Bella o bello: punti di (s)vista

- di: Barbara Leone
 
“Sarà vero? Dopo Miss Italia avere un Papa Nero, no me par vero...”. E’ il 1997 quando i Pitura Freska calcano il palco dell’Ariston con la loro canzone ispirata ironicamente alle profezie di Nostradamus. Appena un anno prima a Salsomaggiore viene incoronata reginetta d’Italia Danny Mendez: splendida panterona nata a Santo Domingo ma con cittadinanza italiana. Una vittoria a sorpresa, che scatenò un fiume di polemiche e di buuu da parte di chi, anacronisticamente spiazzato dalla novità, si ostinava con palese ignoranza a difendere il candido orticello epidermico di una non meglio precisata bellezza italica. E come dimenticarsi di Mirka Viola, che dieci anni prima (1987) venne addirittura squalificata a ridosso della sua vittoria perché, udite udite, scoprirono che aveva un figlio? Da allora, vivaddio, ne è passata di acqua sotto ai ponti, anche se ogni tanto, a mo’ di peperoni indigesti, riciccia fuori qualche cretino che di fronte alla partecipazione di fanciulle d’origine straniera ai vari concorsi di bellezza se ne esce col caro vecchio refrain che suona più o meno così: tu non puoi rappresentare la nostra bellezza. Che poi, a dirlo, nove su dieci sono delle cozze calzate e vestite. Successe proprio a Miss Italia nel 2019, quando una bellissima ragazza di origine cingalese venne offesa pesantemente. Fortunatamente, però, si tratta di casi isolati alimentati dalla cretinaggine imperante che, a temi alternati, caratterizza i leoni da tastiera. Ne è passata di acqua sotto ai ponti e sulle passerelle, ma mai come in Olanda. Dove stanno proprio ad un altro livello. Pochi giorni fa, infatti, è stata eletta ad Amsterdam Miss Paesi Bassi: Rikkie Kolle, 22 anni, segni particolari transgender. Non è la prima volta che in Olanda una transgender partecipa ad un concorso di bellezza femminile. Ma è in assoluto la prima volta al mondo che vince. Anche se nel 2018 in Spagna venne proclamata Miss una modella transessuale, che però è cosa diversa dal transgender (che casino pazzesco!). Ma torniamo a bomba. Premesso che i concorsi di bellezza, femminili o maschili che siano, sono quanto di più obsoleto e ghettizzante esista, con le giurie che paiono tutte guidate dalla sindrome der macellaro: coscia/petto/filetto, serve altro signò? Il solo fatto che esistano è agghiacciante, oltre che palesemente escludente nei confronti della maggior parte delle ragazze e dei ragazzi di qualsivoglia Paese. Sì, poi ogni due per tre cercano di metterci una pezza tirando fuori la fascia reginetta curvy, mamma più bella, miss penitenziario e finanche miss plastica (esiste, esiste!).

La nuova Miss dei Paesi Bassi è un uomo
 
Ed è proprio per questo che capiamo ancor meno il senso di questa vittoria, che in tutta onestà pare più un’operazione studiata a tavolino per veicolare il noiosissimo messaggio che fluido è bello. A tutti i costi, anche a scapito delle donne donne. Visto che esistono millemila concorsi, per tutti i gusti e per tutte le cosce, fatevi quello di miss transgender o come lo volete chiamare! Ops, dimenticavamo che esiste già: Miss International Queen, praticamente una sorta di Miss Universo dedicata ai transgender, la cui ultima edizione è stata peraltro vinta (quando si dice il caso!) da un’olandese. Ma evidentemente non gli basta. Il dubbio che si tratti di una sorta di missione è più che lecito, tanto più che a parlar di missione è stata proprio la giuria che ne ha decretato la vittoria: “ha una storia forte e una missione chiara”, hanno detto. A guardar le foto della seconda classificata i dubbi aumentano e la domanda nasce spontanea: se non fosse stata una transgender avrebbe vinto quel concorso? Lasciando perdere le questioni gender, che alla fine sono sempre un terreno scivoloso, il punto focale è un altro: la bellezza, appunto, visto che fino a prova contraria trattasi di concorso di bellezza e non di concorso del più messaggio sociale. Mettendo a paragone le due fanciulle, dove sarebbe il livello di bellezza così eclatante da superare quello della ragazza arrivata seconda Natalie Yasmine? Ma i giudici avevano le fette di prosciutto negli occhi o sono ciechi come talpe? La sensazione, neanche troppo latente, è che al giorno d’oggi per passare avanti devi essere transgender. Un po’ come come fece l’Ucraina all’Eurovision lasciando indietro ottime canzoni che avevano tutti i requisiti per stravincere. Ora va bene tutto: siamo tutti fluidi, oggi qua domani là, il binarismo uomo/donna è roba vecchia, evviva l’arcobaleno e miciomiciomiaomiao. Ci sta bene tutto: ma se una (una?) transgender partecipa, e vince, ad un concorso di bellezza femminile allora per par condicio una donna donna può diventare Miss International Queen. O no? Infondo la differenza è minima. Bella o bello: punti di (s)vista. Questione di centimetri (quasi sempre pochi). E non stiamo parlando d’altezza.
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