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BlackRock nel risiko bancario: le mosse su UniCredit e Mps

- di: Matteo Borrelli
 
BlackRock nel risiko bancario: le mosse su UniCredit e Mps
BlackRock al centro del risiko bancario italiano: da UniCredit a MPS
Il colosso Usa mette le pedine nel 2025 del sistema bancario italiano: controllo, strategia e opportunità.
 
(Foto: Larry Fink, Ceo di BlackRock).

Nel vortice del riassetto bancario italiano, emerge con forza la presenza del gestore patrimoniale statunitense BlackRock, attore spesso silenzioso ma centrale nella partita delle partecipazioni strategiche. In particolare, due istituti-cardine del panorama nazionale, UniCredit S.p.A. e Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (MPS), mostrano l’ombra del gruppo guidato da Larry Fink nei loro azionariati: un fatto che va ben oltre il semplice “posizionamento di investimento”.

Un’ingerenza attiva nel capitale: UniCredit

A Milano, UniCredit è guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel e punta all’espansione internazionale (Germania, Paesi dell’Est). È qui che BlackRock entra come primo azionista relativo con una quota superiore al 7% del capitale.

Questa presenza non è simbolica: si tratta di un segnale forte verso la valorizzazione del titolo, dell’attività commerciale e della governance. Per BlackRock la partecipazione in UniCredit rappresenta una scommessa sul rilancio del gruppo, sulla capacità di generare dividendi e crescere in un contesto europeo competitivo.

Va segnalato che la struttura degli azionisti di UniCredit non prevede un insieme stabile di gruppi di controllo o patti parasociali. Ciò lascia spazio a soggetti istituzionali come BlackRock per esercitare un’influenza significativa — non necessariamente in modo direttivo, ma strategico.

La mossa a sorpresa su MPS

Ben più intrigante è la comparsa di BlackRock nel capitale di MPS: secondo comunicazioni rilasciate dalla Consob risulta che dal 12 novembre 2025 la quota detenuta da BlackRock in MPS è pari al 5,021%. Non si tratta di un’azione isolata, ma di una partecipazione che si inserisce nel cuore di un riassetto complesso: MPS ha acquisito recentemente Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A., ed è protagonista di scenari di fusione/spin-out con Banco BPM S.p.A.

La partecipazione di BlackRock — accanto ad azionisti come Delfin S.à r.l. (17,5%) e Caltagirone S.p.A. (10%) — colloca l’investitore globale tra i tre maggiori azionisti della “vecchia banca senese”.

Ciò assume un significato strategico: il sistema bancario italiano vive una fase di “vivace dinamismo” (per usare le parole di alcuni analisti) e BlackRock sembra scommettere che gli istituti sapranno capitalizzare questa fase. Non tanto un risiko fine a sé stesso, quanto un investimento sulla capacità di generare utili robusti in un contesto di tassi, regolamentazione e geopolitica in evoluzione.

Perché questo doppio coinvestimento?

Due banche, diversissime per storia, assetti e dimensione, accomunate però da un partner invisibile ma influente: BlackRock. La domanda è: perché?

Tre motivazioni emergono con chiarezza.

  • Diversificazione strategica: UniCredit rappresenta un «campione europeo» in costruzione, MPS un’istituzione nazionale da ristrutturare e consolidare. Presidiando entrambi, BlackRock copre due fronti.
  • Bet sulla redditività: l’asset manager punta a istituti che, pur in contesti difficili, offrono margini di crescita, dividendi e ritorni orientati all’investimento istituzionale.
  • Influenza e scenario: partecipare al capitale consente di monitorare da dentro i processi di consolidamento bancario in Italia, un settore tradizionalmente chiuso e soggetto a interventi pubblici (golden power, regolatori) — uno scenario che BlackRock sembra aver valutato attentamente.

Le implicazioni per il sistema bancario italiano

Che cosa significa tutto ciò per il panorama finanziario italiano? In primo luogo, il fatto che un soggetto estero-globale assuma un peso rilevante in istituti chiave genera riflessioni su sovranità bancaria, governance e indipendenza strategica. Il coinvolgimento pubblico e la regolamentazione nazionale (vedi golden power) restano centrali, ma l’azione degli investitori istituzionali internazionali segna un punto di svolta.

In secondo luogo, per gli istituti coinvolti – UniCredit e MPS – questa presenza segna un endorsement: non solo un investitore passivo, ma qualcuno che punta a partecipare alla trasformazione e al rilancio. Il che può accelerare operazioni, spin-off, M&A, ristrutturazioni.

Infine, per il sistema nel suo insieme, l’ingresso di capitali globali rafforza la competizione e introduce nuovi standard — ma al tempo stesso pone la domanda: fino a che punto l’Italia è disposta a gestire autonomamente il proprio settore bancario strategico?

Le variabili da tenere d’occhio nei prossimi mesi

Alcuni fattori critici da monitorare:

  • Il ruolo della vigilanza europea e nazionale nei riassetti bancari. Nel caso MPS-BPM, per esempio, lo schema di consolidamento è ancora in via di definizione.
  • La gestione del capitale sociale, dei dividendi e della redditività: se le banche non risponderanno con risultati stabili, la logica dell’investimento di BlackRock potrebbe essere messa alla prova.
  • La dinamica delle politiche nazionali: l’Italia utilizza strumenti di golden power e patrimonio pubblico che potrebbero condizionare la libertà strategica degli istituti.
  • Il contesto macro-economico e finanziario: tassi, regolamentazione, pressione competitiva e scenari geopolitici sono elementi che peseranno sulla realizzazione delle scommesse.

Un fenomeno significativo

In definitiva, la doppia presenza di BlackRock nei capitali di UniCredit e MPS rappresenta un fenomeno significativo, non un semplice acquisto azionario. È la testimonianza che l’Italia — pur con tutti i suoi limiti strutturali — continua ad attrarre investimenti globali nel suo cuore bancario. Per le banche significa un’opportunità, ma pure una sfida: dovranno dimostrare che la fiducia ricevuta si traduce in risultati concreti. E per il Paese è una scelta: fare della propria industria bancaria un hub europeo competitivo o continuare a subirne le regole.

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