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Rendere competitivo il mercato italiano dei capitali: parla la Presidente di Assonime, Maria Patrizia Grieco

- di: Redazione
 
Rendere competitivo il mercato italiano dei capitali: parla la Presidente di Assonime, Maria Patrizia Grieco

Maria Patrizia Grieco, Presidente di Assonime, analizza in questa intervista le opportunità offerte dal decreto Capitali e le sfide del mercato italiano dei capitali. Si parla dell’importanza di un mercato unico europeo, delle prospettive per gli investimenti azionari in una fase di calo dei tassi di interesse e della necessità di politiche per ridurre le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro, sostenendo le giovani professioniste e eliminando il gender pay gap.

Rendere competitivo il mercato italiano dei capitali: parla la Presidente di Assonime, Maria Patrizia Grieco

Presidente Grieco, quali sono state le osservazioni principali di Assonime durante l’iter di approvazione della legge Capitali? Ritiene che questa normativa possa davvero migliorare il mercato italiano dei capitali?
Sono abbastanza convinta di sì, perché attualmente la regolamentazione è ancora frammentata, o in parte basata su sistemi risalenti al Testo Unico di Draghi del 1998. C’è davvero bisogno di una rivisitazione organica della materia.
Il decreto legge Capitali avvia questa rivisitazione organica per poi sfociare in una revisione complessiva del TUF. So che ci sono delle commissioni che stanno lavorando a riguardo e che ci saranno audizioni successive per un confronto con il mercato. Assonime rappresenta naturalmente una parte di questo mercato.
Abbiamo preparato un position paper, che propone una rivisitazione organica di tutta la materia. Questo position paper sarà preso in considerazione in alcune parti, forse in altre meno, ma è normale che ci siano opinioni diverse. Questo accade spesso quando si rivede un testo che ha governato la finanza italiana dal 1998.
Mi pare che l’obiettivo più importante del decreto Capitali, e successivamente della revisione complessiva del TUF, debba essere proprio quello di semplificare: semplificare le norme, semplificare il sistema e renderlo più competitivo rispetto al resto dell’Europa, e non solo.

Dopo un lungo periodo di crescita dei tassi di interesse, si assiste a una fase di discesa. Pensa che questo possa favorire un ritorno degli investimenti verso il mercato azionario?
Sì, i titoli di Stato sono sempre un concorrente importante, evidentemente. Bisogna considerare che, nonostante il rialzo dei tassi di interesse, le borse non ne hanno sofferto particolarmente. Le borse, apparentemente, non risentono neppure di una situazione geopolitica particolarmente complessa, che, a mio avviso, dovrebbe influire persino più del tema dei tassi di interesse.
Quindi vedremo. L’importante è che facciamo ogni sforzo possibile per rendere il nostro mercato più competitivo. Le fornisco solo un dato: quest’anno dal mercato borsistico italiano sono usciti 27 miliardi, mentre ne è entrato soltanto uno.
A tal proposito, devo dire che mi aspetto e mi auguro che la nuova Commissione Europea affronti in modo molto determinato il tema del mercato unico dei capitali. Il nostro mercato non è certamente forte, ma, complessivamente, neppure gli altri mercati europei brillano rispetto al confronto con gli Stati Uniti.
Forse, creando un mercato unico europeo, potremmo essere in grado di rispondere meglio ai bisogni delle imprese che devono affrontare la transizione digitale, la transizione ambientale e, per esempio, le sfide legate all’automotive, che rappresenta un mix di queste trasformazioni. Sarebbe quindi molto importante seguire la strada tracciata per il mercato unico dei capitali.

Come donna che ha raggiunto ruoli apicali, cosa consiglia alle giovani che aspirano a emergere in un sistema ancora caratterizzato da disuguaglianze di genere?

Consiglio alle ragazze, alle giovani donne, di andare avanti sulla strada che hanno intrapreso, perché mi sembra che siano bravissime, determinate, le migliori laureate. Hanno tutte le capacità per proseguire con successo.
Invece, al sistema mi sento di dire che queste giovani donne devono essere supportate, soprattutto attraverso infrastrutture che le aiutino a scegliere percorsi di carriera in piena libertà. Spesso si pensa alle posizioni apicali, ma in realtà le donne che lavorano sono anche quelle che occupano ruoli non apicali, e queste meritano ancora più sostegno.
Infine, ciò che ritengo fondamentale è eliminare il gender pay gap, perché una cosa davvero ingiusta è che a una donna venga attribuito uno stipendio inferiore rispetto a un uomo a parità di funzioni e mansioni.

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