Roberto Tomasi (ASPI): sicurezza, tecnologia e sostenibilità per una rete autostradale moderna ed una nuova esperienza di viaggio

- di: Andrea Colucci
 

In un Paese che ha la necessità di un formidabile piano di ammodernamento e si accinge ad iniziarlo soprattutto dalle grandi opere infrastrutturali, Autostrade per l’Italia giocherà senza dubbio un ruolo fondamentale.  Il Gruppo, tornato da circa un anno sotto il controllo diretto dello Stato (ma con partner internazionali d’élite ndr.) ha tra i suoi obiettivi principali quello di portare a nuova giovinezza una delle reti autostradali più “anziane” d’Europa e di predisporla ad una fruizione moderna attraverso tecnologie di ultima generazione e digitalizzazione.
Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia.

Intervista a Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di ASPI

Ingegnere, il vostro piano industriale mette in campo risorse per oltre 21 miliardi di investimenti. Quali sono gli obiettivi e che risultati vi aspettate con questo enorme sforzo?

In Italia il 56% della rete autostradale è stato realizzato prima degli anni Settanta. Nel resto dei grandi Paesi europei, invece, il boom di realizzazione delle grandi opere risale per l’85% a dopo gli anni Settanta. Questo significa che abbiamo uno dei sistemi viari più vecchi d’Europa, con un livello di complessità, dovuto all’orografia della nostra penisola che gli altri non hanno: consideri che in media su 100 km di tratto, 25 sono su ponti e viadotti. Aggiungo, che solo sulla rete Aspi ogni giorno entrano 4,5 milioni di persone: l’autostrada in Italia è l’arteria primaria degli spostamenti delle merci, l’88% dei volumi nazionali viaggia su gomma. Il nostro è un piano ambizioso, l’obiettivo è quello di restituire al Paese infrastrutture rigenerate, sostenibili e sicure, al passo con le sempre nuove esigenze della mobilità. Per questo, con le altre società del Gruppo Aspi (Tecne per l’ingegneria, Amplia per le costruzioni, Movyon per le tecnologie e Free to X per i servizi), stiamo mettendo a terra un programma imponente e complesso che mette insieme l’ammodernamento delle infrastrutture e la realizzazione di nuove grandi opere necessarie a sopperire, in particolare in alcune Regioni, alla saturazione della rete autostradale, dovuta all’aumento dei flussi di traffico e alla concezione decennale delle infrastrutture - alcuni dei nostri tratti sono stati costruiti un secolo fa-. Interventi necessari, volti a restituire almeno cinquant’anni di vita alle nostre infrastrutture.

Autostrade per l’Italia ha attuato un radicale cambio di passo visibile a partire dalla sua organizzazione interna (più del 90% del management è stato sostituito negli ultimi anni) e, soprattutto, all’adozione di nuovo sistema di monitoraggio e manutenzione, grazie anche al supporto delle nuove tecnologie. Tutto questo guardando a infrastrutture sempre più all’avanguardia e a servizio delle persone.

Per il futuro puntiamo ad autostrade sempre più “intelligenti”, perché il tech è la via per decongestionare i flussi di traffico e per rendere la guida più piacevole. Tecnologia, innovazione, sostenibilità: tre parole per sintetizzare la direzione verso la quale si orienta il piano strategico di trasformazione del Gruppo Autostrade per l’Italia. Obiettivo è rendere la rete più sicura e innovativa e gestirla non più come semplice concessionario, ma come un operatore integrato della mobilità sostenibile.

Qual è la visione per il 2023 e più in generale per il prossimo triennio?

I dati su transiti di persone e merci che le anticipavo prima restituiscono la dimensione esatta del tema cruciale delle infrastrutture. Per questo siamo a lavoro per ottimizzare la mobilità rendendola più flessibile, inclusiva e sostenibile. Abbiamo una visione chiara e ben definita: potenziare la rete, con investimenti mirati, per rendere le nostre autostrade ancora più moderne, efficienti e sicure.

Abbiamo sviluppato un piano di crescita e innovazione che prevede un forte investimento sul digitale. Da qui al 2038 nel piano di ammodernamento e potenziamento della rete una parte significativa è proprio legata allo sviluppo digitale. Questi cantieri, tra nuove opere e ammodernamento dei principali asset strategici della rete, andranno avanti per i prossimi anni.

Ovviamente per sviluppare sistemi tanto complessi non possiamo esser da soli, abbiamo bisogno delle migliori competenze e, quindi, occorre creare sinergie tra le eccellenze del nostro Paese: dalle scuole alle università, dalle istituzioni alle altre aziende. La rivoluzione della mobilità si fa tutti insieme.

Le tranche del PNRR, anche se con un po’ di fatica, arrivano e alimentano un volano importante di risorse per le grandi infrastrutture del Paese. Anche se Autostrade non è direttamente coinvolta può darci un commento?

Penso che i fondi del PNRR rappresentino un’opportunità unica da cogliere in termini di crescita e sviluppo, soprattutto se si parla di infrastrutture. Sono convinto che queste risorse modernizzeranno e contribuiranno ad aumentarne la ricchezza e il benessere del Paese, ma non c’è solo il PNRR, i grandi investimenti possono essere anche sostenuti mediante modalità di autofinanziamento. Ci tengo a ribadire che il nostro piano per l’ammodernamento e il potenziamento della rete autostradale incontra una disponibilità da parte dell’attuale Governo a semplificare le normative per minimizzare gli impatti dei cantieri sulla mobilità, alla luce delle nuove esigenze che si presentano in un contesto in continua evoluzione. Questa predisposizione dell’Esecutivo avrà riflessi positivi, ne son sicuro, anche per la messa a terra dei progetti del Paese previsti nell’ambito del PNRR.

È ormai da qualche anno che si parla di uno “shortage” di figure professionali e manodopera specializzata sui cantieri per le grandi opere. Come siamo messi oggi, alla soglia di partenza di una serie lunghissima di grandi opere?

Il percorso di rafforzamento di Autostrade per l’Italia ha consentito di produrre più posti di lavoro, con un piano di assunzioni che sta andando ben oltre le 3mila risorse inizialmente previste. Per noi la persona è al centro di ogni processo di miglioramento aziendale. Il gruppo Aspi in questi anni ha puntato sulla qualità delle competenze, per garantire eccellenza e sostenere così lo sviluppo del Paese. Questo vuol dire anche avere più persone altamente qualificate in cantiere e figure altamente specializzate. Un cambio di passo reso possibile grazie al forte impegno dell’azienda nell’ambito dell’importante piano di trasformazione avviato che ha prodotto risultati tangibili, a partire dagli indici di sicurezza nei cantieri, il dato più rappresentativo dell’efficienza di un’azienda.

Il progetto Distretto Italia che avete intrapreso con ELIS, il consorzio per la formazione scuola-lavoro, che obiettivi ha e qual è il suo significato sociale?

Per poter sviluppare ammodernamento, potenziamento e digitalizzazione del patrimonio infrastrutturale, ma anche sviluppo energetico e gestione delle reti, abbiamo bisogno di competenze trasversali, da chi ha intrapreso un percorso universitario, a chi sa fare un “mestiere”. Il futuro del Paese si fonda sulle competenze e su quelle che sono le risorse più pregiate, i nostri giovani. Vogliamo lavorare in una dimensione di medio e lungo termine e per farlo abbiamo bisogno certamente di competenze nel brevissimo tempo; stiamo sviluppando delle Academy e delle “Scuole dei mestieri”. Queste ultime fanno parte del progetto Distretto Italia intrapreso con Elis, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Istruzione, per la formazione scuola-lavoro, corsi finalizzati alla formazione e all’inserimento nel mondo lavorativo. Orientare i giovani nelle scelte di studio e di lavoro, formarli e inserirli nelle aziende: con queste tre linee di azione abbiamo iniziato la fase operativa di Distretto Italia. Siamo convinti che solo attraverso un approccio sistemico e votato a un costante dialogo con le realtà formative, sia possibile orientare le scelte delle giovani generazioni, affinché siano pronte ad affrontare le sfide che attendono il futuro del Paese.

Un’ultima domanda di carattere personale, con cui chiudiamo le nostre interviste. Com’è e cosa fa Roberto Tomasi nei suoi, immaginiamo pochi, momenti di tempo libero?

I weekend li trascorro naturalmente con la mia famiglia, dedicandomi con loro al lavoro in campagna e alla cura dei nostri animali. Mi piace correre la mattina, andare in bicicletta, praticare sci alpinismo e scalare in alta montagna. Amo lo sport, anche per questo ho sempre partecipato con entusiasmo a tutti gli avvenimenti sportivi organizzati in seno ad Aspi. Momenti importanti, occasioni per stringere nuovi rapporti e consolidare il nostro lavoro come squadra.

Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli