Europa, ripresa a passo corto: crescita sì, ma senza slancio.
Nel terzo trimestre l’eurozona avanza appena e l’Ue corre un filo meglio. Brillano Svezia, Portogallo e Cechia; Italia ferma, Germania piatta. Inflazione in lieve risalita, disoccupazione stabile, Pmi di nuovo sotto 50. La Bce resta prudente: “non si impegna su un percorso prestabilito”.
L’Europa rialza la testa, poco e in modo diseguale. Tra luglio e settembre 2025 il Pil sale dello 0,2% nell’eurozona e dello 0,3% nell’Ue. È crescita, ma ancora fiacca: su base annua l’area euro è a +1,3% e l’Unione a +1,5%. Il segnale: l’economia esce dalla palude, ma non corre.
Le sorprese del trimestre
Svezia guida con +1,1%, poi Portogallo (+0,8%) e Cechia (+0,7%). In coda Lituania (-0,2%), Irlanda e Finlandia (-0,1%). Tra i grandi: Francia +0,5%, Spagna +0,6%, Germania 0,0%, Italia 0,0%. Il messaggio: ripresa a macchie, dove domanda interna e servizi tengono.
Pmi e fiducia: industria sotto 50, sentiment in lieve risalita
A settembre il manifatturiero scende di nuovo sotto la soglia di espansione: Pmi 49,8. Il composito resta su ritmi deboli, coerenti con una crescita trimestrale attorno a un +0,3%. Gli indicatori di fiducia migliorano tra settembre e ottobre, ma restano sotto la media: prudenza nelle assunzioni e negli ordini.
Prezzi e lavoro: equilibrio delicato
A settembre l’inflazione dell’area euro risale al 2,2% mentre l’occupazione tiene con disoccupazione al 6,3%. I salari reali tornano positivi, a sostegno dei consumi, ma l’industria non ingrana ancora.
Bce in pausa vigile
La Banca centrale europea mantiene invariati i tassi (deposito 2,00%, rifinanziamento 2,15%, marginale 2,40%) e ribadisce che “il Consiglio direttivo non si impegna su un particolare percorso dei tassi”. Tradotto: niente corse ai tagli finché la dinamica dei prezzi non si raffredda davvero.
I focus Paese
Spagna resta tra i migliori con dinamica tra +0,6% e +0,8% a trimestre, sostenuta da servizi e investimenti pubblici. Francia +0,5% con costruzioni e servizi in spinta. Germania 0,0%: manifattura debole e export frenato. Italia 0,0%: consumi in ripresa selettiva, industria intermittente. Svezia, Portogallo, Cechia: accelerazioni grazie a riforme, export di nicchia e digitalizzazione.
Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Turchia
Regno Unito: in attesa della stima di Q3, Q2 è stato +0,3% e la seconda metà dell’anno appare più debole. Svizzera: crescita 2025 attorno all’1,3% con export esposto ai dazi. Norvegia: Pil Mainland intorno al 2% nel 2025. Turchia: crescita sostenuta ma frenata dalla stretta monetaria.
Rischi e opportunità
Il 2025 globale viaggia poco sopra il 3%, con gli Stati Uniti sostenuti dagli investimenti in intelligenza artificiale. Per l’Europa la via è stretta: politiche dell’offerta, energia competitiva, capitale umano e stabilità regolatoria per sbloccare capex privati. Rischio principale: tensione tariffaria. Opportunità: salari reali in recupero e credito meno rigido.
L’Europa cresce ma non accelera
Trimestre positivo ma insufficiente. L’Europa cresce ma non accelera. Finché industria ed export non ripartono, la spinta resterà sbilanciata sui servizi. Compiti a casa: produttività, energia, competenze. Alla Bce, prudenza senza promesse; ai governi, riforme pro-investimenti.