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Rutte scuote l’alleanza: «La guerra è alle porte»

- di: Bruno Coletta
 
Rutte scuote l’alleanza: «La guerra è alle porte»
Allarme Nato, minacce russe e tensioni diplomatiche tra Europa e Usa.

In una fase di conflitto che non accenna a rallentare, nuovi sviluppi politici e militari scuotono l’Europa e l’Alleanza Atlantica. Dopo mesi di guerra in Ucraina, il segretario generale della Nato, Mark Rutte (foto), ha lanciato un messaggio netto agli alleati, mentre Mosca intensifica le sue minacce e Kiev porta la guerra oltre i suoi confini con raid di droni su infrastrutture strategiche.

Un allarme senza precedenti: la Nato, possibile obiettivo di Mosca

Il 11 dicembre 2025 a Berlino, durante un intervento pubblico, Mark Rutte ha avvertito che la Russia potrebbe orientare la sua aggressione direttamente contro i membri della Nato nei prossimi cinque anni, sottolineando che «non siamo al sicuro e dobbiamo agire ora» per rafforzare la difesa collettiva e aumentare la spesa militare degli alleati.

Secondo Rutte, l’inerzia e la «compiacenza silenziosa» di alcuni partner rischiano di lasciare l’Europa vulnerabile a un’escalation più ampia. Ha richiamato la memoria storica delle guerre su larga scala e chiesto un significativo incremento della produzione di armamenti nell’immediato.

Lavrov risponde: “Peacekeeper europei diventerebbero obiettivi legittimi”

Nello stesso clima teso, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha dichiarato che qualsiasi forza europea inviata come “peacekeeper” in Ucraina verrebbe considerata un obiettivo militare legittimo da parte delle forze russe. Questa affermazione, riportata da fonti di stampa internazionali, sembra puntare a scoraggiare operazioni di peacekeeping di matrice occidentale.

Droni ucraini colpiscono obiettivi nel cuore dell’economia russa

Parallelamente alla tensione diplomatica, Kiev ha rivendicato un attacco con droni contro la piattaforma petrolifera Filanovsky nel Mar Caspio, di proprietà russa della Lukoil, interrompendo la produzione da oltre 20 pozzi.

Questo rappresenta uno dei raid più audaci finora attribuiti alle forze ucraine sul suolo economico russo e riflette l’evoluzione del conflitto su fronti non tradizionali. Nel frattempo, la difesa aerea russa ha affermato di aver abbattuto centinaia di droni diretti verso la regione di Mosca, provocando cancellazioni e ritardi massicci negli aeroporti internazionali della capitale.

Vertici serrati tra Usa e leader europei

La diplomazia internazionale è in fermento. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha discusso con i leader di Francia, Germania e Regno Unito in colloqui definiti “forti” su come proseguire le trattative di pace, pur senza annunci di risultati concreti.

Fonti recenti riportano inoltre che gli Stati Uniti avrebbero proposto a Kiev un ritiro da alcune aree contese nel Donbas per facilitare un accordo di pace, anche se Zelensky ha sottolineato che un simile passo dovrebbe essere deciso con un referendum popolare, suscitando dibattito interno ed europeo.

Il ruolo dei leader europei

I maggiori stati europei, tra cui Francia, Germania e Regno Unito, stanno cercando di bilanciare l’approccio americano con la necessità di mantenere un fronte unito di sostegno a Kiev. In conferenze stampa congiunte, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito la necessità di coinvolgere l’Europa nelle trattative di pace e ha convocato incontri nei prossimi giorni per discutere le strategie comuni.

Che cosa significa per il futuro

Con l’avanzare del conflitto e le nuove minacce di escalation, l’Europa sembra trovarsi a un bivio: aumentare la propria autonomia strategica e militare o restare dipendente dalle dinamiche transatlantiche. Le parole di Rutte, unite alle risposte dure di Mosca e alle azioni militari sul terreno, suggeriscono che il 2026 potrebbe essere un anno decisivo per la sicurezza euro-atlantica. 

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