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L’America senza freni: la bolla cripto deflagrerà

- di: Bruno Coletta
 
L’America senza freni: la bolla cripto deflagrerà
L’America senza freni: la bolla cripto deflagrerà
Trump smantella i controlli e La Federal Reserve allenta la vigilanza: il rischio cresce, la storia insegna che senza regole il collasso è solo questione di tempo.

Un’America che gioca col fuoco

C’è un filo rosso che attraversa la storia della finanza americana: ogni volta che le regole vengono allentate, la speculazione esplode. Oggi, sotto Donald Trump, si sta ripetendo lo stesso schema. L’amministrazione ha imboccato la strada della deregolamentazione totale, smantellando le ultime barriere di prudenza introdotte dopo i crack clamorosi del settore cripto.

La Federal Reserve ha annunciato la fine del Novel Activities Supervision Program, nato nel 2023 dopo il collasso dell’exchange FTX e il fallimento di banche come Signature Bank. Quel programma obbligava gli istituti di credito a notificare preventivamente ogni attività legata a criptovalute, stablecoin o servizi di tokenizzazione. Ora non più: d’ora in poi questi strumenti saranno trattati come servizi bancari ordinari, senza controlli straordinari.

La decisione è stata salutata dai sostenitori come “un passo verso la modernità”, ma gli economisti più lucidi hanno colto subito il lato oscuro: il ritorno a un far west finanziario che ricorda troppo da vicino i precedenti storici.

Deregolamentazione e nuove aperture

Il disegno è chiaro e coerente. Già ad aprile la Fed, insieme a FDIC e OCC, aveva ritirato gli avvisi che obbligavano le banche a chiedere autorizzazioni speciali per le operazioni legate alle cripto.

Pochi mesi dopo, il 19 agosto, la vicepresidente della Fed per la vigilanza, Michelle Bowman, ha dichiarato che occorre “abbandonare un approccio troppo timoroso” verso blockchain, intelligenza artificiale e cripto, spingendo per la loro piena integrazione nei sistemi bancari tradizionali. È la legittimazione ufficiale di ciò che prima veniva trattato come un rischio da monitorare con attenzione.

Nel frattempo, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che consente ai fondi pensionistici 401(k) di investire direttamente in criptovalute. Mai era accaduto che i risparmi previdenziali degli americani fossero messi così vicino al fuoco della speculazione.

I campanelli d’allarme

Gli avvertimenti non mancano. L’economista Nouriel Roubini ha dichiarato il 16 agosto 2025: “l’integrazione incontrollata delle cripto nel sistema finanziario tradizionale apre la porta a un contagio devastante”. Un messaggio che richiama la sua previsione del 2006 sulla crisi dei mutui subprime.

Anche Sheila Bair, ex presidente della FDIC, ha ammonito che la decisione della Fed “mina la stabilità a lungo termine e ignora le lezioni del passato”.

Un dirigente di un grande exchange statunitense ha confessato il 17 agosto 2025: “Siamo davanti a un’occasione straordinaria di crescita, ma sappiamo bene che una correzione violenta arriverà. La domanda è solo quando”.

Lezioni dalla storia: dal 1929 al 2008

Chi conosce la storia della finanza non può non rabbrividire.

  • 1929: la totale assenza di regole sui mercati azionari permise un’esplosione speculativa che travolse il mondo.
  • 2000: la bolla delle dot-com, alimentata dall’euforia senza basi, dimostrò che quando la finanza rincorre l’innovazione senza regole, il conto arriva sempre.
  • 2008: la crisi dei mutui subprime, nata dall’ingegneria finanziaria senza controlli, trascinò il pianeta nella peggior recessione dal dopoguerra.

In tutti questi casi il filo conduttore è stato lo stesso: la convinzione che il mercato possa autoregolarsi. Una convinzione puntualmente smentita.

Perché Trump spinge sulla deregolamentazione

La risposta è duplice: ideologica e politica.

Ideologica, perché Trump ha sempre dipinto le regole come “catene al libero mercato” e alimenta la retorica secondo cui ogni barriera burocratica soffoca l’innovazione.

Politica, perché la sua base elettorale – composta da piccoli imprenditori, investitori retail e nuovi speculatori attratti dalle cripto – chiede libertà assoluta. Deregolamentare diventa così un modo per compiacere i suoi sostenitori, anche a costo di minare la stabilità globale.

Personale, perché la famiglia Trump ha varato una sua criptovaluta con l'unico obiettivo che ha sempre: fare quattrini, accada quel che accada. Mai un presidente americano era stato così spregiudicato nel fare continuamente affari grazie alla sua carica. E questo nel silenzio impaurito di tutti, ammutoliti davanti alle minacce continue.

Una bolla inevitabile

Oggi non si può dire se la crisi scoppierà tra un anno o tra cinque. Ma una cosa è certa: scoppierà. E quando accadrà, non sarà una bolla che si sgonfia in silenzio, ma una deflagrazione che travolgerà fondi pensione, banche, risparmiatori.

Gli indicatori già parlano chiaro:

  • capitalizzazione del mercato cripto a livelli record;
  • ingresso massiccio dei fondi pensione;
  • banche tradizionali sempre più esposte;
  • riciclaggio criminale facilitato dall’assenza di controlli.

La Europol, in un rapporto del luglio 2025, ha stimato che oltre il 60% dei grandi casi di cybercrime è oggi collegato a transazioni cripto non tracciate. Con l’America che smonta i controlli, il messaggio alle mafie e ai cartelli è chiaro: avanti, qui c’è spazio.

Irresponsabilità travestita da innovazione

Trump e la sua amministrazione chiamano “innovazione” ciò che in realtà è irresponsabilità pura. La deregolamentazione non è libertà, ma anarchia speculativa.

Il parallelo con il 1929 non è retorica: è un avvertimento. Senza correttivi, questa bolla deflagrerà. Non oggi, forse non domani. Ma il conto arriverà, ed esploderà con una violenza tale da lasciare macerie non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo.

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