Oggi, 30 settembre, è il giorno della verità per milioni di contribuenti italiani: scade il termine per l’invio del modello 730 precompilato. Come da copione, la corsa si consuma all’ultimo minuto. È la fotografia di un Paese che tende a ricordarsi delle scadenze fiscali solo quando il calendario non concede più proroghe.
Oggi scade il 730 precompilato: l’Italia in fila digitale per l’ultimo clic
Dalla mezzanotte di ieri l’altro, il sito dell’Agenzia delle Entrate ha registrato un’impennata di accessi: cittadini davanti al computer, Caf al lavoro fino a tardi, professionisti subissati di richieste. Il fisco come rito di fine settembre.
La modalità semplificata convince (ma non tutti)
Quest’anno, sei contribuenti su dieci hanno scelto la modalità semplificata del 730, che rende più intuitivo l’invio della dichiarazione. I dati dell’Agenzia delle Entrate raccontano un graduale cambiamento nelle abitudini, sostenuto dagli alert inviati negli ultimi giorni tramite l’app IO. Dentro il modello, molti hanno trovato già caricati dati su spese sanitarie, scolastiche, universitarie e persino sulle ristrutturazioni edilizie e i bonus energetici. Un passo verso la modernità che, tuttavia, non ha impedito a tanti di rimandare fino all’ultimo.
Un popolo di ritardatari davanti allo schermo
La trasformazione digitale del fisco, pur avviata da anni, non ha scalfito il costume nazionale della procrastinazione. Anche quest’anno migliaia di contribuenti si sono rivolti ai Caf o ai commercialisti per delegare l’invio, sfruttando la nuova funzione di delega online. Un progresso tecnologico, certo, ma non ancora la rivoluzione immaginata dal legislatore. E così, mentre il sistema digitale smaltisce accessi record, il Paese sembra confermare la sua abitudine a “fare tutto all’ultimo”.
Chi resta indietro passa al modello Redditi
Chi oggi non riuscirà a inviare il 730 non resterà completamente escluso: potrà utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche, con scadenza il 31 ottobre. Ma sarà una scelta meno comoda, soprattutto per chi spera di ricevere rimborsi in tempi rapidi. Da qui l’appello dell’Agenzia delle Entrate a non ridursi all’ultimo clic, per evitare problemi tecnici e lunghe attese.
La scadenza come specchio di un Paese
Ogni anno il 30 settembre diventa una data simbolica: non solo la chiusura di un adempimento fiscale, ma anche un racconto sociale. È l’Italia che si divide tra chi ha già archiviato la pratica a luglio e chi si affanna fino all’ultimo minuto di settembre. Una fotografia che mostra un Paese dove il rapporto con il fisco resta una corsa a ostacoli, nonostante l’innovazione digitale e la promessa di procedure più semplici.
Dal fisco al costume nazionale
La scadenza di oggi, in fondo, racconta di più di un dato burocratico. È la prova di come il Paese affronti i propri obblighi: con pragmatismo, ma anche con una certa riluttanza. Ogni anno la stessa scena, tra code virtuali, ansia da login e il conto alla rovescia che accompagna l’ultimo clic. La tecnologia offre scorciatoie e semplificazioni, ma non ancora un nuovo modo di vivere il fisco. L’Italia resta quella che, pur di evitare errori o sanzioni, corre al traguardo all’ultimo istante.