Asia chiude in verde con Nikkei e Hang Seng a trascinare; oro tonico, petrolio in lieve flessione, futures europei orientati a un avvio in moderato rialzo.
La seduta asiatica si è chiusa in territorio prevalentemente positivo, con acquisti diffusi sui listini di Giappone e Hong Kong e un tono costruttivo anche sulle piazze cinesi continentali. L’eccezione più rilevante resta Taipei, mentre Hanoi ha corretto con decisione. Il quadro macro e politico regionale sostiene il sentiment, complice un yen debole e il passo avanti della leadership giapponese verso politiche considerate pro-stimolo.
Come hanno chiuso tutte le borse asiatiche
Giappone: Nikkei 225 +3,14%.
Australia: S&P/ASX 200 +0,41%.
Cina: Shanghai +0,36%; SZSE Component +0,69%; China A50 +0,61%; DJ Shanghai +0,14%.
Hong Kong: Hang Seng +2,16%.
Taiwan: Taiwan Weighted −1,25%.
Corea del Sud: Kospi +1,61%.
Indonesia: IDX Composite +1,97%.
India (Mumbai): BSE Sensex +0,53%; Nifty 50 +0,54%.
Vietnam: VN30 −1,39%.
Perché sale l’Asia: tre leve chiave
Primo, aspettative di politiche espansive in Giappone e yen più debole, combinazione che sostiene i titoli export. Secondo, i dati cinesi hanno mostrato segnali migliori sul fronte industriale, pur con debolezza immobiliare. Terzo, sullo sfondo una minore avversione al rischio dopo le turbolenze bancarie Usa della scorsa settimana.
Valute: euro stabile, yen debole, rupia difesa
Euro/dollaro in area 1,166–1,167; dollaro/yen attorno a 150,9–151,1, a segnalare yen debole; dollaro/yuan vicino a 7,12; dollaro/rupia indiana circa 87,8. Il quadro suggerisce un biglietto verde tonico contro Asia ma più cauto contro l’euro. Per gli investitori europei significa vento in poppa per gli esportatori giapponesi e costi d’import energetici in parte attenuati dall’andamento delle commodity.
Materie prime: oro tonico, petrolio in lieve calo, gas morbido
L’oro resta ben comprato sopra 4.250 $/oncia, sostenuto dalle attese di ulteriori tagli dei tassi Usa e dalla domanda rifugio. Il petrolio flette: Brent intorno a 61 $/bbl, WTI in area 57 $/bbl, complice l’idea di un’offerta OPEC+ ampia e timori per la domanda. In Europa il gas TTF si mantiene nell’intorno di 31–32 €/MWh su orizzonte settimanale, segnalando una pressione ribassista moderata rispetto alle scorse settimane.
Futures Europa: indicazioni per l’apertura
I derivati sugli indici europei puntano a un avvio moderatamente positivo: Euro Stoxx 50 in lieve rialzo, DAX tonico, FTSE 100 in progresso di qualche basis point, CAC 40 e FTSE MIB in territorio leggermente positivo. Il quadro resta sensibile a tre fattori: banche europee dopo gli stress Usa, traiettoria dei tassi Fed e notizie su commercio internazionale. In vista dell’apertura, il mercato appare impostato a una partenza in verde ma prudente.
Le voci del mercato
“Il binomio yen debole e leadership percepita come espansiva rimette in moto il trade ciclico su Tokyo”.“Finché l’oro resta così tonico, gli operatori non si fidano del tutto del rischio: il rimbalzo azionario convive con la domanda di coperture”. Dal lato valutario, “euro un po’ più forte e dollaro ancora tirato sullo yen: per l’Europa questo mix è neutro-positivo sull’azionario”, commenta uno strategist FX.
Cosa guardare nelle prossime ore
Dati su inflazione Usa in arrivo a fine settimana; riunioni politiche in Cina; dichiarazioni attese dai banchieri centrali europei e americani. Sul fronte utili, attenzione ai big tech Usa: la stagione trimestrale può muovere i futures anche sull’Europa.