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Meloni spinge sul piano Usa per l’Ucraina, Europa in allerta

- di: Bruno Coletta
 
Meloni spinge sul piano Usa per l’Ucraina, Europa in allerta
Meloni guida l’Italia nel piano Usa per l’Ucraina: Europa chiamata in causa
Al vertice del G20 a Johannesburg la premier italiana spinge per un’azione congiunta con Washington, mentre Bruxelles avverte: serve coinvolgimento europeo.
 
(Foto: Donald Trump e Giorgia Meloni in un incontro di qualche tempo fa a Washington).

Nel corso del summit del G20 Summit Johannesburg 2025 in Sudafrica, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni è risorta come protagonista della diplomazia transatlantica. Ha affermato che gli Stati Uniti sono «necessari per arrivare a una soluzione» sul conflitto in Ucraina, e che i «28 punti del piano Trump» rappresentano «una base su cui lavorare». Il testo di Washington, che propone elementi controversi come limiti all’esercito ucraino o cessione di territori occupati da Mosca, ha suscitato subito reazioni critiche da parte dei partner europei, che lo considerano solo «una bozza» da rivedere.

Meloni punta sull’accelerazione Usa e invita gli europei a muoversi uniti

In un fitto calendario di incontri al margine del vertice, Meloni ha avuto confronti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo António Costa e altri leader del G7 e dell’Unione. Alla domanda su un possibile colloquio telefonico con il presidente statunitense Donald Trump, non ha dato per ora conferma, riservando ogni evoluzione al lavoro del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Fabrizio Saggio, già in viaggio verso Ginevra per coordinarsi con Francia, Germania e Gran Bretagna.

Meloni ha dichiarato: “L’Italia è pronta a collaborare con i suoi partner europei e americani per raggiungere una pace giusta”.

Europa tra sostegno e allarme: “bordo non muta, esercito non si riduce”

Nel frattempo, le cancellerie europee hanno fatto sentire la loro voce. I leader del Regno Unito, della Francia, della Germania e dell’Italia hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui sottolineano che il documento statunitense «include elementi importanti che saranno essenziali per una pace giusta e duratura», ma che «è una base che richiede ulteriore lavoro». Invitano a rispettare il principio che «i confini non possono essere modificati con la forza» e manifestano «preoccupazione» per le previsioni di limitazioni all’apparato militare ucraino.

Il piano da 28 punti degli Stati Uniti propone termini come la rinuncia ucraina all’adesione alla NATO e la riduzione dell’esercito, elementi che Bruxelles e Kiev ritengono problematici.

Il ruolo dell’Italia: ponte transatlantico o sguardo europeo autonomo?

Per l’Italia, l’approccio scelto da Meloni sembra puntare a fungere da mediatore tra Washington e Bruxelles. Da un lato, Roma sostiene che senza gli Usa non si può giungere a una soluzione globale; dall’altro, rivendica che l’Europa deve «essere protagonista», come ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, però, ha definito alcuni punti del piano statunitense «inaccettabili» e ha avvertito che la tattica di Trump «provoca, blandisce un giorno, forza l’indomani». Questo tono critico conferma la tensione crescente all’interno del governo italiano e tra alleati europei.

Contenziosi delicati: asset russi, territori, chain-supply industriali

Tra i nodi principali della trattativa figura il destino degli asset russi congelati in Europa, la cessione dei territori rivendicati da Mosca e la sicurezza delle catene di approvvigionamento globali. Meloni ha avuto un bilaterale con il premier cinese Li Qiang, in cui ha sottolineato l’«esigenza di garantire condizioni di parità alle aziende che operano sui mercati internazionali e di tutelare la sicurezza delle catene di approvvigionamento industriali».

Il piano Usa suggerirebbe lo sblocco degli asset russi, mentre l’Europa vorrebbe usarli come leva per garantire ricostruzione e risarcimento all’Ucraina nel 2026-27.

Scenario aperto: la partita passa da Ginevra e oltre

Le prossime mosse si giocheranno a Ginevra, dove Saggio insieme agli omologhi francesi, tedeschi e britannici incontrerà nelle prossime ore funzionari di Usa, Ue e Ucraina. Roma considera questa sessione un banco di prova della serietà degli Stati Uniti nel portare avanti una mediazione concreta.

Nel contempo, la mancanza del presidente Trump al vertice e l’assenza di partecipazione diretta degli Usa hanno amplificato le preoccupazioni circa la marginalizzazione europea.

L’Italia sulla scena, l’Europa sotto la lente

In una fase in cui la diplomazia internazionale accelera, l’Italia appare determinata a non restare sullo sfondo. L’azione di Meloni al G20 segna un tentativo concreto di posizionarsi al centro della trattativa per l’Ucraina, ma la vera prova sarà se potrà influire sul testo finale e sull’equilibrio tra Washington e Bruxelles. L’Europa, da parte sua, ha già lanciato il suo messaggio: non accetteremo una pace che comprometta la sovranità ucraina, i confini stabiliti dal diritto internazionale e il ruolo autonomo del continente. È una partita che si gioca su più tavoli, con l’Italia intenzionata a farne parte da protagonista.

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