Alberto Calcagno presenta "Get in The Game": "Un libro per raccontare la mia vita e quella di Fastweb"

 
Un libro che racconta in modo brillante due storie parallele, quella dell’autore e quella di Fastweb, inanellando una serie di ‘quadri’ vivi, pieni di vision e di valori vissuti, utili a tutti per tirare fuori il proprio potenziale. Un libro di vita, di esperienze, di pensiero, di lezioni concrete. È “Get in the game - La sfida della crescita”, scritto da Alberto Calcagno, Ad di Fastweb, ed uscito di recente per i tipi di Mondadori. Lo abbiamo intervistato, parlando del libro e dell’Azienda.

Il Report di Mediobanca sulle Tlc evidenzia che Fastweb è l’unico operatore a crescere costantemente. E ciò, peraltro, in un mercato delle Tlc molto competitivo, difficile, in costante mutamento, dove non sono poche le aziende ad aver mostrato difficoltà. Il Gruppo è al ventinovesimo trimestre consecutivo di crescita, un record assoluto. Dottor Calcagno, qual è il ‘segreto’ di Fastweb?
"Fastweb da sempre persegue una precisa strategia basata su innovazione continua in infrastrutture e capacità di competere sulla differenziazione e sulla qualità, anticipando i trend tecnologici. I 29 trimestri consecutivi di crescita e l’apprezzamento del mercato sono certamente un motivo di orgoglio, un risultato straordinario ma non sorprendente dal mio punto di vista. Un dato controtendenza nel settore delle telecomunicazioni che è frutto di 10 miliardi di investimenti in infrastrutture ed innovazione messi in campo in questi anni e che certifica come la sfida della digitalizzazione si possa affrontare e vincere. Perché è chiaro che chi investe di più in innovazione riesce a offrire servizi di qualità e a soddisfare meglio i propri clienti. Questo è sempre stato il nostro approccio, un modello vincente che continueremo a seguire anche in futuro".

Conferma l’obiettivo di fornire ad una percentuale sempre crescente della popolazione - dall’attuale 30% al 90% nel 2026 - un servizio Gigabit utilizzando una combinazione di infrastrutture convergenti di nuova generazione fisse e mobili? Che valore mobilitante ha in Fastweb questo obiettivo ambizioso? Quali investimenti complessivi intendete mettere in campo?

"Siamo stati i primi a realizzare reti in fibra ottica, con le tecnologie FTTH e FTTC e a sviluppare una rete proprietaria che ad oggi copre il 30% delle abitazioni. Adesso continuiamo ad investire con due progetti che ci aiuteranno ad ampliare molto la copertura di reti ultra performanti. In primo luogo con lo sviluppo della rete UltraFWA, una tecnologia che unisce la potenza della fibra, alla flessibilità del mobile. Sarà una reteche ci consente di portare le stesse performance della fibra a casa con una tecnologia molto più semplice da portare, specie in aree meno densamente abitate, ed eliminare così una volta per tutte l’Italia a due velocità. Contiamo di arrivare al 60% della popolazione con questa tecnologia, coprendo interamente le cosiddette “aree grigie” - città medio piccole in cui la fibra non è sempre sostenibile - e anche circa il 50% delle aree bianche, quelle a fallimento di mercato. Con le reti 5G mobili, infine, che avranno anch’esse performance sempre più analoghe a quelle delle reti fisse, arriveremo a coprire il 90% della popolazione con reti ultra performanti. Due progetti in cui crediamo molto e che sono già in fase di realizzazione. Nonostante l’emergenza Covid siamo perfettamente in linea con le previsioni e lanceremo a breve i primi servizi".

Veniamo al ‘cuore’ di questa intervista, che è parlare di due storie parallele, la sua e quella di Fastweb, intrecciate nel suo primo libro, uscito di recente per i tipi di Mondadori, “Get in the game - La sfida della crescita”. Lei ha affermato, parlando del libro: “Crescita della consapevolezza che non dobbiamo per forza essere sportivi professionisti, ma che ognuno può essere atleta”. Qual è l’obiettivo ultimo della sua opera? Perché l’ha scritta?
" "Get in the game è appunto una storia di crescita, nella quale racconto la crescita di una splendida azienda che da start up è diventata una delle realtà top performer in Europa e parallelamente la mia crescita personale e professionale avvenuta in simbiosi con questa organizzazione. Scrivere mi ha aiutato a capire che ci sono molti legami con il mio concetto di performance sportiva. Quando affermo che tutti noi possiamo essere atleti, non parlo necessariamente di campioni come Bolt o Tortu, ma atleti che si allenano e si impegnano per migliorarsi. In questo meccanismo c’è il concetto di sfida e di crescita nello sport come in azienda. Ecco, nel libro ho cercato di raccontare tutto questo".



In ‘Get in the game’ proclama la necessità di ‘cambiare pelle’ per continuare a essere efficaci e portare avanti la propria mission. Cosa intende per ‘cambiare pelle’? E, in questo quadro, cos’è per lei l’ambizione?
"Il cambiamento è il motore della crescita, personale ed economico-aziendale. Fastweb ha cambiato pelle spesso, ma ha saputo sempre migliorarsi. Il prossimo step è concentrarci sull’evoluzione dei servizi a 360 gradi. Per troppo tempo abbiamo lasciato lo spazio migliore, più bello e anche più redditizio, agli Over the Top come Google, Amazon, Netflix...è arrivato il momento di cambiare rotta. Vogliamo competere con loro, pur continuando a offrire anche la nostra rete. L’obiettivo è quello di avere la leggerezza di un Ott, ma con la solidità di un’infrastruttura proprietaria che ci garantisce un servizio eccellente. È questa la nostra nuova ambizione, quindi una costante spinta aspirazionale a migliorare se stessi".

Lei parla della capacità di far diventare imprenditori anche gli stessi dipendenti. Come farlo? Qual è l’esperienza di Fastweb su questo versante?
"Vuol dire mettere la persona al centro di tutti i processi dell’organizzazione aziendale, creando ed alimentando un rapporto di fiducia che è il vero motivatore delle persone dentro e fuori i luoghi di lavoro. Dando fiducia, distribuendo la possibilità e la responsabilità di decidere, le performance accelerano. La pandemia ha valorizzato questa impostazione, accelerando il passaggio dell’azienda da una dimensione materiale a una organizzazione digitale. Con tremila dipendenti - il 100%, me compreso - che da mesi lavorano a distanza è stato importante rafforzare i legami di fiducia e mettere in campo gli strumenti per continuare a far sentire tutti parte dello stesso progetto, accorciando ogni separazione non fisica, ma psicologica".

Fa spesso riferimento ai valori dello sport. Quanto ha contato e conta, nella sua esperienza di vita, lo sport? Si può definire Fastweb una Azienda ‘sportiva’?
"Lo sport è sempre stato un elemento fondamentale della mia vita. Sono un grande appassionato di qualsiasi sport che preveda una costante ricerca dell’espressione della propria potenzialità e lo spostamento progressivo dei propri limiti sempre un po’ più avanti. Cerco sempre di trasmettere questa mentalità alle persone con cui lavoro e per un’azienda giovane e dinamica come Fastweb, che ha fatto della potenza e della velocità i punti di forza della sulla offerta è stato quindi naturale inglobare la cultura e i valori dello sport nel proprio modello aziendale".

Chiudiamo il cerchio. In ‘Get in the game’ lei racconta la crescita di un ragazzo che è diventato grande in simbiosi con questa organizzazione. Se dovesse stilare una classifica, cosa finora le ha dato di più l’esperienza in Fastweb? E cosa lei pensa di aver dato di più a Fastweb?
"Dal 2013 sono amministratore delegato di Fastweb e da 20 anni corro insieme all’azienda cercando ogni giorno di trasmettere la passione e la determinazione necessaria per affrontare le sfide di un mercato estremamente competitivo, con l’ambizione di essere sempre un passo avanti. Guidare questa azienda mi ha insegnato l’importanza del sapersi mettere continuamente in gioco, ancor di più nella situazione attuale, che ha richiesto una profonda trasformazione mentale e dei modelli di relazione e organizzazione del lavoro. In sintesi mi ha dato la possibilità di crescere e migliorarmi prima di tutto come persona, quello che ho dato io è probabilmente una spinta costante al cambiamento".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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