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Università telematiche, boom di iscritti e laureati: il nuovo motore dell’economia della formazione

- di: Giulia Caiola
 
Università telematiche, boom di iscritti e laureati: il nuovo motore dell’economia della formazione

L’università italiana sta attraversando una trasformazione profonda, e questa volta l’impatto è misurabile anche in termini economici. Il fenomeno delle telematiche – per anni considerato marginale – oggi si è consolidato come uno dei settori più dinamici del sistema formativo, capace di attrarre investimenti, studenti lavoratori e professionisti in cerca di percorsi flessibili. I dati più recenti di AteneiOnline mostrano come negli ultimi cinque anni gli iscritti agli atenei online siano raddoppiati, segnando un cambio di paradigma che ridisegna la geografia dell’istruzione superiore.

Università telematiche, boom di iscritti e laureati

La crescita non riguarda solo le immatricolazioni. Nel 2020, l’11,9% dei laureati nei corsi offerti sia dagli atenei tradizionali che da quelli telematici arrivava dal digitale; nel 2024 la quota è salita al 24,3%. È un dato che testimonia non solo la popolarità del modello, ma anche la sua efficienza organizzativa e la sua capacità di rispondere alle esigenze economiche e di tempo di studenti spesso già inseriti nel mondo del lavoro.

I settori dove le telematiche dominano
L’incidenza delle lauree online varia a seconda delle aree disciplinari, ma alcuni campi hanno già visto un sorpasso netto. In scienze motorie oltre metà dei laureati (59,2%) proviene da un percorso telematico. Percentuali elevate si registrano anche in scienze della formazione (44,8%), nutrizione (42,4%) e giurisprudenza (40,1%). Qui la flessibilità diventa un fattore determinante: studenti adulti, lavoratori turnisti, professionisti che cercano riqualificazione trovano negli atenei online la possibilità di conciliare studio e impegni personali. Anche in lettere (38%) e psicologia (29,8%) la quota di laureati telematici è ormai consolidata, mentre comunicazione (10,2%) e lingue (9,7%) restano più legate alla formula in presenza.

Il fattore tempo: più laureati in corso
La velocità dei percorsi è uno dei principali indicatori del valore economico delle telematiche. L’80,9% degli studenti online si laurea nei tempi previsti, contro il 54,7% degli atenei statali. Significa meno anni di tasse universitarie, meno costi indiretti e un ingresso più rapido nel mercato del lavoro. Il divario è ancora più evidente nei corsi lunghi: in giurisprudenza l’83% dei laureati telematici è “in corso”, quasi il doppio rispetto al 43% registrato nelle università tradizionali.

Il mercato del lavoro apre le porte ai laureati digitali

Il successo si riflette anche sull’occupazione. A un anno dal titolo, il 77,4% dei laureati online risulta occupato, un dato superiore al 74,4% degli studenti degli atenei statali. Nei settori più competitivi, l’impatto è impressionante: economia tocca il 91,4% degli occupati, scienze motorie l’81,7% e ingegneria gestionale il 79,6%. Giurisprudenza e psicologia superano entrambe il 74%. Le aziende valutano competenze e flessibilità, non la modalità con cui è stato conseguito il titolo. Il “pregiudizio digitale”, ormai, è archiviato.

La soddisfazione degli studenti e l’assenza di stigma
L’apprezzamento degli studenti conferma la solidità del modello: nel 2024 il 89,8% dei laureati telematici si è detto soddisfatto del proprio percorso, un dato praticamente identico a quello delle università tradizionali (89,9%). La formazione online non è più considerata un ripiego, ma una scelta strutturale, funzionale e calibrata sulle esigenze contemporanee.

Un settore che vale miliardi
La diffusione degli atenei telematici ha creato un ecosistema economico in rapida espansione. Le piattaforme digitali richiedono investimenti in tecnologia, docenza dedicata, infrastrutture IT, servizi di tutoraggio e comunicazione. Le famiglie e gli studenti adulti destinano una quota crescente della spesa formativa a percorsi online, alimentando un mercato che intercetta domanda di upskilling e reskilling, due tra le parole chiave dell’economia post-pandemica. Si tratta di un settore che, includendo tasse universitarie, servizi digitali, piattaforme e contenuti formativi, muove già diversi miliardi e continua a espandersi.

La nuova geografia dell’università italiana

La fotografia del quinquennio è nitida: la parte più dinamica e in espansione del sistema universitario italiano oggi è quella telematica. E mentre gli atenei tradizionali si confrontano con calo demografico e rigidità strutturali, le università digitali conquistano studenti, credibilità e mercato. La loro crescita non è solo un fenomeno sociale, ma un tassello dell’economia della conoscenza che, sempre più, plasma competitività, occupazione e formazione lungo tutto l’arco della vita.

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