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Commercio, Codacons lancia l’allarme: “Autunno a rischio per i consumi”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Commercio, Codacons lancia l’allarme: “Autunno a rischio per i consumi”

Il segnale arriva netto dai dati Istat e trova eco immediata nell’analisi del Codacons: i consumi delle famiglie italiane restano sotto pressione e l’autunno rischia di segnare un’ulteriore contrazione.

Commercio, Codacons lancia l’allarme: “Autunno a rischio per i consumi”

Ad agosto le vendite al dettaglio in volume sono diminuite dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,3% su base annua, confermando un trend negativo che si trascina da mesi. Il dato, spiega l’associazione dei consumatori, mostra “in modo inequivocabile” l’effetto dei rincari su comparti chiave, dalle spese alimentari all’energia, che costringono le famiglie a tagliare le quantità acquistate pur spendendo di più.

Più spesa in valore, meno beni acquistati

Il Codacons evidenzia come nei primi otto mesi del 2025, a fronte di una crescita in valore dello 0,7%, il volume delle vendite sia sceso dello 0,9%. Un paradosso che riflette l’impatto dell’inflazione e del caro-energia: i consumatori spendono di più ma portano a casa meno prodotti.

“Questo scollamento – sottolinea l’associazione – fotografa il potere d’acquisto eroso: famiglie che mantengono o aumentano la spesa nominale solo per fronteggiare prezzi più elevati, rinunciando ad altri beni o servizi”.

Un autunno di rincari e spese obbligate

Secondo il Codacons, il “vero allarme” riguarda i mesi autunnali: alle spese stagionali per scuola e riscaldamento si sommano i previsti rialzi delle bollette energetiche. Il rischio è che le famiglie, già prudenti nei consumi discrezionali, riducano ulteriormente gli acquisti, con effetti depressivi sulla domanda interna.

“Se non ci saranno interventi mirati per contenere le tariffe e sostenere i redditi, il quarto trimestre potrebbe vedere una contrazione sensibile delle vendite, con ricadute dirette sul Pil”, avverte l’associazione.

La sfida per politica e imprese

Gli economisti sottolineano che la domanda delle famiglie resta il principale motore della crescita in un Paese dove i consumi valgono oltre il 60% del Pil. Un calo prolungato rischierebbe di frenare l’economia proprio mentre la manovra di bilancio 2025 punta a un fragile +0,5% di crescita.

Per la distribuzione commerciale, già provata da mesi di vendite deboli, la prospettiva di un autunno di spesa contratta alimenta timori di margini sotto pressione, in particolare per le piccole imprese.

Prezzi e inflazione sotto osservazione

Il rallentamento dell’inflazione, scesa al 2,1% a settembre dal 2,4% di agosto, non si traduce ancora in un sollievo per i portafogli. I rincari persistono in comparti come alimentari freschi, carburanti e utenze, e la stagione invernale porta con sé il nodo del gas.

La Banca d’Italia prevede che solo nel 2026 la dinamica dei prezzi tornerà stabilmente sotto il 2%, mentre per quest’anno il potere d’acquisto delle famiglie resterà compresso.

Un test per la tenuta sociale ed economica

La situazione delineata da Istat e Codacons sarà un banco di prova per le politiche pubbliche di sostegno al reddito e per le strategie commerciali delle imprese.

“Bisogna evitare che il caro-vita si traduca in una spirale di rinuncia ai consumi, perché avrebbe un effetto moltiplicatore negativo sulla crescita”, osservano gli analisti di Nomisma.

Il governo, che nella manovra ha confermato il taglio dell’Irpef per il ceto medio, è chiamato a monitorare l’evoluzione dei prezzi dell’energia e a valutare eventuali misure anti-rincari, per non vanificare il beneficio fiscale.

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