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Cassazione: lo Stato dovrà risarcire i migranti bloccati in mare nel 2018

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cassazione: lo Stato dovrà risarcire i migranti bloccati in mare nel 2018

La Corte di Cassazione ha stabilito che lo Stato italiano dovrà risarcire i migranti soccorsi in mare nel 2018 e trattenuti a bordo della nave Diciotti, senza poter sbarcare nel porto di Catania per diversi giorni. Con questa sentenza, la magistratura ha riconosciuto un diritto all’indennizzo per coloro che furono costretti a vivere in condizioni di detenzione forzata, nonostante non vi fossero provvedimenti giudiziari a giustificare tale permanenza.

Cassazione: lo Stato dovrà risarcire i migranti bloccati in mare nel 2018

Ora si procederà alla quantificazione del danno, ovvero alla definizione dell'importo che lo Stato dovrà corrispondere a ciascun migrante coinvolto. La decisione della Corte suprema non lascia spazio a dubbi: il trattenimento prolungato senza una base legale ha costituito una violazione dei diritti fondamentali, tra cui la libertà personale e la dignità umana.

Il caso Diciotti: un nodo cruciale nella politica migratoria italiana
La vicenda risale al mese di agosto 2018, quando la nave Diciotti, appartenente alla Guardia Costiera italiana, soccorse 177 migranti al largo delle coste di Lampedusa. Tuttavia, una volta raggiunto il porto di Catania, le autorità impedirono lo sbarco, lasciando a bordo uomini, donne e bambini per cinque giorni in attesa di una decisione politica.

All’epoca, il governo italiano era guidato da Giuseppe Conte, mentre il ministro dell’Interno era Matteo Salvini, che adottò una linea dura sull'immigrazione e dichiarò apertamente di voler bloccare gli sbarchi per costringere l’Unione Europea a prendere in carico parte dei migranti.

Dopo giorni di pressioni internazionali e polemiche, i migranti furono finalmente fatti scendere, con l’impegno di una redistribuzione tra diversi paesi europei. Tuttavia, la gestione dell’episodio portò Salvini a essere indagato per sequestro di persona, un caso giudiziario che si concluse con l’archiviazione.

Adesso, con la sentenza della Cassazione, si riapre la questione dal punto di vista del risarcimento ai migranti, creando un precedente che potrebbe influenzare altri casi simili in futuro.

La reazione di Giorgia Meloni: “Si ripaga l’illegalità con i soldi dei contribuenti”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso forte contrarietà alla decisione della Corte, sostenendo che questo tipo di sentenze non fa altro che allontanare i cittadini dalle istituzioni e rafforzare un clima di sfiducia nei confronti dello Stato.

"Questa sentenza stabilisce che l’illegalità viene ripagata con i soldi dei contribuenti, una scelta che non aiuta a rafforzare la fiducia nello Stato. È un messaggio profondamente sbagliato, che rischia di incentivare nuove partenze e alimentare il traffico di esseri umani", ha dichiarato la premier.

Secondo Meloni, il governo italiano sta lavorando per contenere il fenomeno migratorio e garantire che l’Italia non diventi il punto di approdo principale per le imbarcazioni cariche di migranti, spesso gestite da organizzazioni criminali. Il timore, secondo la leader di Fratelli d’Italia, è che questa sentenza possa avere un effetto domino, aprendo la strada a nuove richieste di risarcimento da parte di migranti trattenuti in situazioni simili.

Anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha commentato la sentenza con toni duri: "Rifarei tutto quello che ho fatto nel 2018. Difendere i confini italiani è un dovere, non un crimine. Se qualcuno pensa di intimidirmi con queste sentenze, ha sbagliato persona".

Un dibattito acceso tra politica e giustizia
La decisione della Cassazione ha immediatamente riacceso il dibattito politico in Italia. Da un lato, le forze di governo – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – vedono nella sentenza un attacco alle politiche di sicurezza e di difesa dei confini nazionali, mentre dall’altro lato, le opposizioni e le organizzazioni umanitarie la considerano un passo avanti nella tutela dei diritti dei migranti.

Il Partito Democratico ha accolto con favore la decisione della Cassazione, affermando che il rispetto dei diritti fondamentali deve essere una priorità dello Stato. Anche la Rete per i Diritti Umani ha elogiato la sentenza, sottolineando che il trattenimento prolungato dei migranti a bordo della Diciotti fu una violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Nel frattempo, alcuni esperti di diritto sottolineano che la pronuncia della Corte potrebbe creare un precedente giuridico, influenzando futuri casi di migranti trattenuti per decisioni politiche.

Cosa succede ora?
Ora si attende la quantificazione economica del risarcimento, che sarà stabilita nei prossimi mesi. La cifra da corrispondere ai migranti dovrà essere definita tenendo conto di diversi fattori, tra cui la durata del trattenimento e il disagio subito.

Questa sentenza rappresenta una svolta significativa, destinata a lasciare il segno sia dal punto di vista giuridico che politico. Da un lato, riafferma il principio che nessuno può essere trattenuto senza un fondamento legale, dall’altro solleva interrogativi sulle conseguenze economiche per lo Stato e sull’eventuale proliferare di richieste simili in futuro.

Mentre il governo annuncia battaglia contro la decisione, i migranti della Diciotti si preparano a ricevere un risarcimento che, secondo la Cassazione, spetta loro di diritto.

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