Lady Monika Bacardi: "L'Italia ha una ricchezza culturale e artistica straordinaria, che merita di essere celebrata e condivisa attraverso il cinema"

- di: Barbara Bizzarri
 

Kalòs kai agathòs: il bello e il buono. L’amore per la bellezza, la volontà di aiutare gli altri. Questa celebre, antica massima sembra racchiudere la missione di Lady Monika Bacardi, perfetta incarnazione di una moderna mecenate rinascimentale.

Signora indiscussa dell’entertainment, poliglotta, fortemente impegnata nel sociale, Lady Bacardi è stata citata fra le donne più influenti dello show business ed è una eccezionale ambasciatrice del talento e della straordinarietà del Made in Italy.

Nata a Merano, vive da tempo nel Principato di Monaco. Ha sposato Lord Luis Bacardi, un discendente del fondatore della nota azienda Bacardi. Insieme al produttore italo-canadese Andrea Iervolino ha fondato ILBE, prestigiosa compagnia di produzione cinematografica, quotata a Euronext Growth Milano e Parigi, che ha realizzato diversi film con grandi star come Al Pacino, Alec Baldwin, Antonio Banderas e Morgan Freeman.

In una lunga intervista esclusiva, ci ha parlato del suo lavoro e dell’impegno sociale di cui è protagonista, tra arte, innovazione e grande cinema.

ILBE, intervista a Lady Monika Bacardi

Come nasce ILBE e con quali obiettivi?

Iervolino & Lady Bacardi Entertainment nasce da un’idea mia e di Andrea Iervolino, un partner di grande spessore con cui ho sempre lavorato in maniera estremamente sinergica. Il nostro obiettivo era, ed è tuttora, quello di produrre film per un pubblico globale, portando la cultura italiana nel mondo. Èper questo che in moltissimi dei nostri film, attori e maestranze internazionali lavorano fianco a fianco con le eccellenze italiane. Sin dalla nascita, poi, abbiamo adottato il modello di business dei produttori indipendenti americani, concentrandoci non solo sulle principali fasi di produzione ma anche sulle proprietà intellettuali, una scelta che ad oggi si è rivelata vincente.

Lei è appassionata di arte e letteratura, passioni che traspone nelle sue scelte: a suo parere, come si fa ad individuare il potenziale di una storia che possa attrarre gli spettatori?

Gli spettatori sono attratti dalle storie, soprattutto dalle storie di qualità, e una storia di qualità si riconosce dalla passione che tutti vi trasferiscono, dal regista allo sceneggiatore, dagli attori ai produttori. Quello che colpisce il cuore del pubblico è l’impegno, la passione per un progetto comune.

Da cosa nasce la sua passione per il cinema e la scelta di farne parte in veste di produttrice?

La passione per il cinema e la scelta di farne parte in veste di produttrice nasce da lontano, da quando ho capito che in questo mondo avrei potuto sviluppare il mio lato creativo e artistico. Il cinema ha il magico potere di farci vivere emozioni intense e raccontare storie che ci colpiscono profondamente. Il mio obiettivo da produttrice è proprio questo, non lasciare il pubblico indifferente, ma proporgli storie che facciano riflettere su tematiche rilevanti.

ILBE si propone di valorizzare il Made in Italy sul grande schermo: perché?

Da produttrice cinematografica, sono convinta che l’Italia abbia una ricchezza culturale e artistica straordinaria, che merita di essere celebrata e condivisa con il mondo attraverso il cinema. Valorizzando il Made in Italy, possiamo mettere in luce il talento degli artisti, dei registi e di tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Attraverso il grande schermo, vogliamo trasportare il pubblico nei luoghi più iconici e suggestivi del nostro Paese, portandoli dentro le storie che hanno fatto grande l’Italia.

Ritiene che l’industria del cinema sia cambiata dopo la pandemia e se sì, in che modo?

Sì, l’industria cinematografica è stata significativamente influenzata dalla pandemia e ha subito diversi cambiamenti a causa delle restrizioni e legate alla salute pubblica. Tra il 2020 e il 2021 abbiamo dovuto ridefinire i nostri prodotti, ma siamo riusciti ad adattarci bene a queste mutate condizioni: abbiamo girato Tell It Like a Woman in piena pandemia, e dovevamo coordinare decine di attrici, registe e maestranze che provenivano da cinque continenti diversi, eppure è stato proprio con questo film che siamo andati agli Oscar!

Il film “Muti”, storia che prende il nome da un sacrificio umano rituale, diffuso in alcune tribù africane, è uscito nel maggio scorso. Cosa l ’ha indotta a voler produrre questo film?

“Muti” è una produzione che ci rende molto orgogliosi, un progetto che coinvolge attori italiani e star di Hollywood destinato al mercato globale. Parliamo di un action thriller che tiene lo spettatore con il fiato sospeso, in cui siamo riusciti a coinvolgere Morgan Freeman, già protagonista di una nostra passata produzione.

In Italia il cinema attraversa un periodo critico: quali ritiene potrebbero essere le misure per risollevarne le sorti? E a suo avviso, quali sono, se ci sono, le difficoltà di produrre film in Italia?

In Italia, mai come oggi sono necessarie misure che sostengano il nostro settore. Per risollevare le sorti del cinema italiano, un aspetto che reputo di primaria importanza è la promozione della nostra industria cinematografica all’estero. Sostenere la promozione internazionale del cinema italiano potrebbe favorire la distribuzione e la visibilità dei film italiani su scala globale.  Partecipare a festival cinematografici internazionali, promuovere coproduzioni con altri paesi e creare piattaforme digitali per la diffusione di film italiani sono i primi passi per rilanciare la visibilità delle nostre pellicole in tutto il mondo.  

Cosa consiglia ai giovani cineasti e chi vorrebbe seguire le sue orme? 

Il primo consiglio che mi sento di dare ai giovani cineasti che vogliono intraprendere questa carriera è quello di non arrendersi mai e di seguire sempre i propri sogni e le proprie passioni. Si deve sempre credere in quello che si vuole fare. Il mondo del cinema non è un settore facile, ma lavorando con passione e fiducia nulla è impossibile. 

 

Lei è molto attiva nella charity. A suo parere quali sono le cause per cui, al giorno d’oggi, è doveroso impegnarsi? 

L’impegno che dedico nel sociale accompagna tanto la mia vita professionale quanto la mia sfera privata. Sono convinta che la difesa dei diritti umani sia essenziale per garantire una società equa e giusta, un messaggio che vogliamo trasmettere in ogni pellicola che produciamo. Ci riempie di orgoglio essere stati nominati agli Oscar con “Applause”, canzone del film Tell it like a Woman, pellicola prodotta da donne sulle donne ma per tutti.  Supporto personalmente diverse organizzazioni filantropiche che affrontano questioni sociali o temi che mi sono cari. Negli ultimi anni ho offerto il mio sostegno a diverse organizzazioni a Monaco, Francia, Italia e altri Paesi. Sulla salvaguardia del pianeta, per esempio, dobbiamo contribuire a creare la consapevolezza su quello che è un problema serio per tutti noi e per le generazioni future. Sono anche onorata di essere recentemente entrata a far parte del Honorary Board di We Do it Together, casa di produzione no profit che si batte da anni affinché al cinema e nei media venga realizzata una nuova e giusta rappresentazione delle donne.  

 

In che modo ritiene che la figura della donna nel cinema debba essere cambiata? 

La figura delle donne nel cinema ha subito un’evoluzione nel corso degli anni, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare per raggiungere una rappresentazione che valorizzi il talento di ognuna di noi. Dobbiamo superare gli stereotipi, e far sì che le donne vengano rappresentate per come sono realmente: forti, capaci, creative. Parlando da produttrice, è fondamentale incoraggiare e sostenere la presenza di donne davanti e dietro la macchina da presa. Sono convinta che ciò permetterebbe una diversificazione delle prospettive e una maggiore rappresentazione delle esperienze femminili.

 

Nel suo lavoro, cosa la sorprende? 

Principalmente le persone, la creatività e l’impatto che un film può avere sulla società: sono queste le cose che rendono ogni progetto un’avventura unica e stimolante. Il cinema è un mezzo straordinario, capace di trasmettere valori e messaggi che possono essere spunto di riflessione, approfondimento, sostegno ed ispirazione politica, economica e sociale. 

 

Qual è la sua idea di stile nel cinema? 

Per me, lo stile nel cinema non è solo una questione di bellezza visiva,ma anche di coerenza con il contenuto e l’intento del film. Ogni progetto cinematografico ha una storia da raccontare e un messaggio da comunicare, e lo stile cinematografico deve servire come strumento per amplificare e arricchire quel racconto. L’idea di stile nel cinema per me significa una combinazione equilibrata di creatività, coerenza, innovazione e sperimentazione.  

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