Stato di emergenza, appello di Lettera 150 a Mattarella: "Preservi la legittimità costituzionale"

 
La possibile proroga dello stato di emergenza oltre l'iniziale termine del 31 luglio da parte del Governo e anticipata da Giuseppe Conte continua a sollevare polemiche, non soltanto all'interno del mondo politico: è infatti arrivata una dura presa di posizione da parte di Lettera 150.

Il Think Tank di cui fanno parte magistrati, professori di ateneo e intellettuali ha infatti lanciato un appello direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli senza troppi giri di parole di evitare qualsiasi rischio di delegittimazione della Costituzione: "La volontà del Governo di prorogare lo stato di emergenza per la pandemia da Coronavirus fino al 31 dicembre tramite una semplice deliberazione del CdM o peggio, con un decreto del Presidente del Consiglio desta in noi una grave preoccupazione".

"Ci sono serie paure" - si legge nella lettera aperta di Lettera 150 - "perché l'eventuale proroga dell'attuale stato d'emergenza potrebbe persino interferire con le elezioni regionali previste a settembre col rischio di intralci o addirittura rinvii: la fase di emergenza è definitivamente conclusa, ci troviamo invece in una situazione di allerta grave a prescindere dall'andamento della pandemia in corso. A essere necessari sono quindi interventi anche urgenti ma che fanno parte della normale gestione legislativa del Parlamento. La situazione che fino a oggi ha permesso di sospendere i diritti fondamentali garantiti dalla costituzione è venuta meno, non sarebbe quindi legittimo prolungare lo stato di emergenza fino a tempi in cui si potrà agire in maniera ordinaria visto che quei tempi sono già raggiunti".

Nell'appello viene posto l'accento sulla possibile mancata discussione in aula: "L'ipotesi che la proroga possa non essere deliberata dal Parlamento non è conciliabile con la nostra costituzione, esproprierebbe l'aula dai suoi poteri legislativi con il rischio di andare verso un Governo dirigista. Facciamo quindi un appello al Presidente della Repubblica in modo che non si arrivi a una rottura della legittimità costituzionale".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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