Si è chiusa ieri sera al Mimit, dopo quasi 5 mesi, la vertenza legata a Beko, con un accordo quadro siglato da Beko Europe, governo, Regioni e parti sociali relativo al piano di trasformazione industriale per l'Italia dei siti della multinazionale, un tempo appartenenti a Whirpool e Meloni.
Beko Europe: siglato accordo con governo, Regioni e parti sociali per i siti in Italia
Scongiurato lo spettro dei licenziamenti, con gli esuberi che saranno dimezzati e il piano che prevede investimenti per circa 300 milioni di euro
L'accordo segue l'approvazione all'88% delle assemblee dei lavoratori avvenuta negli scorso giorni ed è definito dal ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, "importante e storico", adatto a governare nella maniera migliore "una transizione industriale salvaguardando la forza straordinaria del Made in Italy che diventa, di fatto, per questa grande multinazionale il centro propulsivo in Europa".
Il ministro specifica che tutti gli stabilimenti rimarranno in attività, escludendo i licenziamenti ma aggiungendo che, in qualche caso, ci saranno delle uscite volontarie incentivate, definendo l'intesa "un successo del Sistema Italia".
Fatih Ebiçlioğlu, presidente della divisione Beni di Consumo Durevoli di Koç Holding e presidente di Beko Europe, ha dichiarato: "L'Italia è sempre stata un pilastro strategico per le nostre attività globali e l'accordo di oggi segna un passo decisivo per il futuro del nostro gruppo nel Paese".
Beko ha poi specificato che l'accordo quadro siglato oggi prevede un piano di esuberi per 1284 unità.