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Firenze dichiara guerra alle keybox: la città assediata dagli affitti brevi prova a riprendersi i suoi spazi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Firenze dichiara guerra alle keybox: la città assediata dagli affitti brevi prova a riprendersi i suoi spazi

Il conto alla rovescia è finito. Da oggi le keybox, le scatoline metalliche che custodiscono le chiavi degli appartamenti destinati agli affitti brevi, sono ufficialmente fuori legge se installate sul suolo pubblico. Il Comune di Firenze ha deciso di mettere un freno all’invasione di questi dispositivi, sempre più simbolo dell’overtourism che negli ultimi anni ha trasformato la città in un gigantesco albergo diffuso, svuotando il centro storico di residenti e stravolgendo il tessuto urbano.

Firenze dichiara guerra alle keybox: la città assediata dagli affitti brevi prova a riprendersi i suoi spazi

La stretta arriva con un regolamento che vieta non solo le keybox attaccate a cancelli, lampioni e tubature, ma anche i tastierini elettronici per l’apertura a codice delle porte, salvo approvazione dell’assemblea condominiale. Una misura che, secondo Palazzo Vecchio, serve a contrastare la deregulation del settore e a restituire dignità a strade e palazzi storici, dove le piccole cassaforti in ferro e plastica sono spuntate come funghi, testimoni silenziose di un turismo che si muove senza contatto, senza mediazione, senza relazione con la città che abita per pochi giorni.

Un centro storico ridotto a dormitorio
Passeggiando per i vicoli attorno a Santa Croce o per i lungarni, è impossibile non notarle. Incastrate tra le inferriate dei portoni o legate con fascette di plastica ai tubi del gas, le keybox sono la soluzione perfetta per chi gestisce affitti brevi senza alcuna interazione con gli ospiti. Una formula che garantisce flessibilità, ma che ha anche contribuito a rendere il centro storico una distesa di appartamenti turistici, spesso a discapito dei residenti. "Una volta qui conoscevo tutti i miei vicini – racconta Andrea, 64 anni, che abita in Oltrarno da quando è nato – adesso ogni settimana c’è gente diversa. È come vivere in un hotel senza reception".

Secondo i dati del Comune, su circa 13mila case in affitto a Firenze, oltre 8mila sono offerte per soggiorni turistici di breve durata. Un fenomeno che ha spinto in alto i prezzi degli immobili e ridotto gli alloggi disponibili per chi vorrebbe viverci tutto l’anno.

La battaglia del Comune e le multe ai trasgressori
La decisione di vietare le keybox è solo l’ultimo tassello della strategia fiorentina per arginare l’espansione senza controllo degli affitti brevi. Il sindaco Dario Nardella aveva già annunciato altre misure, tra cui il divieto di nuove licenze turistiche nel centro storico e l’obbligo di registrare gli ospiti per evitare abusi. Ora arriva la stretta sulle cassette delle chiavi: chi non si adegua rischia multe da 400 euro e la rimozione forzata del dispositivo.

"Non è solo un problema di decoro urbano – spiegano dal Comune – ma di sicurezza e di vivibilità. Il centro storico non può diventare un’enorme sala d’attesa per turisti di passaggio. Servono regole per garantire un equilibrio tra chi visita e chi vive la città ogni giorno".

Le reazioni: proprietari in rivolta, residenti divisi
Non tutti, però, sono d’accordo. I proprietari di case in affitto parlano di una "misura punitiva" che non risolve il problema alla radice. "Chi fa affitti brevi in modo serio e legale si ritrova a dover gestire check-in più complicati – lamenta Francesca, che ha due appartamenti su Airbnb – mentre gli abusivi continueranno a lavorare indisturbati".

Tra i residenti, invece, le opinioni sono più sfumate. "Giusto togliere le keybox dalla strada, sono brutte e tolgono spazio – dice Luca, che vive in via dei Neri – ma il vero problema è il numero spropositato di affitti turistici. Finché non si regolano quelli, queste sono solo pezze".

Nel frattempo, alcuni host si sono già attrezzati con alternative. C’è chi ha spostato le cassette dentro il portone, chi ha deciso di tornare al vecchio sistema della consegna a mano, chi spera che la norma venga impugnata dai tribunali. Firenze, intanto, prova a riprendersi i suoi spazi. Ma la battaglia sull’overtourism è tutt’altro che finita.

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