SACE, Errore: "Il nostro un ruolo propulsivo nella fase di ripartenza del Paese"

- di: Redazione
 
A volere “decrittare’’ l’acronimo SACE (che sta per Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione, istituita nel 1977 e che svolge una fondamentale funzione di garanzia per le imprese italiane che rivolgono i loro interessi verso l’estero), si potrebbe pensare che questa istituzione porti avanti la sua mission ‘’semplicemente’’ affiancando gli imprenditori italiani che guardano ai Paesi stranieri per espandere i propri orizzonti economici. Ed invece la SACE non è solo questo, come sottolinea sul suo sito ufficiale, perché risponde “alle esigenze della tua impresa con soluzioni assicurative e finanziarie su misura per te”. SACE svolge questo delicato ruolo di affiancamento al nostro export assicurando il credito e proteggendo gli investimenti, grazie a strumenti come le cauzioni e le garanzie finanziarie. SACE non è solo export. Dal 2020 la mission di SACE è stata ampliata anche al mercato domestico e ai progetti green. Del ruolo di SACE e delle sue prospettive, soprattutto l’enorme impatto anche economico della pandemia, parliamo con Rodolfo Errore, che ne è il Presidente dal dicembre del 2019.

Presidente Errore, per rispondere alla crisi pandemica, il Governo ha affidato a SACE un nuovo mandato a supporto delle imprese. In cosa consiste?

Il 2020 è stato un anno di grandi cambiamenti per SACE e per la sua mission a supporto del Sistema Paese. Il nostro ruolo, infatti, è stato ampliato e rafforzato, oltre il tradizionale supporto all’export e all’internazionalizzazione - tipico di una Export Credit Agency e parte integrante del nostro DNA - con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane sul mercato domestico sia durante l’emergenza sia in vista della ripartenza, oggi quanto mai attesa e auspicata. Il Decreto Liquidità, nello specifico, ha previsto l’intervento di SACE attraverso Garanzia Italia, lo strumento straordinario, pensato per garantire i finanziamenti alle imprese colpite dall’emergenza sanitaria, prorogato dal Governo fino al 31 dicembre 2021. Nell’ambito di Garanzia Italia finora abbiamo garantito 24 miliardi di finanziamenti per oltre 2200 operazioni. A prescindere dall’operatività connessa al momento emergenziale, il ruolo di SACE sarà orientato anche al sostegno delle imprese, non più solo in un’ottica di export ma anche nell’accompagnamento nel mercato domestico, con un plafond di circa 200 miliardi di garanzie a disposizione. Si tratta di una novità molto importante, in quanto a SACE viene affidato un ruolo propulsivo nella fase di ripartenza del Paese. Inoltre, siamo gestori di un fondo tematico “Green New Deal” che ci consente di rilasciare garanzie - fino all’80% del valore dell’investimento - in favore di nuovi progetti in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambien- tale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili, e promuovere iniiative che hanno l’obiettivo di sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti, in particolare per l’uso di veicoli puliti e carburanti alternativi e per progetti di mobilità multimodale. Abbiamo già incontrato oltre 300 aziende potenziali beneficiarie della nostra garanzia green e deliberato le prime operazioni per oltre 1 miliardo di euro di finanziamenti garantiti.

Restando in tema di sostenibilità, SACE ha confermato il suo ruolo all’avanguardia nel mondo finanziario italiano emettendo un rating green relativo ai progetti che le vengono sottoposti. Quali sono i criteri - e, se ce ne sono, le difficoltà - che mettete alla base delle vostre valutazioni?

Esatto, la nostra rodata attenzione ai temi della sostenibilità si è concretamente attuata nell’ambito della operatività aziendale: siamo i primi a emettere un “rating green” collegato ai progetti che ci vengono sottoposti per l’emissione della garanzia green, una attività che tipicamente è propria delle agenzie di rating. Un rating che, tra l’altro, ottimizza il financing dell’operazione ed in particolare impatta in modo significativo sui costi. In poche parole: premiamo le aziende che scelgono la sostenibilità con un miglioramento significativo del pricing. È importante sottolineare che in questo caso si tratta di garanzie a condizioni di mercato e la eleggibilità dei singoli progetti è allineata a una tassonomia ben precisa definita dall’Unione europea. In particolare, vagliamo con attenzione se le iniziative d’impresa producono, un beneficio significativo almeno a uno dei seguenti obiettivi ambientali: mitigazione dei cambiamenti climatici; uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; transizione verso l’economia circolare; prevenzione e riduzione dell’inquinamento; protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

SACE Education è, secondo la vostra definizione, “l’hub formativo che offre alle imprese italiane un sostegno, innovativo e gratuito per ripensare le proprie strategie di gestione del rischio alla luce della situazione attuale, implementando approcci e modelli più rigorosi di analisi e conoscenza dei mercati e favorendo una maggiore cultura interna in materia sostenibilità e digitalizzazione”. Quali sono i vantaggi per le imprese che aderiscono al programma e quali sono le prossime iniziative che SACE Education ha in cantiere?

SACE Education, è il nostro hub formativo che opera in stretta sinergia con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Agenzia ICE, Regioni e rete camerale in Italia e all’estero, recentemente rafforzato e ampliato in linea con l’allargamento del raggio d’azione di SACE. L’offerta di SACE Education si rivolge infatti non solo alle PMI esportatrici, ma a tutte le imprese italiane coinvolte in piani di crescita in Italia e all’estero e al mondo dei professionisti e dei giovani neolaureati. Nello specifico le attività seguono 3 direttrici: percorsi specializzati sull’export e l’internazionalizzazione, programmi di accompagnamento verso le strategie green, digitali e infrastrutturali e una formazione accademica certificata in collaborazione con università ed enti formativi. Le iniziative in cantiere sono numerose: dagli Industry Edulab, laboratori di lavoro e di confronto tra imprese accomunate da affinità settoriali per discutere della ripartenza post pandemia alla seconda edizione del ciclo di webinar #RipartireSicuri, appuntamenti mensili rivolti al mondo delle imprese per approfondire le sfide dell’internazionalizzazione. A questi si aggiungono l’Export Champion Program, in partnership con LUISS per approfondire le opportunità per il Made in Italy nei Paesi del Golfo e la seconda edizione del programma Women in Export, rivolto a giovani imprenditrici del Sud d’Italia, che quest’anno vedrà anche il lancio di borse di studio al femminile finanziate da SACE.

Con SACE Academy, un programma di formazione accademica, in collaborazione con alcune delle principali università italiane e rivolta a neolaureati e giovani professionisti, scommettete sul futuro del Paese investendo nelle nostre risorse intellettuali più fresche. Perché per voi la formazione è una leva importante da azionare?

Impostare una strategia di internazionalizzazione efficace, sapersi muovere sul mercato globale, sono tutti fattori abilitanti che possono determinare il successo delle iniziative di business all’estero. SACE, da diversi anni, porta avanti molte iniziative che mirano a fornire agli imprenditori una cassetta degli attrezzi per impostare strategie di export più strutturate e consapevoli. Nel tessuto imprenditoriale italiano c’è ancora del potenziale inespresso ed è nostro compito fornire alle aziende tutti gli strumenti necessari per affrontare non solo i mercati esteri, ma anche temi come la transizione green e la digitalizzazione e portare alta la bandiera del Made in Italy. E per fare questo partiamo proprio dai giovani, per creare quelle professionalità che servono per gestire la trasformazione industriale del nostro Paese. SACE sta avviando, insieme con alcune prestigiose università italiane - tra cui Luiss, UNINT e Polimi -, dei percorsi formativi certificati che prevedono anche il rilascio di borse di studio e l’opportunità di poter intraprendere percorsi di stage in SACE.

SACE ha ricevuto il sigillo di qualità “Green Star Sostenibilità 2021” nel settore Assicurazioni, in base alle valutazioni dell’istituto tedesco ITQF e dal media partner La Repubblica Affari & Finanza. Un punto d’arrivo o una tappa di un percorso che volete ancora lungo?
Il sigillo di qualità Green Star è l’ulteriore conferma del nostro grande impegno nel solco della sostenibilità, una direttrice di sviluppo imprescindibile per noi attraverso la quale proietteremo SACE nel prossimo futuro, puntando al domani e al benessere delle nuove generazioni. SACE pone da sempre particolare attenzione agli impatti socio-ambientali della propria attività. Da circa 20 anni, ormai, abbiamo un’unità specializzata che effettua due diligence approfondite sulle operazioni che godono del nostro sostegno, in conformità con le linee guida internazionali dell’OCSE e della Banca Mondiale. Negli anni abbiamo supportato attivamente progetti di smart cities, di green energy - come parchi fotovoltaici ed eolici - e di interconnettori internazionali per la distribuzione di energia da fonti rinnovabili. Questo compito di forte promozione del settore green sarà certamente uno dei pillar del nostro Piano Industriale che porteremo avanti al fianco di una finanza in grado di accelerare la transizione verso un’economia pulita e circolare.

Un’ultima domanda. in considerazione del fatto che la vostra operatività non è più soltanto orientata al sostegno dell’export ma anche al supporto del mercato interno, quale ruolo potete eventualmente giocare per l’attrazione degli investimenti internazionali nel nostro paese?

Sul piano dell’operatività concreta ci sono altre istituzioni che si occupano dell’attrazione degli investitori esteri, peraltro è un dibattito molto attuale proprio nella logica di ottimizzare e migliorare gli IDE. L’Italia è oggi uno dei primi 20 Paesi al mondo per stock di capitali esteri. L’obiettivo deve essere quello di consolidare un’ampia ed efficace offerta nazionale convogliando gli investitori su alcuni settori sui quali si fonda la ripartenza del Paese, mi riferisco alla transizione energetica (rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare e idrogeno); alla valorizzazione degli asset pubblici (real estate, logistica, offerta culturale e turistica); al Made in Italy (aerospazio, industria automobilistica, agroalimentare, design e moda); ed ITALIA informa I 39 infine all’offerta tecnologica (IT, life science, meccanica avanzata, greentech e foodtech). L’attrazione degli investimenti esteri sarà cruciale per rendere più competitivo il nostro paese innescando un circolo virtuoso di crescita che può fare leva anche sul PNRR soprattutto nei settori infrastrutture e transizione ecologica. Sarà fondamentale promuovere un nuovo modo di lavorare, in sinergia con gli investitori internazionali, fondato su una forte domanda attrattiva ed efficiente che poggia sul multilateralismo e sulla stabilità politica. Ma di altrettanta importanza sarà un approccio finanziario di collaborazione tra pubblico e privato in cui, Banche, Fondi, insurance ed investitori istituzionali contribuiscano, con forme ancillari di finanza, debito, bond e project financing, ad ottimizzare i fondi del PNRR per creare un effetto leva che consenta di moltiplicare le risorse, attraverso rodate opzioni di finanza strutturata.
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