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Banche centrali sotto esame: tassi e mercati tra Usa ed Europa

- di: Vittorio Massi
 
Banche centrali sotto esame: tassi e mercati tra Usa ed Europa
Banche centrali sotto esame: tassi e mercati tra Usa ed Europa
Mercoledì la Fed potrebbe riaprire il ciclo dei tagli; BoE e BoJ pronte a confermare l’impostazione. Inflazione, consumi e produzione guidano le attese.

La settimana si annuncia decisiva per l’economia globale: tra Usa, Regno Unito e Giappone le scelte di politica monetaria potranno ridisegnare la traiettoria dei tassi e, con essa, le valutazioni su inflazione, crescita e occupazione. Gli operatori arrivano all’appuntamento con aspettative precise: Fed orientata a un taglio di 25 punti base, BoE ferma, BoJ prudente. In mezzo, un flusso di dati che può muovere le curve: vendite al dettaglio Usa, inflazione finale dell’Eurozona e industria.

Eurozona: inflazione e prudenza

L’inflazione dell’area euro rimane prossima all’obiettivo nel medio periodo, con una componente servizi sostenuta e la voce energia meno frenante rispetto ai mesi scorsi. In questo quadro la BCE difende una linea di vigilanza: tassi stabili nel breve e sguardo agli indicatori di secondo livello, in particolare salari e aspettative di prezzo.

Usa: crescita più tiepida e la mossa della fed

Negli Stati Uniti, la dinamica dei prezzi core resta superiore al target ma in raffreddamento, mentre il mercato del lavoro mostra segnali di normalizzazione. Il quadro complessivo spinge verso un allentamento calibrato della politica monetaria. La discussione non riguarda più tanto il “se”, quanto il “quanto” e il “come comunicare”: la credibilità della banca centrale passa oggi dalla guidance sui prossimi trimestri.

Il calendario della settimana

Lunedì: fari su Cina (vendite al dettaglio e produzione) e sulla bilancia commerciale europea di luglio; in Usa, clima d’affari nello Stato di New York.

Martedì: in Europa, occupazione britannica, indice ZEW tedesco e produzione dell’Eurozona. Negli Usa, vendite al dettaglio attese in frenata e produzione industriale; in asta i Treasury a 20 anni.

Mercoledì: arriva l’inflazione definitiva dell’Eurozona e quella del Regno Unito. L’attenzione si concentra sulla decisione della Fed e sulla conferenza stampa di Jerome Powell.

Giovedì: interventi di vari membri BCE, mentre la BoE dovrebbe confermare i tassi; dagli Usa arrivano i sussidi di disoccupazione.

Venerdì: tocca alla Banca del Giappone, con orientamento alla continuità.

Rischi e incognite da monitorare

Salari e servizi possono mantenere la pressione sui prezzi più a lungo del previsto; energia e cambi restano fattori esogeni capaci di ribaltare le traiettorie. Contano, inoltre, le aspettative di inflazione: se s’innescano spirali autoalimentate, il costo di riportarle a terra aumenta. Infine, con un’economia globale meno tonica, resta sul tavolo l’ipotesi di una frenata più marcata in alcuni comparti.

Scenari: cautela oggi, flessibilità domani

La combinazione di inflazione in rientro e crescita in moderazione impone alle banche centrali una marcia di equilibrio. Un taglio moderato da parte della Fed darebbe sollievo finanziario senza compromettere la lotta ai prezzi; tassi stabili in Europa eviterebbero messaggi ambigui finché i dati non confermeranno il consolidamento della discesa dell’inflazione.

Al netto dei proclami, il vero test sarà la comunicazione. Come sempre, saranno le sfumature a guidare i mercati: una frase in più o in meno sulla forza del lavoro, sulla persistenza dell’inflazione o sull’orizzonte temporale dei tagli può fare la differenza tra un rally e una presa di profitto.

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