UTILITALIA
Intervista al D.G. Giordano Colarullo

- di: Germana Loizzi
 

Acqua, ambiente, energia elettrica e gas.
Giordano Colarullo traccia le nuove sfide

 

Utilitalia, la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee, è nata 2015 dalla fusione di Federutility (servizi energetici e idrici) e di Federambiente (servizi ambientali). Con oltre 500 soggetti associati - tra Società di capitali, Consorzi, Comuni, Aziende speciali ed altri enti - che contano 90mila addetti complessivi, hanno un valore della produzione pari a circa 38 miliardi di euro e utili per 1,3 miliardi, Utilitalia rappresenta uno snodo di grande importanza sotto molto punti di vista. Ne parliamo con Giordano Colarullo, Direttore Generale di Utilitalia.

 
Dott. Colarullo a distanza di quattro anni dalla sua costituzione, qual è il bilancio che si può fare?
Utilitalia rappresenta la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente (comprese le attività di raccolta e trasporto di rifiuti, fattore che contraddistingue Utilitalia da tutte le altre realtà), dell’Energia Elettrica e del Gas, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee. L’idea era proprio quella di dar vita ad una realtà che potesse trovare delle sinergie e linee di azione comune in questi settori fondamentali per la nostra società, sia per ragioni industriali che di business. Utilitalia inoltre offre una moltitudine di servizi di assistenza, aggiornamento e formazione, volti non solo a migliorare la propria organizzazione interna, ma anche ad aiutare le imprese meno strutturate ad organizzarsi nel lavoro. Il bilancio è, quindi, assolutamente positivo.

Gli associati ad Utilitalia forniscono servizi idrici a circa l’80% della popolazione italiana, servizi ambientali a circa il 55%, servizi di distribuzione gas ad oltre il 30%, servizi di energia elettrica a circa il 15%. L’impatto economico e anche sociale, vista la tipologia di servizi pubblici forniti, è di tutta evidenza. Come Utilitalia coinvolge gli associati in attività di approfondimento, analisi e ricerca delle soluzioni?
Utilitalia è composta da tre Consigli Direttivi settoriali: il Consiglio Direttivo Acqua, il Consiglio Direttivo Ambiente ed il Consiglio Direttivo Energia (elettricità e gas). Questi tre Consigli, a loro volta, si avvalgono di commissioni tecniche e soggetti esterni esperti nei diversi settori. Il nostro intento è quello di creare gruppi di lavoro e professionisti ad hoc sui diversi settori e temi. Se il tema riguarda la direzione strategica (ad esempio lo sviluppo di un intero comparto come il biometano), questa tematica viene trattata e discussa a livello direttivo, in quanto è necessario avere una visione globale del comparto e dell’attività per decidere sull’azione più efficace.

Quali sono oggi i temi più rilevanti nell’azione di rappresentanza svolta da Utilitalia sia nei confronti delle Istituzioni nazionali, sia di quelle europee?
Oggi il tema principale comprende tutte le politiche necessarie per gestire l’impatto dei fenomeni climatici sui servizi per i cittadini. Abbiamo un piano su energia e clima molto ampio e articolato che deve essere legiferato. Il secondo tema è la necessità di perfezionare l’impianto normativo del settore idrico per favorire lo sviluppo industriale del servizio, soprattutto nel Sud Italia. Continuare ad incrementare il livello degli investimenti è assolutamente necessario per garantire il servizio nel tempo, altrimenti l’acqua rischierà di non arrivare più in alcune regioni del Sud.
Terzo tema è la grande sfida della gestione dei rifiuti a livello nazionale, tema molto delicato che richiede la creazione e lo sviluppo di nuovi impianti nel Paese. L’Italia ha l’assoluta esigenza di un piano rifiuti a livello nazionale.

Il tema della sostenibilità (non solo ambientale, ma anche sociale ed economica) è diventato ormai cruciale. Le aziende rappresentate da Utilitalia lo percepiscono come un puro obbligo normativo oppure è ormai diventato una ‘forma mentis’, un modello di organizzazione e azione aziendale? Ci sono differenze territoriali nell’approccio alla questione sostenibilità tra le diverse regioni? 
Si tratta di un tema molto importante non solo dal punto di vista etico ma anche dal punto di vista economico: recuperare l’acqua, depurarla e reimmetterla nell’ambiente, utilizzare la dispersione di energia per portarla poi nelle case dei cittadini in forma di teleriscaldamento, rimuovere e riciclare i rifiuti per trasformarli in risorse, rappresentano tutti investimenti già pianificati che comporterebbero una maggiore quantità di risorse a disposizione. Questo processo non è stato avviato allo stesso modo da tutte le regioni per innumerevoli fattori, non ultimo le carenze infrastrutturali che soprattutto al Sud ne rallentano la buona riuscita.

Qual è lo stato dell’arte sui contratti di lavoro, dato che Utilitalia è firmataria del Contratto nazionale di lavoro Gas Acqua (36mila i lavoratori dipendenti degli associati), di quello Ambiente (43mila lavoratori) e di quello Elettrico (11mila 500)? 
Nel settore energetico, ambientale e idrico, Utilitalia è un punto di riferimento per i contratti collettivi nazionali di lavoro e i rapporti con le Organizzazioni sindacali. Abbiamo recentemente chiuso il rinnovo del contratto per il settore elettrico. Siamo in trattativa per quello dell’acqua e il prossimo anno discuteremo quello dell’ambiente. I contratti sono all’avanguardia e tendono a nuovi miglioramenti. Il settore elettrico, nello specifico, è un comparto in continuo mutamento e soggetto ad un costante sviluppo tecnologico ed anche industriale, dovuto soprattutto all’ingresso delle energie rinnovabili. Da questo punto di vista, lo studio “Dagli elettroni ai bit” che abbiamo realizzato in collaborazione con Elettricità Futura e il Politecnico di Torino, ha rappresentato un’occasione di confronto importante tra la nostra realtà, i sindacati e le istituzioni per analizzare le trasformazioni del lavoro nel settore elettrico e per riflettere sulle politiche del lavoro e sulle sfide dell’innovazione.

Quali sono le principali criticità, magari divise per settori (Acqua, Ambiente, ‘Energia Elettrica e Gas’), maggiormente percepite dagli associati?
Partiamo dall’acqua: Utilitalia rappresenta la quasi totalità degli operatori dei servizi idrici in Italia. È un settore che va di pari passo con i cambiamenti climatici che ne mutano il contesto lavorativo. Inoltre, il tema del risanamento delle infrastrutture idriche è focale: abbiamo registrato un recupero da parte delle regioni del Centro-Nord Italia, mentre le regioni del Sud rimangono ancora un po’ indietro, e questa differenza di sviluppo si nota specialmente laddove il servizio viene gestito ancora dai singoli comuni. Auspichiamo, quindi, un tavolo di confronto fra Stato, regioni ed enti locali per far fronte a queste problematiche e per crescere in sviluppo ed infrastrutture.
Anche per quanto riguarda il comparto ambiente non abbiamo un numero adeguato di impianti che possano differenziare e riciclare i rifiuti per trasformarli in risorse: serve una strategia nazionale per definire i fabbisogni che operi un riequilibrio a livello territoriale, in modo da limitare il trasporto fra diverse regioni e le esportazioni, abbattendo le emissioni di CO2. Per quanto concerne il comparto energetico, il nostro ruolo è quello da una parte di incentivare e promuovere le spinte energetiche al fine di ridurre i consumi al minimo, dall’altra, parallelamente, di portare avanti un processo culturale e strutturale: culturale nell’incoraggiare la popolazione ad utilizzare l’auto elettrica, strutturale perché questo Paese ha la necessità di avere più colonnine e reti di distribuzioni nelle autostrade e non solo, per portare elettricità dove serve e quando serve.
La nostra Federazione è pronta ad intraprendere queste sfide purché ci siano delle normative chiare e facilitanti.

Cosa sta comportando per le realtà associate ad Utilitalia la spinta all’apertura al mercato in questi settori, con una liberalizzazione sempre più compiuta?
Da sempre le nostre associate hanno e mantengono un forte contatto con il territorio, e questo significa aver maggiore capacità di proiettarsi e raccogliere le esigenze delle singole regioni. Negli ultimi tre anni si è registrata una nuova fase di extraterritorialità: il legame con il territorio e la conoscenza di questo mercato rimangono aspetti fondamentali, ma ormai anche queste piccole e medie società affrontano il mercato come i colossi Enel ed Eni. La logica di proiettarci come venditori di energia e di soluzioni di business residenziale su tutto il territorio è una caratteristica delle quattro grandi società quotate, ma penetra ormai anche nelle realtà più locali.

Quali sono, in generale, i livelli di soddisfazione dei cittadini verso i servizi forniti dalle Aziende associate?
I livelli di soddisfazione sono molto alti in tutti i livelli, sia nella realtà dei fatti che nella percezione. Ci sono ambiti in cui non sempre i cittadini sono ben informati e da questo punto di vista la politica deve avere il compito di informare e divulgare i servizi. Naturalmente le Aziende fanno di tutto per migliorarsi sulla base delle ricerche di mercato, che sono continuative e costanti.
Noi abbiamo cercato di ampliare il ventaglio di attività delle singole imprese e dei gruppi di lavoro, sperando che questi sforzi siano stati apprezzati dalle aziende federate.

Qual è il valore strategico delle partnership di Utilitalia (Asstra, Fonservizi, Fondazione Rubes Triva, Fondazione Utilitatis)? Inoltre, elemento di particolare qualificazione è la presenza di due Fondi di previdenza complementare il Fondo Pegaso, a cui aderiscono i Ccnl Gas Acqua e Ccnl Elettrico e il Fondo Previambiente, ideato per i lavoratori del settore dell’igiene ambientale e dei settori affini.
Un dato significativo è dettato dalla quantità dei lavoratori iscritti a questi Fondi: oltre 30mila lavoratori iscritti al Fondo Pegaso e circa 49mila lavoratori iscritti al Fondo Previambiente. Questo denota una grande capacità di intercettare tutti i lavoratori e trattenerli. Le partnership rappresentano per noi un’importanza strategica per i servizi di tipo industriale di pubblica utilità: si parte da Asstra e Fonservizi, con tavoli di incontro tra sindacati e lavoratori che rappresentano dei momenti essenziali per l’Azienda e per i suoi dipendenti, per poi passare alla Fondazione Utilitatis, grazie alla quale si promuovono attività di studio, formazione e ricerca, fino al tema focale trattato dalla Fondazione Rubes Triva riguardo la prevenzione, protezione e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ci impegniamo costantemente affinché la governance di queste entità non siano mai infiltrate da discussioni politiche od altro.
Comunemente si tende a pensare che tutto ciò abbia bisogno di finanziamenti pubblici, quando invece il tema è un altro: l’elemento cruciale è la burocrazia. Rappresentiamo una realtà immensa con tanti comparti che possono contribuire a rilanciare realmente l’economia dell’Italia, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter offrire il nostro contributo.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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