Kometa, l'ad Pedranzini: "Bontà, salubrità e accessibilità i nostri pilastri"

 
Una storia imprenditoriale di successo, con un cuore italiano in terra ungherese, nel campo della trasformazione delle carni suine, fino ad arrivare a posizioni di leadership. Impegno, investimenti, qualità e innovazione. E la valutazione dell’impatto nel settore dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Ne parliamo con l’Amministratore delegato di Kometa, Giacomo Pedranzini.

Kometa 99 ZRt è uno dei più grandi trasformatori di carni suine in Ungheria. Ha un cuore italiano, facendo riferimento a una famiglia della Valtellina che nel settore è da sempre un protagonista. Con i suoi prodotti di classe mondiale, Kometa è diventato un attore di mercato eccellente non solo in Ungheria, ma anche in molti Paesi del mondo (il 40% della produzione è destinata ai mercati esteri). Nell’ultimo decennio si è affermata sempre più Kometa ha investito oltre 8 miliardi di fiorini (pari a circa 26 milioni di euro) in sviluppi ed ammodernamenti. E negli ultimi 4 anni l’azienda ha raddoppiato il fatturato. Quali sono le principali ragioni di questo evidente successo?
"Come spesso succede, il successo ha anche origine nei precedenti insuccessi. Abbiamo faticato tanto, commesso errori, imparato…un passo alla volta. Ma la vera ragione che infine ci ha permesso di emergere risiede nel credo trasmessoci da nostro padre: onestà, laboriosità, perseveranza! Ci mancava forse, fra le altre cose, un po’ di scaltrezza, quanto mai necessaria in un ambiente competitivo molto complesso. Ma infine forse abbiamo acquisito anche quella ed i risultati stanno arrivando…"

Quale impatto ha avuto e sta avendo sul mercato degli insaccati l’emergenza sanitaria da Covid-19? Quali i problemi più evidenti dell’impatto sulla filiera produttiva e commerciale? Come avete affrontato l’emergenza sanitaria, la più grave da un secolo a questa parte?
"Siamo certamente uno dei settori fortunati, meno toccati dagli effetti della pandemia. Abbiamo adottato immediatamente tutte le misure precauzionali necessarie: dalla termo camera per il controllo della temperatura per tutti i dipendenti all’ingresso in azienda, alle mascherine sempre indossate, ai disinfettanti, alla turnazione per l’accesso alla mensa. Tutto il Paese si è mosso con tempestività e rigore e quindi fino ad oggi abbiamo gestito l’emergenza senza gravi problemi. Dal punto di vista del lavoro, dopo il picco di domanda registrato nel mese di marzo, abbiamo subito una evidente flessione in aprile e maggio, ma da giugno la situazione si va normalizzando. In generale comunque la nostra attività è in crescita per cui al 30 giugno il nostro fatturato è in crescita del 19% rispetto al 2019".

Kometa ha conquistato la sua leadership facendo leva sulla qualità e lei nelle interviste ribadisce sempre questo concetto. Ma la qualità non sempre si abbina a un prezzo accessibile. Quale equilibrio tra qualità e prezzo avete trovato e come, visto che i vostri prodotti hanno un’indubbia qualità ma anche prezzi abbordabili?
"Quando si parla di qualità è molto importante definirne esattamente i contenuti. Per noi la qualità poggia su tre pilastri: bontà, salubrità, accessibilità.
1. La bontà del cibo! Mangiare deve essere un vero piacere. Moderata la quantità, ma intenso il piacere!
2. Salubrità: il cibo deve giovare alla nostra salute! Da qui l’eliminazione di soia, glutine, glutammato (esaltatore di sapidità), lattosio e proteine del latte da tutti i nostri prodotti. E, infine, nel 2018 l’innovazione più importante: riduzione del 25% del contenuto di sale nella maggior parte dei nostri prodotti.
3. Aaccessibiltà: la qualità non può essere venduta a basso prezzo, ma nemmeno deve essere un lusso. Grazie al nostro modello produttivo - tutto il processo, dalla macellazione al confezionamento del prodotto finito in atmosfera modificata, sotto lo stesso tetto - operiamo con un livello di efficienza molto alto che ci permette di offrire al consumatore un prezzo accessibile 365 giorni all’anno".

Avete effettuato importanti investimenti sul fronte della Sostenibilità, tanto che in Ungheria siete l’unico stabilimento del settore che cura alla perfezione il ciclo dell’acqua, fattore cruciale nelle vostre produzioni. In altre parole, prelevate acqua e la riconsegnate all’ambiente completamente depurata. In che misura la Sostenibilità è presente nel funzionamento di Kometa e quale fattore competitivo rappresentano per voi gli investimenti in Sostenibilità?
"Oggi si potrebbe dire che tutto parte del consumatore finale, che negli ultimi anni è molto cambiato. Sempre di più il consumatore non sceglie solo il prodotto, ma prima ancora l’azienda che lo produce con l’insieme dei valori e comportamenti che la caratterizzano.
Noi questo cambiamento l’abbiamo anticipato e forse un po’ anche favorito. Per il futuro questi aspetti saranno ancora più importanti, quindi continueremo ad investire - è di queste settimane l’inaugurazione dell’impianto per la lavorazione dei sottoprodotti - e a promuovere il cambiamento nella direzione di attività economiche socialmente responsabili. Non si tratta solo di sostenibilità, ma di responsabilità su tutti i fronti: a partire dalla salute del consumatore fino ad arrivare ad aspetti legati all’etica del lavoro e del fare impresa. L’onestà e l’autenticità dei comportamenti saranno riconosciuti e premiati dal consumatore".

Capitolo benessere animale, che rientra nel tema Sostenibilità. Lei ha da sempre dichiarato e concretamente realizzato una grande attenzione su questo tema. Può illustrarci come la filiera Kometa integra nella sua attività questo argomento, sul quale la sensibilità dell’opinione pubblica è sempre più elevata?
"Sono il quinto dei 9 figli di due agricoltori e allevatori di montagna. Sono cresciuto “fra gli animali” e quindi la mia visione del benessere animale è molto pratica ed elementare. In una piccola fattoria di montagna, abbiamo imparato da bambini che gli animali vanno accuditi, nel senso vero del termine, con cura e attenzione perché gli stessi ci ripaghino con le loro produzioni, buone, sane e in quantità ragionevoli.
Poi la pressione competitiva degli ultimi 30/40 anni, l’eccessiva attenzione alla crescita dei volumi per offrire prezzi sempre più bassi, ha stravolto le regole del comune buon senso mettendo a rischio il benessere degli animali e la salute del suolo.
Kometa da anni investe in questa direzione: per esempio paghiamo un premio per quegli allevatori i cui allevamenti sono nel raggio di 100 km dalla nostra azienda per minimizzare la distanza del trasporto, riducendo lo stress degli animali e l’inquinamento ambientale. Abbiamo investito sulle stalle di ricevimento degli animali e facciamo formazione continua agli addetti che vi operano.
Ma la strada in questo campo è ancora lunga, c’è molto lavoro da fare con onestà, senza estremismo e senza rincorrere a ideologie esasperate, ma recuperando le regole del comune buon senso, che possiamo imparare prima di tutto dai veri contadini!"

Dal Rapporto 2020 di Ambrosetti sul Food&Beverage emerge che, tra le leve strategiche per la ripartenza, le imprese di questo ampio e variegato settore individuano nella digitalizzazione la principale priorità di breve periodo, ma che il reale punto di attenzione a lungo termine sarà la sostenibilità. Tale quadro vale anche per il vostro specifico settore?
"Ancora di più per il nostro settore che è particolarmente attenzionato da un’opinione pubblica che, oltre ad essere sempre più sensibile per gli aspetti legati alla sostenibilità, è anche frastornata da un eccesso di parole, teorie e mode a proposito della nutrizione. La produzione ed il consumo della carne e dei prodotti derivati è messo in discussione. Noi operatori del settore dobbiamo dimostrare competenza ed equilibrio per parlare al consumatore in modo credibile ed autentico, proponendo soluzioni che siano veramente nell’interesse della sua salute e di quella dell’intero Creato. Il discorso è molto complesso".

Tornando agli investimenti di Kometa, l’ultimo di grande rilevanza riguarda i sottoprodotti delle lavorazioni, configurando un vero e proprio esempio di economia circolare. Ce ne può parlare?
Ancora una volta Kometa è l’unico impianto in Ungheria, e forse in Europa, ad essersi dotato di un moderno impianto di lavorazione di tutti i sottoprodotti della nostra attività industriale. Produrremo farine di carne destinate all’industria del pet-food e grasso industriale destinato all’alimentazione di motori di cogenerazione per produrre energia verde. I fanghi che residuano dalla depurazione delle acque verranno sterilizzati e potranno quindi essere utilizzati come concime naturale per i campi.

I temi che abbiamo trattato necessariamente comportano una formazione permanente del personale, che nel caso di Kometa è numeroso avendo 700 dipendenti, senza contare quelli generati nell’indotto. Qual è il vostro impegno su questo capitolo determinante?
"Mio padre era solito ripeterci un proverbio: “le parole volano, l’esempio trascina!” Questo è diventato il motto della nostra azienda e definisce lo stile della nostra leadership.
Premesso quindi che la formazione si fa prima di tutto attraverso l’esempio, giorno per giorno, dall’alto verso il basso, con l’impegno di ciascuno di noi, adottiamo anche programmi di formazione con l’ausilio di consulenti esterni che ci aiutino anche ad imparare dall’esperienza di altri ed a rimanere con gli occhi bene aperti sul Mondo".

Lei è arrivato in Ungheria nel 1994, configurando per la sua famiglia, dal punto di vista imprenditoriale, un viaggio che inizia da un piccolo villaggio alpino e continua sulle pendici delle colline di Somogy. Non deve essere stato facile inserirsi in Ungheria, perché il Paese ha una tradizione importante nel settore della produzione delle carni, di cui è anche molto orgoglioso. Come avete vinto la vostra sfida imprenditoriale e come si è trovato e si trova nel Paese magiaro? Quali, a suo parere, i punti di forza dell’Ungheria?
"Siamo venuti in Ungheria nel 1994 e personalmente dovevo rimanerci due o tre anni. Dopo qualche anno mi ha raggiunto mia moglie, anche lei italiana, e siamo ancora qui. I nostri figli hanno studiato alla scuola pubblica ungherese e siamo molto contenti della loro formazione. Questo penso risponda a una parte della sua domanda.
L’Ungheria è un paese ordinato ed accogliente con un’amministrazione pubblica molto, molto efficiente. Probabilmente, almeno in parte, eredità dell’impero Austro-Ungarico. Gode di una posizione geografica privilegiata nel cuore dell’Europa e dispone di buona terra ed acqua abbondante. Io la descrivo come “un paradiso per l’agricoltura e l’agroindustria”.
Gli Ungheresi sono sì orgogliosi, ma anche intelligenti e pazienti. Pazienti con noi stranieri che necessitiamo di tempo per capire l’ambiente e qualche errore pure lo commettiamo. Ed intelligenti per capire quando il nuovo arrivato merita rispetto perché porta energie e sapere utili allo sviluppo del loro Paese.
Siamo stati accettati e infine abbiamo anche ottenuto qualche successo applicando quello che all’inizio di questa intervista ho definito il “credo” trasmessoci da nostro padre: onestà, laboriosità e perseveranza! Giorno dopo giorno, senza stancarsi mai, nonostante le molte difficoltà".

Dottor Pedranzini, lei è un appassionato di ciclismo e Kometa è partner e sponsor dell’omonima società ciclistica in cui operano anche due big come Basso e Contador, su un progetto che coinvolge pubblico e privato. Il ciclismo è fatica e impegno duro, guarda sempre al lungo periodo perché deve arrivare lontano. Sembra, anzi è la metafora della vostra attività imprenditoriale. Se guarda avanti di un decennio, qual è il suo traguardo?
"È certamente una metafora della storia e dell’attività imprenditoriale della mia famiglia. Ma anche di tanta nostra Italia e di tanta gente di Valtellina, la nostra terra a cui siamo particolarmente legati. Fra i risultati che abbiamo ottenuto, forse quello che mi sta più a cuore è che col nostro lavoro in Ungheria abbiamo contribuito ad accrescere il prestigio di noi Italiani: assieme ad alcuni difetti, abbiamo anche tante qualità che ben messe a frutto ci distinguono veramente e ci fanno apprezzare.
Riguardo al futuro le rispondo ancora una volta con le parole dei nostri Genitori: “impegnatevi sempre, senza risparmio e cercate di essere utili agli altri, oltre che a voi stessi!” Continuiamo così e quel che verrà lo accetteremo e lo affronteremo".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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