Europa in equilibrio precario: Parigi in verde di un soffio, Amsterdam accelera, Piazza Affari paga la rotazione settoriale. A New York tecnologia in pausa e indici in lieve calo a metà seduta.
Chiusura europea: luci e ombre nel ritorno agli scambi
Il rientro dopo la pausa natalizia non accende fuochi d’artificio, ma regala una seduta piena di micro-movimenti e rotazioni: le Borse europee chiudono contrastate, con scambi spesso sottili e un mercato più attento ai “titoli giusti” che alla direzione dell’indice.
A spingere e frenare, sullo sfondo, resta il tema geopolitico: gli spiragli di negoziato sul fronte Russia-Ucraina alimentano l’idea di un 2026 meno teso e cambiano la geografia dei flussi, penalizzando in particolare i nomi legati alla difesa.
Tutte le principali Borse europee: i numeri di fine giornata
Europa (chiusura del 29 dicembre 2025):
- Milano (FTSE MIB): circa -0,38% in area 44.436 punti.
- Milano (MIB ESG): 1.922,82 punti, -0,40%.
- Parigi (CAC 40): +0,10% a 8.112 punti.
- Londra (FTSE 100): -0,04% a 9.866 punti.
- Francoforte (DAX): +0,05% a 24.351 punti.
- Madrid (IBEX 35): +0,13% a 17.195 punti.
- Amsterdam (AEX): +0,51% (migliore tra le big di giornata).
- Zurigo (SMI): poco sotto la parità, circa -0,06%.
In sintesi: Europa quasi “ferma” come fotografia d’insieme, ma con una differenza importante rispetto alle sedute davvero piatte: oggi sono i singoli casi societari a fare spettacolo.
I casi di giornata: quando la notizia vale più dell’indice
Tra i titoli europei più chiacchierati, spicca il rimbalzo di Ørsted a Copenaghen: dopo una mattinata difficile, il gruppo dell’eolico chiude in rialzo (circa +3%) grazie alla vendita di una quota del parco offshore Greater Changhua 2 (Taiwan) a Cathay Life Insurance, operazione valutata intorno a 5 miliardi di corone danesi (circa 670 milioni di euro).
Il mercato apprezza la cassa e l’ordine nel portafoglio, ma gli operatori tengono un occhio sull’evoluzione regolatoria negli Stati Uniti, che resta un punto di attenzione per il settore.
A Francoforte, riflettori su BayWa: scatto a doppia cifra dopo la cessione della controllata Cefetra, con un’operazione da circa 125 milioni di euro.
A Londra, sprint di International Personal Finance dopo l’ok a un’offerta di acquisizione da 543 milioni di sterline, con premio significativo rispetto ai livelli di riferimento indicati dal mercato.
Piazza Affari: vendite mirate e “pace trade” che pesa sulla difesa
Milano chiude in rosso e si muove in controtendenza rispetto a un’Europa che, nel complesso, resta sulla parità. Il tema del giorno è la rotazione: l’idea che un percorso negoziale più vicino possa ridurre il premio geopolitico spinge alcuni investitori a prendere profitto sulla difesa.
Nel perimetro degli indici domestici, il quadro è sfaccettato:
FTSE Italia All-Share poco sotto la parità, Mid Cap leggermente positiva, STAR più tonica. In altre parole: l’indice grande fatica, ma fuori dai riflettori qualcosa si muove eccome.
Valute, materie prime e oro: il mercato cambia ritmo
Sul fronte cambi, l’euro resta composto: EUR/USD stabile in area 1,178. Il dollaro non domina la scena e il mercato resta in modalità “fine anno”, più da aggiustamenti che da scommesse aggressive.
Sulle materie prime, la seduta si anima:
- Petrolio: deciso rialzo. Il WTI viaggia intorno a 58 dollari al barile e il Brent in area 61–62 dollari, sostenuti da fattori geopolitici e da una fase di ricoperture dopo la debolezza precedente.
- Gas naturale (TTF Amsterdam): sopra quota 28 euro/MWh (circa 28,4), con il mercato che guarda a temperature più rigide in Europa e a segnali di domanda di GNL.
- Oro: giornata pesante, con quotazioni intorno a 4.359 dollari l’oncia e un calo marcato rispetto ai record toccati nei giorni scorsi.
Spread e tassi: BTP più sereni, premio al rischio in calo
Buone notizie dal termometro Italia: lo spread BTP-Bund scende a circa 70 punti base, mentre il rendimento del decennale si attesta intorno al 3,47%.
Un segnale di stabilità che, in questa fase, aiuta a contenere la volatilità domestica anche quando l’azionario è meno brillante.
Wall Street a metà seduta: tecnologia in pausa, indici in lieve calo
A New York l’aria è da “ultima settimana dell’anno”: volumi contenuti e prese di beneficio dopo i massimi. A metà seduta americana (mattina a New York), i principali indici viaggiano in moderato ribasso:
Dow Jones circa -0,45%, S&P 500 circa -0,42%, Nasdaq circa -0,63%.
La zavorra arriva soprattutto da alcuni big tecnologici e dai nomi legati all’AI. Un commento raccolto sul mercato sintetizza l’umore: secondo Hank Smith (Haverford Trust), la fase di debolezza sulle mega-cap può trasformarsi in una occasione di acquisto più che in un cambio strutturale di regime, vista la forza dei fondamentali (New York, 29 dicembre 2025).
I migliori e i peggiori a Milano: MIB, Mid Cap, Small Cap
FTSE MIB: chi corre e chi frena
Maggiori rialzi (seduta del 29 dicembre 2025):
- DiaSorin (circa +3%).
- Nexi (circa +1,7%).
- Inwit (circa +1,5%).
- Campari (circa +1,1%).
- Amplifon (in rialzo frazionale).
Maggiori ribassi:
- Telecom Italia (circa -2,2%).
- Leonardo (circa -2%, tra i più colpiti dal “pace trade”).
- Fincantieri (circa -1,7%).
- Saipem (circa -1,4%).
- Moncler (in calo di circa -1,3%).
FTSE Italia Mid Cap: sprint e scivoloni
Maggiori rialzi:
- Juventus FC (circa +7,3%).
- Sesa (circa +4,5%).
- Ovs (circa +1,9%).
- Maire (circa +1,8%).
Maggiori ribassi:
- Ariston Holding (circa -4,3%).
- D'Amico (circa -2,7%).
- Reply (circa -2%).
- MFE A (circa -1,9%).
- Luve (circa -1,9%).
FTSE Italia Small Cap: i colpi di scena “piccoli” ma rumorosi
Maggiori rialzi:
- Cy4gate (circa +5,8%).
- Met.Extra Group (circa +5,4%).
- Seco (circa +5,2%).
- Landi Renzo (circa +4,4%).
- Tessellis (circa +4,2%).
Maggiori ribassi (tra i peggiori di giornata):
- Fidia (circa -2,4%).
- Centrale del Latte d'Italia (circa -2,2%).
- Cellularline (circa -1,9%).
- TXT e-solutions (circa -1,9%).
- E.P.H. (circa -1,7%).
Che cosa guardano ora i trader
Con il calendario che si stringe verso la fine dell’anno, l’attenzione si concentra su tre leve:
geopolitica (perché muove energia e difesa), rotazioni settoriali (grandi vs medi/piccoli) e pricing dei metalli dopo l’iper-rally di fine 2025.
Se oggi l’Europa sembra “quasi ferma”, sotto la superficie sta già scegliendo chi portare nel 2026 e chi lasciare alla porta.