Il mattone corre, l’oro pure: nel 2025 la casa sarà il rifugio
- di: Matteo Borrelli

Crisi globale e tassi giù: l’immobiliare torna l’àncora di salvezza. Compravendite su del 15,8% nel 2024, ma il vero balzo è alle porte.
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Un 2024 brillante, un 2025 che promette di più
La corsa dell’immobiliare italiano non si ferma. Anzi, potrebbe solo essere cominciata. Con un +15,8% nelle compravendite registrato nel 2024, secondo i Dati Statistici Notarili, il mercato ha già dato segni di robusta ripresa, ma il vero scatto potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Il contesto internazionale, infatti, sta mutando radicalmente: tassi d’interesse in calo in Europa, politica monetaria espansiva in arrivo dalla Banca centrale europea e uno scenario globale segnato dall’instabilità causata dall’amministrazione Trump, che ha terremotato l’ordine economico mondiale. Il risultato? La casa torna bene rifugio, al pari dell’oro.
Il boom 2024 come premessa del 2025
Lo scorso anno si sono concluse 634.498 transazioni immobiliari ad uso abitativo, contro le 547.838 del 2023. Ma il dato più significativo riguarda il valore medio degli immobili acquistati: 166.395 euro, con un incremento del 7,8%. Numeri che mostrano una ripartenza forte, specie nelle regioni settentrionali: Lombardia in testa con il 19,22% del totale, seguita da Piemonte (8,99%) e Lazio (8,94%).
A trainare la domanda, oltre alla ripresa della propensione all’acquisto tra i 18-35enni (26,5% del totale), è anche il ritorno del credito: +5,7% i mutui erogati, con un capitale complessivo salito del 9,1%, superando i 57,9 miliardi di euro.
Ma il 2025 cambia tutto: l’immobiliare diventa scudo contro la tempesta
Gli investitori si stanno già muovendo. La fiducia nel mattone cresce proprio mentre i mercati finanziari globali traballano. La nuova stagione di Trump alla Casa Bianca, iniziata con dazi a raffica, minacce agli alleati NATO e dichiarazioni incendiarie contro banche centrali e mercati emergenti, ha riacceso i timori di una nuova crisi sistemica.
“L’instabilità geopolitica e la confusione monetaria stanno riportando gli investimenti su asset tangibili e sicuri, come immobili e metalli preziosi”, ha dichiarato il responsabile analisi di UBS Italia, Andrea Zanella. “Nel 2025, ci aspettiamo un aumento delle compravendite tra il 12% e il 18% su scala nazionale, con un’accelerazione nei segmenti premium e green”.
Il calo dei tassi europei farà da propulsore
Christine Lagarde ha già lasciato intendere che, dopo l’estate, potrebbero nuovi primi tagli ai tassi d’interesse della BCE, al netto di quello atteso per oggi giovedì 17 aprile. Le pressioni sono forti, anche per controbilanciare il protezionismo USA e sostenere l’economia europea in fase di rallentamento.
“Con l’inflazione sotto controllo e un rischio crescente di recessione importata dagli Stati Uniti, la BCE aprirà i rubinetti. E questo si rifletterà immediatamente sul credito immobiliare, in particolare per le giovani famiglie”, ha spiegato il capo economista di Nomisma Luca Dondi.
Crisi finanziaria globale: il fantasma del 2008
Le analogie con il periodo pre-Lehman Brothers sono sempre più citate. Debiti pubblici esplosivi, mercato americano drogato da titoli illiquidi, banche in affanno e un clima internazionale ostile: sono elementi che richiamano lo spettro del 2008. Ma con una differenza: allora il salvataggio fu globale e coordinato, oggi le grandi potenze sono ai ferri corti.
“Il rischio sistemico è reale. Una crisi improvvisa del dollaro o del sistema bancario americano avrebbe ripercussioni immediate su fondi pensione, assicurazioni e risparmio gestito in Europa”, ha avvertito Dominique Desplat, analista di Société Générale, parlando a Bruxelles. “In scenari simili, l’investimento immobiliare resta uno dei pochissimi ripari”.
Gli italiani ci credono (di nuovo)
Il ritorno al mattone non è solo razionale. È culturale. In un’epoca segnata da inflazione, instabilità politica e incertezza economica, la casa torna a essere simbolo di sicurezza. Non a caso, anche il mercato delle seconde case – sia al mare che in montagna – è cresciuto (+4,4% da privati, +8,8% da imprese). E il 2025, se la BCE manterrà le promesse, potrebbe consolidare un trend decennale.
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Altro che bolla, siamo all’inizio di una nuova corsa
Mentre le borse ondeggiano e le valute si fanno volatili, l’immobile torna ad avere un valore strategico. Il 2024 è stato il primo segnale. Il 2025 rischia di essere l’anno della consacrazione. E in uno scenario globale che si fa sempre più fosco, i mattoni – almeno quelli italiani – promettono stabilità, rendimento e protezione. Come ai vecchi tempi. Ma con una consapevolezza nuova: questa volta, la casa non è solo un tetto. È una fortezza.