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Il sogno di Papa Francesco diventa realtà

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il sogno di Papa Francesco diventa realtà

C’è un filo rosso che attraversa due pontificati, un sogno che non si è dissolto con il cambio di nome sulla Cattedra di Pietro. Quel filo unisce Papa Francesco e Papa Leone, il suo successore, nel segno di una Chiesa che non teme di sporcarsi le mani, di scendere tra gli ultimi, di abitare i luoghi dove la povertà non è uno slogan ma una condizione di vita.

Il sogno di Papa Francesco diventa realtà

Oggi, in Vaticano, è stato annunciato che il Giubileo dei Movimenti Popolari si svolgerà nello SpinTime, il palazzo occupato nel quartiere Esquilino di Roma, diventato negli anni un simbolo di resistenza civile e di accoglienza sociale.

È lì, dove padre Konrad Krajewski, l’Elemosiniere pontificio di Francesco, riattaccò la luce a un edificio lasciato al buio, sfidando burocrazie e polemiche, che si terranno gli eventi principali del Giubileo. Un gesto allora giudicato scandaloso da molti, ma che oggi, con questa decisione, viene riconosciuto per ciò che era: un atto profetico, una dichiarazione di appartenenza della Chiesa ai poveri, non ai palazzi di potere.

“Era il sogno di Papa Francesco”
, ha detto don Mattia Ferrari, il cappellano di Mediterranea, nel corso della conferenza stampa in Vaticano. Con voce ferma, ma con l’emozione di chi sa di vivere un passaggio storico, Ferrari ha ricordato come Francesco avesse immaginato un giorno in cui i movimenti popolari — contadini, migranti, lavoratori precari, attivisti sociali — non fossero semplicemente accolti, ma riconosciuti come parte viva e pensante della Chiesa stessa. “Questo sogno oggi diventa realtà grazie a Papa Leone, che lo ha voluto compiere”, ha aggiunto.

Tre saranno i grandi momenti dell’evento: l’incontro dei Movimenti Popolari, dal 21 al 24 ottobre nello SpinTime; l’udienza con Papa Leone, il 23 ottobre alle 16 nell’Aula Paolo VI; e infine il Festival delle sere del 22, 23 e 24, a Piazza Vittorio, realizzato con il supporto del Comune di Roma Capitale. Il tutto culminerà nel pellegrinaggio giubilare del 25 e 26 ottobre, che terminerà con la messa presieduta da Papa Leone nella Basilica di San Pietro.

Una scelta che non è solo logistica, ma profondamente simbolica. SpinTime, con le sue mura piene di murales, le famiglie che lo abitano, le cucine collettive, le sale improvvisate per l’arte e la politica, rappresenta l’altra Roma, quella invisibile, quella che sfugge ai tour turistici e agli sguardi distratti. È “casa di riferimento per tanti movimenti popolari”, come ha ricordato ancora don Ferrari, ma ora diventa anche casa della Chiesa, non per concessione, ma per convinzione.

E così il sogno di Francesco — quello di una Chiesa povera per i poveri, non solo nei discorsi ma nei gesti concreti — non è rimasto un’eco del passato, ma si incarna in un atto di continuità. “Tutti i movimenti saranno accompagnati all’udienza con Papa Leone dalle loro chiese locali. Questo era il sogno di Papa Francesco”, ha ripetuto Ferrari, come per fissare un’eredità morale, una staffetta di coerenza.

Qui c'è la potenza del gesto più che la retorica del messaggio: la forza di una Chiesa che torna a scegliere da che parte stare. SpinTime non è un santuario, ma un condominio popolare, un laboratorio di conflitti e speranze. Portare lì il Giubileo significa dire che il sacro può abitare anche tra le crepe del profano.

Non tutti applaudiranno. Ci sarà chi parlerà di populismo, di provocazione, di eccessiva indulgenza verso l’illegalità di un’occupazione. Ma il segno, ormai, è dato: la Chiesa non si ritrae, non cerca più riparo nelle mura leonine. Lo aveva intuito Francesco, lo conferma Leone.

SpinTime, l’edificio dove un giorno un cardinale con le mani callose riattaccò la corrente per restituire dignità a chi viveva al buio, torna oggi al centro della storia. Non per scandalo, ma per fedeltà. E allora sì: il sogno di Papa Francesco è realtà. Non un sogno di potere, ma di prossimità. Una Chiesa che non giudica da lontano, ma che si siede alla tavola degli ultimi, dove la luce — quella vera — non si spegne più.

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