Campanella: "Non note, ma colori ed emozioni"

- di: Barbara Leone
 

La musica, diceva Mozart, non è nelle note ma tra le note. E a dare voce, anzi suono, a questa sottile ma fondamentale differenza è l’interprete. Colui che, attraverso le sue capacità, si mette al servizio dell’autore. E quindi della musica stessa. Che, in quanto arte, non si concretizza in nessun oggetto. Non un libro, non un quadro, non una scultura. Nemmeno la partitura o il disco la rappresentano fino in fondo. Perché quella stessa partitura si può tradurre in musiche diverse. Interpretazioni, appunto. Ciò che non è nelle note, ma tra le note. Di questo, e di molto altro ancora, parlerà domani il Maestro Michele Campanella, pianista virtuoso di fama mondiale che nel tempo ha allargato i suoi orizzonti alla direzione d'orchestra e alla saggistica, sino a essere oggi punto di riferimento della musica in Italia. Un artista di temperamento assai versatile, caratteristica questa che nell’arco della sua lunga e brillante carriera lo ha portato ad avvicinare autori quali Clementi, Weber, Poulenc, Busoni (Premio della Critica Discografica Italiana nel 1980 per le incisioni con la Fonit Cetra), Rossini, Brahms, Ravel e Liszt.

Campanella: "Non note, ma colori ed emozioni"

Quello di cui il Maestro sarà protagonista domani, ore 16 e 30, presso la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola è un evento unico: un concerto parlato. Perché il Maestro aprirà l’incontro con l’esecuzione Phantasiestücke op. 12 di Robert Schumann, per poi dialogare con Gastón Fournier-Facio e con Carmelo Giuffrida sj sui “segreti del musicista prestato al pianoforte”, tra stile, armonia, forma, tecnica, retorica, filologia e cura della Bellezza. Sono infatti questi i temi del suo ultimo libro che si intitola, appunto, “Interpretazione. Ovvero il possibile breviario del musicista al pianoforte” (edito da Castelvecchi). Un libro che rappresenta il frutto di un’intera vita dedicata a lei, la Musica con la M maiuscola, ma che non intende essere insegnamento ex cathedra quanto più una sollecitazione alla crescita della coscienza di coloro che hanno il meraviglioso compito di interpretare i testi musicali. In queste pagine il Maestro Campanella discute di retorica, di filologia, di stile, di armonia, di forma e di tecnica, ma la stella polare di ogni suo pensiero è sempre la Bellezza che nasce dai suoni e dal Suono. Scrive Campanella: “La musica, le sue leggi, la libertà che ci dona, la fedeltà che ci chiede: Interpretazione è il frutto di un’intera vita a lei dedicata, ma non intende essere insegnamento ex cathedra quanto più una sollecitazione alla crescita della coscienza di coloro che hanno il meraviglioso compito di interpretare i testi musicali. Il traguardo dell’interpretazione - continua l’Autore - sta nella capacità di ascoltare la musica che si sta suonando, senza che il nostro intervento tolga o aggiunga alcunché ad essa. Ciò può accadere soltanto se noi e la musica siamo diventati una cosa sola e il nostro intelletto, il nostro cuore, le nostre mani assistono alla nascita del suono mettendosi al suo servizio. Non note, ma colori ed emozioni”. Il tutto corredato da una preziosa prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi e da un’appendice dedicata alla figura di Sergiu Celibidache.

Un appuntamento, quello di domani, dedicato a tutti gli amanti della musica e dell’arte in generale. Ma anche a chi desidera semplicemente immergersi nella Bellezza, elemento centrale del pensiero artistico di Campanella, e che il pubblico potrà sperimentare nella meravigliosa cornice della Chiesa di Sant'Ignazio. Perché mai come in questi tempi cupi dobbiamo e vogliamo sperare che, come diceva il grande Dostoevskij, la Bellezza salverà il mondo.

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