Con le rondini, torna anche la proposta di patrimoniale di Landini

- di: Daniele Minuti
 
Sono decine le opere filmiche che hanno avuto come soggetto il loop temporale, con persone che sono costrette a rivivere, in continuazione, le stesse giornate, quindi le stesse esperienze, magari ascoltando le stesse frasi. Un continuo ritrovarsi in situazioni identiche che rischiano di portare i protagonisti ad un passo dalla pazzia, a meno che non guardino il ritorno delle rondini ad ogni primavera.
Questa situazione é un po' quello che ci riserva Maurizio Landini, e non da ora.

Maurizio Landini torna a parlare dell'ipotesi patrimoniale

Stiamo parlando di uno dei suoi cavalli di battaglia, forse il preferito, ovvero un intervento sui redditi e i patrimoni più alti. Cosa che si tradurrebbe in ''prelievi di solidarietà'' con la finalità di ''tutelare chi sta peggio, chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese''. È la solita, cara idea della patrimoniale che Landini ciclicamente ipotizza, a maggior ragione oggi che larghi strati della popolazione veramente in sofferenza per la crisi economica.
Maurizio Landini, che è uomo della concretezza, ha anche indicato la fascia da ''colpire'' con la patrimoniale, quella che ha un Isee sopra il milione di euro. Per dare maggiore peso e visibilità alla proposta, Landini ha deciso di parlarne dopo l'incontro che si è svolto a palazzo Chigi tra Mario Draghi e il ministro Andrea Orlando e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.

Ora, dimenticando per un istante che l'incontro è stato successivo all'indecente sceneggiata, in commissione, sulla delega fiscale, forse non c'era momento peggiore per parlare di ''prelievo forzoso'' e per più d'un motivo.
La proposta di Landini è arrivata in un momento in cui il Governo, come chi si trovava tra Scilla e Cariddi, non può certo permettersi, anche se lo volesse, di alzare l'asticella delle tasse per evitare di restare schiacciato.
Non solo perché il Paese da anni è in una fase di ''non crescita'' economica reale (il rimbalzo post-pandemia era fisiologico), quanto perché vive quotidianamente un clima di incertezza che non può essere acuito da nuove imposizioni di profilo fiscale, di cui non si capirebbe la ragione. E poco importa che il provvedimento dovrebbe interessare i ''ricchi'', perché sarebbe difficilmente comprensibile come messaggio generale.
Anche perché, in fin dei conti, l'operazione porterebbe nelle casse dello Stato somme certo non esorbitanti.

Però, bisogna ammetterlo, parlarne ogni tanto fa scena, alza il classico polverone che si sa bene che non lascerà tracce. Che poi il governo ripeta in continuazione che non intende aumentare le tasse (men che meno, quindi, ricorrere ad una misura che riguarda solo una categoria, sebbene parliamo di ricchi) è solo un modo per tenere insieme una coalizione raccogliticcia, cui la materia fiscale consente di fare emergere il dissenso sulla linea Draghi.
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