche dal contesto economico. “La risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce”, ha ammonito Draghi. L’ex premier italiano ha messo in guardia sulla necessità di invertire il trend di crescita del Vecchio Continente, che negli ultimi anni ha mostrato segnali di debolezza rispetto a economie più dinamiche come Stati Uniti, Cina e India.

L’economia europea, ha spiegato, si trova in una fase delicata: da un lato le incertezze geopolitiche, dall’altro le sfide strutturali, come il calo della produttività, l’invecchiamento demografico e la dipendenza da forniture esterne in settori chiave. “Senza un’azione decisa e coordinata, rischiamo di rimanere indietro in un mondo sempre più competitivo”, ha avvertito.

Verso un’Europa più integrata: le sfide della governance economica

Le parole di Draghi si inseriscono in un dibattito sempre più acceso sulle riforme necessarie per rafforzare l’Unione Europea e renderla più resiliente alle crisi future. Tra i temi sul tavolo, quello dell’unione fiscale, degli investimenti comuni e della governance economica. Draghi ha già avuto un ruolo di primo piano nella gestione della crisi finanziaria del 2008 e della pandemia da Covid-19, e oggi torna a farsi portavoce di una visione che punta a un’Europa più forte e coesa.

Il suo intervento non è isolato: negli ultimi mesi, la Commissione europea ha avviato discussioni su una maggiore integrazione fiscale e sulla creazione di un fondo comune per gli investimenti strategici, ma restano divisioni tra i Paesi membri. “Abbiamo bisogno di strumenti più efficaci per finanziare la crescita, proteggere le nostre industrie e garantire stabilità economica”, ha sottolineato Draghi.

Uno dei principali nodi riguarda la riforma del Patto di Stabilità e Crescita, che regola i bilanci degli Stati membri. Draghi ha suggerito un approccio più flessibile, che consenta agli Stati di investire in settori strategici senza compromettere la sostenibilità del debito pubblico. “Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra disciplina fiscale e investimenti per il futuro”, ha detto, aggiungendo che un’Europa più competitiva deve essere anche un’Europa più unita nelle scelte economiche.

L’Europa tra crescita e sicurezza: la sfida globale

Oltre agli aspetti economici, Draghi ha evidenziato anche le sfide geopolitiche che l’Ue deve affrontare. Il contesto internazionale è segnato da tensioni crescenti tra le grandi potenze, da guerre commerciali a conflitti aperti, e l’Europa non può permettersi di rimanere spettatrice. “Dobbiamo rafforzare la nostra autonomia strategica, riducendo le dipendenze e investendo in settori chiave come la tecnologia, la difesa e l’energia”, ha affermato.

Negli ultimi anni, il dibattito sull’autonomia strategica europea ha preso slancio, ma resta ancora molta strada da fare. Il Green Deal, il piano industriale per il settore tecnologico e le iniziative nel campo della difesa sono passi nella giusta direzione, ma Draghi ha sottolineato la necessità di accelerare i tempi. “Il mondo non aspetta l’Europa: dobbiamo agire con determinazione”, ha ribadito.

Un segnale ai leader europei
Il discorso di Draghi rappresenta un segnale forte ai leader europei: il tempo delle divisioni e delle indecisioni è finito. Se l’Unione vuole restare competitiva e garantire il benessere dei suoi cittadini, deve agire con maggiore unità e rapidità.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire se l’appello di Draghi verrà raccolto. Il dibattito sulla governance economica e sulle riforme strutturali è destinato a entrare nel vivo, e l’ex presidente della Bce, con la sua autorevolezza, potrebbe giocare un ruolo chiave nel plasmare il futuro dell’Ue.

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