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Lufthansa pronta a salire al 90% di Ita Airways

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Lufthansa pronta a salire al 90% di Ita Airways

Lufthansa si prepara a rafforzare la propria presa su Ita Airways. Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Handelsblatt, il gruppo tedesco sta collaborando con il ministero dell’Economia italiano per portare la sua quota dall’attuale 41% al 90% entro giugno 2025. L’operazione costerebbe 325 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero circa 100 milioni legati alle performance future della compagnia. Una decisione definitiva è attesa per aprile o maggio.

Lufthansa pronta a salire al 90% di Ita Airways

L’aumento di partecipazione rappresenterebbe un passaggio epocale: Ita Airways diventerebbe di fatto una controllata quasi totale del gruppo Lufthansa, con lo Stato italiano relegato a un ruolo marginale. Per l’Italia significherebbe la perdita della propria compagnia di bandiera, nata dalle ceneri di Alitalia con l’obiettivo di garantire continuità e difendere un asset strategico. Con il nuovo assetto, l’hub di Fiumicino rischia di trasformarsi in una piattaforma funzionale alla rete Lufthansa, subordinata agli hub di Francoforte e Monaco.

La discontinuità e i suoi costi
Quando Ita è stata costituita, la “discontinuità aziendale” è stata presentata come condizione necessaria per ottenere il via libera dell’Unione europea e liberarsi dal fardello dei debiti di Alitalia. Ma quella discontinuità si è tradotta in migliaia di licenziamenti, contratti rinnovati in forma peggiorativa, perdita di diritti accumulati in decenni di lavoro. I dipendenti hanno già pagato un prezzo altissimo: ora, con l’ingresso quasi totalitario di Lufthansa, temono un’ulteriore ondata di razionalizzazioni.

I lavoratori tra speranza e timore

Sul futuro dell’occupazione pesano ombre importanti. L’integrazione con Lufthansa può offrire stabilità finanziaria e nuove prospettive di mercato, ma al tempo stesso porta con sé il rischio di tagli. Le sinergie industriali e operative, tanto invocate dagli investitori, si traducono spesso in riduzione di personale, razionalizzazione delle rotte, ridimensionamento dei servizi interni. I sindacati chiedono garanzie: che l’operazione non si trasformi nell’ennesimo sacrificio per i lavoratori dopo anni di mobilità, cassa integrazione e precarietà.

L’Europa e le regole della concorrenza
Sul piano regolatorio, la Commissione europea dovrà esprimersi. Già l’ingresso al 41% aveva richiesto un lungo confronto con l’Antitrust, preoccupato per l’impatto sugli slot e sulle rotte europee. Con il passaggio al 90%, è probabile che Bruxelles chieda ulteriori misure di compensazione, come la cessione di slot o l’apertura a concorrenti. Una prospettiva che, se da un lato tutela la concorrenza, dall’altro rischia di comprimere ulteriormente lo spazio operativo di Ita in Italia.

La fine della compagnia di bandiera

Al di là degli aspetti tecnici e finanziari, resta il dato simbolico: l’Italia si prepara a dire addio alla propria compagnia di bandiera. Dopo Alitalia, anche Ita perde la sua autonomia e diventa a tutti gli effetti un marchio sotto controllo straniero. Per i lavoratori è la fine di una storia lunga oltre settant’anni, vissuta spesso tra difficoltà e crisi, ma che ha rappresentato un pezzo di identità nazionale. L’operazione con Lufthansa, celebrata come rilancio, appare a molti come l’atto conclusivo di una resa industriale e sociale.

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