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Cognac in crisi: dazi e tensioni geopolitiche affondano Rémy Cointreau, giù vendite e utili

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cognac in crisi: dazi e tensioni geopolitiche affondano Rémy Cointreau, giù vendite e utili

Rémy Cointreau, colosso francese degli alcolici di alta gamma e produttore di cognac tra i più noti al mondo, lancia un forte segnale d’allarme. L’azienda ha annunciato una drastica revisione dei propri obiettivi strategici a lungo termine, dopo un anno segnato da un pesante crollo di fatturato e utili. Per l’esercizio chiuso a marzo 2025, l’utile netto è sceso del 34,4%, fermandosi a 121,2 milioni di euro.

Cognac in crisi: dazi e tensioni geopolitiche affondano Rémy Cointreau, giù vendite e utili

Già in aprile il gruppo aveva anticipato un calo del fatturato del 17,5%, sceso a 984,6 milioni di euro. Ma il dato più drammatico è quello delle vendite di cognac, che rappresentano circa due terzi del business: la flessione è stata del 30,8%, un crollo senza precedenti in anni recenti.

Dazi cinesi e risposta francese: uno scontro da 50 milioni al mese

A causare il tracollo è in primo luogo la rappresaglia commerciale della Cina contro l’Unione Europea. In risposta alla procedura avviata da Bruxelles contro le esportazioni di auto elettriche cinesi, Pechino ha introdotto da novembre 2024 misure antidumping provvisorie sulle acquaviti di vino europee, tra cui il cognac. Gli importatori sono stati obbligati a versare una cauzione presso le dogane cinesi, ostacolando le vendite e l’ingresso dei prodotti francesi nel mercato asiatico. L’intero settore del cognac in Francia stima perdite complessive pari a 50 milioni di euro al mese. Per un gruppo come Rémy Cointreau, fortemente esposto sul mercato cinese, si è trattato di un colpo durissimo.

Trump e il rischio di nuove sovrattasse

Come se non bastasse, si profilano nuove incognite all’orizzonte. L’amministrazione Trump, nuovamente alla guida della Casa Bianca, non esclude di introdurre nuove barriere doganali per i prodotti europei, incluso l’alcol. Un’eventualità che preoccupa fortemente le aziende del lusso francese, storicamente molto presenti sul mercato statunitense. Rémy Cointreau stima che, tra dazi cinesi e potenziali sovrattasse americane, l’impatto lordo massimo sul risultato operativo del 2025-2026 potrebbe arrivare a 100 milioni di euro. L’azienda ritiene però di poter compensare fino al 35% di questo effetto negativo, contenendo così l’impatto netto a circa 65 milioni.

Obiettivi 2029-2030 accantonati, serve una nuova strategia

I vertici di Rémy Cointreau hanno annunciato ufficialmente il ritiro dei target fissati nel giugno 2020 per il 2029-30, che prevedevano tra le altre cose un margine operativo del 33%. Al termine dell’esercizio 2024-2025, il margine operativo è fermo al 22%, ben lontano dagli obiettivi. La scelta di abbandonare il piano strategico a lungo termine coincide con l’arrivo del nuovo amministratore delegato, Franck Marilly, che avrà ora il compito di definire una nuova road map. La decisione viene letta come la presa d’atto di una realtà geopolitica ed economica profondamente mutata, in cui strategie definite prima della pandemia e dei conflitti commerciali globali risultano ormai superate.

Spiragli di ripresa dagli Stati Uniti

Nonostante le difficoltà, il gruppo non rinuncia alla speranza di un rimbalzo. Per l’esercizio 2025-2026, Rémy Cointreau prevede una ripresa organica del fatturato, trainata soprattutto da un “forte rimbalzo tecnico” delle vendite negli Stati Uniti già a partire dal primo trimestre. Si tratterebbe di un’inversione di tendenza significativa rispetto all’ultimo anno, segnato anche da una forte contrazione sul mercato americano. Se confermata, questa ripresa potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per un gruppo sotto pressione, ma anche il segnale che alcuni mercati, a fronte di una domanda compressa artificialmente, sono pronti a ripartire non appena vengono rimosse le incertezze regolatorie.

Una crisi che tocca l’intero settore del lusso francese

Il crollo di Rémy Cointreau è anche un sintomo di una vulnerabilità più ampia che colpisce il comparto del lusso francese, esposto in modo significativo sia alla domanda cinese che a quella americana. Dopo anni di crescita costante, l’intero settore si confronta oggi con una nuova fase di volatilità. A determinare il successo o il fallimento non sono più solo i gusti dei consumatori o la qualità dei prodotti, ma decisioni politiche, guerre commerciali, e ridefinizioni geopolitiche. In questo contesto, le aziende più resilienti saranno quelle capaci di adattarsi rapidamente, diversificare i mercati e costruire strategie flessibili. Franck Marilly avrà il compito di guidare Rémy Cointreau lungo questa transizione complessa, tra incertezze doganali e una nuova mappa del commercio globale.

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