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Turismo, +2,8% di stranieri “salva” la stagione estiva in Italia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Turismo, +2,8% di stranieri “salva” la stagione estiva in Italia

La stagione estiva 2025 dell’Italia turistica si chiude con un dato che fa tirare un sospiro di sollievo: l’aumento del 2,8% degli arrivi stranieri ha compensato le flessioni registrate in alcuni segmenti del mercato interno. A trainare la crescita sono soprattutto il Nord Ovest (+4,5%) e il Sud e le Isole (+3,7%), mentre il Centro cresce più lentamente (+1,6%). Decisiva, per il Nord, la vicinanza geografica con i Paesi confinanti e l’ottima performance delle località di montagna e dei laghi.

Turismo, +2,8% di stranieri “salva” la stagione estiva in Italia

Rispetto al 2024, i turisti stranieri hanno diversificato le scelte. In forte crescita le località di campagna e collina (+5,5%) e montane (+5,2%), seguite dalle termali (+4,1%) e da quelle lacustri (+3,6%). Molto più contenuto invece l’incremento per le città d’arte (+0,3%), con performance migliori nei centri minori rispetto alle grandi capitali del turismo. Una dinamica che riflette le nuove tendenze del viaggio: ricerca di esperienze più autentiche, lontane dalle folle, e attenzione a paesaggi e benessere.

I mercati di provenienza
A guidare la ripresa ci sono i turisti provenienti dalla Francia, soprattutto nel Nord Ovest, al Sud e nelle località termali, lacustri e di montagna. Bene anche i flussi da Polonia e Repubblica Ceca (in particolare verso il Nord Est), dai Paesi Bassi, dal Belgio e dalla Svizzera. In accelerazione i viaggiatori provenienti dai Paesi scandinavi, dal Regno Unito, dalla Spagna, dall’Ungheria, così come da mercati extraeuropei quali Brasile, Canada e Paesi Baltici. Segnali positivi arrivano anche dal ritorno della Cina e dai Paesi arabi, che recuperano terreno dopo anni di rallentamento.

I cali da Germania e Stati Uniti
Non mancano però ombre. Due mercati storici per l’Italia, Germania e Stati Uniti, registrano una flessione significativa: si stimano quasi 900mila pernottamenti in meno, di cui 350mila persi dai tedeschi e oltre 530mila dagli americani. Pesano diversi fattori: il rallentamento dell’economia tedesca, l’indebolimento del dollaro e, per gli Stati Uniti, anche l’effetto del travel advisory emesso dal Bureau of Consular Affairs a giugno, che ha innalzato il livello di rischio per i viaggi in Italia da 1 a 2 su una scala di 4.

Altri mercati in difficoltà
Oltre a Germania e Stati Uniti, segnano un arretramento anche i flussi turistici da Giappone, Corea del Sud e Australia. Un dato che conferma come l’Asia-Pacifico, nonostante la ripresa dei collegamenti aerei post-pandemia, resti un’area con margini di crescita ancora fragili, condizionata da fattori economici interni e dalla concorrenza di altre destinazioni mediterranee.

Il sostegno di promozione e trasporti

A sostenere la stagione hanno contribuito le campagne di promozione curate da ENIT e dalle Regioni, con focus su mercati emergenti e turismo esperienziale. La presenza dell’Italia alle principali fiere internazionali, unita a campagne digitali mirate, ha rafforzato l’attrattività del brand “Italia”. Un ruolo importante lo hanno avuto anche i collegamenti: le compagnie aeree low-cost hanno ampliato l’offerta su aeroporti regionali, mentre l’alta velocità ferroviaria ha reso più rapidi e accessibili i viaggi interni, facilitando la mobilità dei visitatori stranieri tra le diverse aree del Paese.

Impatto sull’economia
Il turismo estivo rappresenta una voce fondamentale del PIL italiano: secondo le prime stime, la spesa degli stranieri ha superato i 20 miliardi di euro nei tre mesi centrali della stagione, con effetti positivi su occupazione stagionale, ristorazione, trasporti e commercio locale. Le presenze straniere hanno dunque compensato il rallentamento della domanda domestica, salvando i conti di molte strutture ricettive. Resta tuttavia la sfida di trasformare questa crescita congiunturale in un percorso strutturale, capace di sostenere l’Italia anche nei mesi di bassa stagione.

Un bilancio in chiaroscuro

Nel complesso, la stagione estiva si chiude con un bilancio positivo grazie all’apporto degli stranieri, che hanno “salvato” i numeri complessivi delle presenze. Ma emergono nuove sfide: consolidare i mercati in crescita, recuperare i flussi in calo e gestire le trasformazioni della domanda turistica, sempre più orientata verso località meno affollate e segmenti di nicchia. Per l’Italia, resta l’urgenza di rafforzare strategie di promozione mirate e infrastrutture adeguate, così da valorizzare appieno un settore che continua a essere trainante per l’economia nazionale.

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