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Università, lo Svimez stima 10.000 iscrizioni in meno. Il ministro Manfredi: "Sarebbe gravissimo"

 
Università, lo Svimez stima 10.000 iscrizioni in meno. Il ministro Manfredi: 'Sarebbe gravissimo'
L'annata accademica che si aprirà a settembre rischia di essere nera per il settore universitario nel nostro paese. Gli atenei sono stati fra i primi luoghi di aggregazione a chiudere durante il periodo di lockdown per frenare i contagi da Coronavirus e ora gli effetti della pandemia potrebbero ripercuotersi anche nel futuro prossimo.

Per la stagione 2020/2021 infatti c'è il concreto rischio di un crollo delle immatricolazioni. Lo rivela uno studio dello Svimez, associazione che lavora sull'analisi delle condizioni economiche del Mezzogiorno italiano e le cui stime presentano un quadro preoccupante.

La crisi dovuta al Covid-19 infatti influenzerà le iscrizioni all'Università, con una stima di addirittura 10.000 studenti in meno rispetto all'annata passata. Con due terzi di questa cifra che proverrebbe dalle regioni del meridione.

L'analisi dello Svimez è stata basata sui dati raccolti negli anni della crisi precedente nel 2008: l'ipotesi di un peggioramento dei tassi di passaggio fra scuola e atenei degli scorsi anni è più che concreta e su scala nazionale ci dovrebbero essere circa 9500 immatricolazioni in meno (secondo la stima, 6300 arriveranno dal Mezzogiorno).

I ricercatori hanno calcolato che al 2020 si contano 292.000 maturi nelle regioni del Centro Nord e 197.000 in quelle del sud: la nota pubblicata da Luca Bianchi (direttore dell'associazione) e dal professor Gaetano Vecchione (dell'Università Federico II di Napoli) tiene conto che nel 2008 la crisi economica e l'indebolimento dei redditi per i cittadini causò uno scompenso nel tasso di passaggio da scuola all'università.

Per questo da settembre in poi ci si attende un nuovo crollo, da 1,5 punti in meno per gli atenei del settentrione fino al meno 3,6 punti atteso in quelli situati nel Mezzogiorno. Di questo ha parlato il ministro Manfredi ai microfoni di Leggo: "Sarebbe gravissimo, non possiamo permetterci di perdere 10.000 matricole: ci sono voluti 10 anni per riprenderci dal crollo delle iscrizioni del 2008. Uno dei miei obiettivi è potenziare il diritto allo studio allargando la fascia no tax per le iscrizioni. E cercheremo di mantenerla nel tempo per agevolare il percorso degli studenti".
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