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Mario Aprile, la nuova sfida dell'archiviazione: "Il futuro è nella gestione intelligente dei dati"

- di: Redazione
 
Mario Aprile, la nuova sfida dell'archiviazione: 'Il futuro è nella gestione intelligente dei dati'

Mario Aprile, CEO di Organizzazione Aprile, parla in un'intervista a Italia Informa, in cui racconta come la digitalizzazione abbia trasformato il settore dell’archiviazione documentale e il profilo dei clienti. Spiega le sfide e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dalla valorizzazione dei dati, e immagina il futuro dell’azienda nei prossimi vent’anni, con un focus sulla democratizzazione dei servizi per i cittadini.

Mario Aprile, la nuova sfida dell'archiviazione: "Il futuro è nella gestione intelligente dei dati"

Dottor Aprile, la transizione digitale ha rivoluzionato il settore dell’archiviazione documentale. Come è cambiata la vostra attività negli ultimi vent’anni?
Più che chiedersi come è cambiata, direi come sta cambiando, perché i cicli di innovazione sono così veloci che stare al passo è un lavoro straordinario che ogni azienda deve affrontare internamente.
Come è cambiata? Lo si potrebbe ridurre a uno slogan: dal cartaceo al digitale. Oggi manteniamo il core business legato alla custodia e gestione di archivi cartacei. Disponiamo di una piattaforma di circa 23.000 metri quadri, con scaffalature alte fino a 13 metri, dove fisicamente conserviamo tutto il patrimonio archivistico di enti pubblici e privati, oltre a documenti riservati di oltre 400 clienti.
Dall’IPO a oggi, ci siamo progressivamente spostati verso la dematerializzazione e la digitalizzazione. Attualmente, però, c’è una nuova rivoluzione in corso: quella della gestione del dato, resa possibile anche dall’intelligenza artificiale. Questo tema, centrale nell’incontro odierno, rappresenta una frontiera che non è né una semplice opportunità né una minaccia, ma una realtà con cui convivere. È un po’ come l’arrivo del digitale o dell’energia elettrica: va compreso e sfruttato per ottenere vantaggi.
Nel mondo dell’archiviazione, i vantaggi si traducono nel valorizzare il dato, trasformandolo in una risorsa con un nuovo significato. La sfida attuale su cui la nostra organizzazione sta lavorando è proprio questa: far “parlare” il dato.
Si pensi, ad esempio, al settore scientifico e medico. Immaginate di avere uno storico di cinquant’anni di cartelle cliniche, tutte digitalizzate e corredate di metadati: quanto valore potrebbe emergere da quei dati, se aggregati correttamente? Quanto potrebbero migliorare le ricerche mediche? Oppure consideriamo il comparto finanziario, oggi largamente rappresentato tra i premiati: anche lì, analisi quantitative e macroeconomiche potrebbero raggiungere livelli superiori grazie all’utilizzo efficace dei dati archiviati.

La digitalizzazione ha trasformato anche il profilo dei vostri clienti? Qual è oggi il vostro cliente tipo?
Le racconto un po’ della nostra storia, perché in questi trent’anni si è chiuso un ciclo: è stata una ruota che ha girato. L’azienda è nata nel 1952 con mio nonno, che era un interprete durante la guerra nella corte marziale. Fu tra i primi a importare dall’America i calcolatori automatici e, da lì, meccanizzò tra gli anni ‘50 e ’80 un’infinità di comuni e pubbliche amministrazioni.
Successivamente, mio padre ha sviluppato maggiormente il business nel mondo finanziario, assicurativo e bancario, settori che richiedevano importanti investimenti tecnologici. Tuttavia, con il tempo, si è raggiunta una tale maturità tecnologica che è diventato sempre più difficile trovare clienti, se non di altissimo valore.
Paradossalmente, oggi stiamo tornando a guardare con interesse alla pubblica amministrazione, anche grazie ai numerosi investimenti provenienti da fondi europei, PNRR e FESR. Abbiamo però compreso, ed è un consiglio che condividiamo sempre nei vari contesti, che non bisogna necessariamente puntare direttamente al cliente pubblico, ma considerare l’intero ecosistema. È importante, quindi, lavorare con grandi aziende impegnate in progetti significativi per la pubblica amministrazione.
In questo modo, siamo riusciti a inserirci in attività di grande rilevanza che vanno dalla gestione del cartaceo alla digitalizzazione, dalla gestione e valorizzazione del dato alla BPO (Business Process Outsourcing) e BPM (Business Process Management). Questo ci ha permesso di integrare la nostra PMI a conduzione familiare all’interno di grandi gruppi.
Oggi collaboriamo con i principali stakeholder del mondo digitale, come Telecom, Almaviva, Lutech e altri, consolidando il nostro ruolo in progetti di ampia portata.

Organizzazione Aprile ha mantenuto la sua posizione di avanguardia per oltre 70 anni. Come immagina l’azienda tra vent’anni, e quali traguardi vorrebbe raggiungere?

Me la immagino di color rosa, perché le mie figlie sono femmine, hanno due e quattro anni e quindi mi auguro che, nei prossimi anni, possano essere loro a portare avanti l’azienda tra vent’anni. E poi me lo immagino sempre come un’impresa che rimane un po’ al centro: è una comunità all’interno di altre comunità.
Pertanto, dobbiamo riuscire, in qualche modo, a democratizzare l’attività che facciamo per la pubblica amministrazione, rendendola accessibile anche ai cittadini. Questo significa passare dal B2B al B2C. È lì che si giocherà la sfida, creando piattaforme per la gestione, valorizzazione e aggregazione dei dati, sempre partendo dal cartaceo verso il digitale, ma focalizzandoci sui cittadini.
L’obiettivo è dare maggiore valore, perché io penso sempre che, prima di tutto, le imprese debbano essere un supporto per il nostro meraviglioso Paese.

Mario Aprile
Classe 1988, è il CEO di Organizzazione Aprile, azienda barese leader nella gestione documentale. Laureato in Economia, rappresenta la terza generazione dell’impresa fondata nel 1953. È vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, con delega a credito e finanza.

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