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L’Europa rilancia sull’innovazione: un passaporto unico per le start-up e più fondi per crescere

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’Europa rilancia sull’innovazione: un passaporto unico per le start-up e più fondi per crescere
La Commissione Europea ha lanciato un piano ambizioso per fare dell’Europa una destinazione privilegiata per le start-up e per le imprese ad alto potenziale. Presentato il 28 maggio a Bruxelles, il programma si chiama “Choose Europe to Start and Scale” e mira a creare un contesto normativo, finanziario e culturale favorevole alla nascita, allo sviluppo e alla scalabilità delle imprese innovative. Un piano che si muove dentro un obiettivo più ampio: colmare il divario con le superpotenze tecnologiche globali, in particolare Stati Uniti e Cina, che da anni attraggono capitali e talenti a scapito del Vecchio Continente.

L’Europa rilancia sull’innovazione: un passaporto unico per le start-up e più fondi per crescere

Uno degli assi portanti del piano è l’introduzione del cosiddetto “passaporto europeo per le start-up”, un dispositivo che dovrebbe facilitare l’operatività transfrontaliera delle giovani imprese. L’idea è quella di superare le barriere normative che frammentano il mercato unico europeo, rendendo complicato per una start-up tedesca aprire una sede in Italia o per una realtà innovativa francese raccogliere investimenti in Polonia. Il passaporto, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbe offrire una cornice legale unificata e riconosciuta in tutti gli Stati membri, agevolando così l’accesso a mercati, fondi e partnership.

Semplificazioni burocratiche e accesso al capitale

Il piano europeo punta anche a intervenire sul fronte della burocrazia, spesso indicata dagli operatori come uno dei principali ostacoli alla crescita delle start-up nel continente. Procedure più snelle per la registrazione delle imprese, piattaforme digitali unificate e incentivi fiscali omogenei sono alcune delle misure previste. Ma il nodo cruciale resta quello dell’accesso al capitale. Bruxelles intende mobilitare una quota significativa di risorse pubbliche per sostenere la nascita e la maturazione delle nuove imprese, affiancando fondi privati e venture capital attraverso garanzie, co-investimenti e programmi dedicati. L’obiettivo è chiaro: aumentare in modo significativo il numero di unicorni europei, ovvero le start-up che superano la valutazione di un miliardo di euro.

Un ecosistema più competitivo e integrato

Secondo i dati citati dalla Commissione, l’Europa è ancora distante dai suoi competitor globali in termini di innovazione. Nonostante la presenza di talenti, università di eccellenza e mercati interni avanzati, molte start-up europee finiscono per trasferirsi all’estero una volta raggiunta la fase di espansione. È questo il punto debole che il piano vuole colpire, rafforzando l’ecosistema attraverso un’azione concertata tra istituzioni, enti di ricerca, investitori e comunità imprenditoriali. Una strategia che cerca di trasformare il mosaico europeo in una rete coesa, dove idee, capitale e regolamenti possano fluire liberamente.

Una risposta politica e industriale alla competizione globale


Il progetto “Choose Europe to Start and Scale” non è solo una risposta tecnica alle esigenze delle imprese, ma anche una dichiarazione politica. In un contesto globale in cui la tecnologia è sempre più strumento di potere e influenza, l’Unione Europea tenta di ritagliarsi un ruolo autonomo e competitivo. Rafforzare le start-up significa non solo creare occupazione e innovazione, ma anche difendere la sovranità digitale e industriale del continente. Il successo del piano dipenderà ora dalla capacità degli Stati membri di recepirlo, armonizzare le normative e investire in modo coordinato. L’Europa si gioca una partita strategica, e ha deciso di farlo partendo proprio dai suoi innovatori.
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