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Usa: gli scrittori americani contro la nascita di un gigante dell'editoria

- di: Emanuela M. Muratov
 
Usa: gli scrittori americani contro la nascita di un gigante dell'editoria
L'acquisizione di Simon & Schuster da parte di Bertelsmann determinerebbe la nascita di un gigante dell'editoria negli Stati Uniti con una posizione dominante e questa ipotesi ha fatto insorgere diverse associazioni di scrittori che, facendo riferimento ad una legge che definisce come illegali alcune pratiche anticoncorrenziali, hanno chiesto al Dipartimento di giustizia di bloccare l'operazione che si concretizzerebbe con l'acquisizione della casa storica casa editrice Simon & Schuster da parte della Penguin Random House, filiale del gruppo tedesco Bertelsmann. Questa transazione, che è stata annunciata il 25 novembre dello scorso anno, avverrebbe per un importo di 2,18 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro).

Per il momento non è ancora arrivato il via libera dalle autorità garanti della concorrenza statunitensi e il mancato ok all'operazione (ed il contestuale arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca) ha compattato il fronte degli scrittori americani, unanimi nel chiedere di fermare l'acquisizione, alla luce di forti preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza. A fare da portavoce alla protesta (che vede insieme otto gruppi di autori) è Mary Rasemberger, presidente della associazione degli scrittori.

La prestigiosa casa editrice Simon & Schuster è stata fondata nel 1924, pubblicando tra gli altri le opere di Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald ed Henry James. Tra i suoi autori attuali ve ne sono che alcuni che vantano tirature elevatissime, come Hillary Clinton, John Irving, Bob Woodward, Stephen King o Don DeLillo.
Secondo i fautori del "no" all'operazione, come si legge nell'appello inviato al dipartimento antitrust del Dipartimento di Giustizia, "l'accordo metterebbe ben oltre la metà dei principali mercati del libro americani sotto il controllo di una singola società, minacciando la democrazia negli Stati Uniti". Il riferimento è alla legge Clayton, che rende illegali alcune pratiche anticoncorrenziali.
Secondo gli autori l'acquisizione, consentirebbe a Bertelsmann di occupare una posizione dominante, a discapito dei pilastri della libertà d'espressione.

"La fusione" - si legge nell'appello degli scrittori americani - "porterebbe Bertelsmann a controllare il 70% della letteratura e della narrativa negli Stati Uniti". Il nuovo gruppo "controllerebbe anche il 70% dei libri d'azione e d'avventura, horror, libri di politica, legge, medicina, erotismo e il 60% delle biografie".
L'acquisizione di Simon & Schuster da parte di Penguin Random House, poi, porterebbe a quattro gli attuali cinque grandi attori dell'editoria americana (gli altri sono Hachette Book Group, HarperCollins e Macmillan), determinando "inevitabilmente una minore concorrenza" per gli autori, che avranno meno possibilità di proporre i propri manoscritti. Allo stesso modo, sottolineano gli autori, in caso di fusione, il nuovo gruppo negli Stati Uniti avrebbe un fatturato superiore a quello dei suoi tre grandi concorrenti messi insieme (Hachette, HarperCollins e Macmillan).
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