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Musk smentisce l’addio al governo. Amazon tenta il colpo su TikTok

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Musk smentisce l’addio al governo. Amazon tenta il colpo su TikTok

Il mondo della politica americana e quello dell’economia digitale si sono trovati, ancora una volta, intrecciati in un vortice di notizie e smentite che agitano i mercati e i corridoi del potere. Nelle ultime ore, al centro dell’attenzione ci sono state due vicende destinate a lasciare il segno: le indiscrezioni su un possibile passo indietro di Elon Musk dal governo statunitense e la clamorosa offerta di Amazon per l’acquisto di TikTok.

Musk smentisce l’addio al governo. Amazon tenta il colpo su TikTok

A infiammare la scena politica è stata, in un primo momento, la voce secondo cui Musk, attuale consigliere speciale per l’innovazione e la tecnologia della Casa Bianca, sarebbe stato pronto a lasciare l’incarico per tornare a occuparsi a tempo pieno dei suoi affari privati e dei suoi imperi industriali. Una notizia rilanciata da diversi media americani e ripresa con insistenza dai social, al punto da alimentare un’ondata di speculazioni sul futuro del visionario imprenditore.

È stato lo stesso Musk a stroncare sul nascere le indiscrezioni, con un tweet lapidario: «Fake news». Parole che non lasciano spazio a interpretazioni. Anche la Casa Bianca, poco dopo, ha confermato che Musk resterà al suo posto «per portare a termine il lavoro intrapreso», sgombrando il campo da ogni dubbio su una possibile uscita anticipata.

L’imprenditore, che negli ultimi mesi ha avuto un ruolo chiave nella definizione delle politiche tecnologiche dell’amministrazione Trump, ha preferito chiudere rapidamente la polemica, consapevole che ogni sua mossa ha un impatto immediato sui mercati e sull’opinione pubblica.

Ma l’attenzione non si è fermata qui. A monopolizzare le cronache economiche è stata l’offerta, ufficializzata nella notte, con cui Amazon ha manifestato la volontà di acquisire TikTok, la popolare piattaforma di video brevi da tempo nel mirino delle autorità americane per questioni legate alla sicurezza nazionale.

L’offerta, secondo fonti vicine al dossier, sarebbe pari a circa 90 miliardi di dollari. Un’operazione colossale, che avrebbe come obiettivo quello di portare TikTok sotto controllo americano e di rafforzare la posizione di Amazon nel mercato dei social media, un settore che finora non era stato centrale nella strategia del colosso guidato da Andy Jassy.

TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, è da anni oggetto di tensioni tra Washington e Pechino. L’amministrazione Trump aveva già cercato di forzare la vendita delle attività americane della piattaforma, senza successo. Ora, la proposta di Amazon riapre uno scenario che potrebbe ridisegnare gli equilibri del mercato digitale globale.

Gli analisti vedono nell’offerta una mossa strategica per Amazon, che punta a integrare TikTok con la propria infrastruttura commerciale e logistica, trasformando la piattaforma non solo in un social network, ma anche in un canale diretto per la vendita di prodotti e servizi. Una prospettiva che preoccupa i concorrenti e solleva interrogativi sul controllo dei dati personali di milioni di utenti.

Sul fronte politico, l’operazione potrebbe risolvere almeno in parte l’annoso problema della proprietà cinese di TikTok, che ha alimentato accuse di spionaggio e violazioni della privacy. Tuttavia, la trattativa si preannuncia complessa e dovrà superare numerosi ostacoli regolatori, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale.

L’intreccio tra la conferma di Musk al governo e l’offerta di Amazon per TikTok conferma ancora una volta quanto sia sottile, oggi, la linea di confine tra economia, tecnologia e politica. I due fronti, apparentemente distinti, raccontano di un’America sempre più impegnata a ridefinire i propri equilibri di potere nel campo dell’innovazione e della sicurezza, con ripercussioni globali.

Nei prossimi giorni, la questione sarà al centro dell’agenda politica e finanziaria, con possibili riflessi anche sulla guerra commerciale in corso e sulle tensioni tra Stati Uniti e Cina, già acuite dai nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump.

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