La mossa sul lavoro che spinge i giovani verso il contratto stabile

- di: Cristina Volpe Rinonapoli

15/05/2025

La legge di Bilancio 2025 ha fatto scattare il semaforo verde su una delle misure simboliche per l’esecutivo Meloni: l’incentivo all’assunzione degli under 35. Non si tratta soltanto di un’operazione tecnica di riduzione del cuneo contributivo, ma di un segnale politico preciso: stimolare il lavoro stabile e provare a invertire la rotta su uno dei dati più critici del mercato italiano, quello dell’occupazione giovanile. Una leva fiscale, ma anche narrativa: l’idea che oggi, più che mai, per chi ha meno di 35 anni, convenga farsi assumere.

La mossa sul lavoro che spinge i giovani verso il contratto stabile

Il perimetro è definito: riguarda i giovani fino ai 34 anni e 364 giorni che non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato. È il criterio chiave per accedere all’incentivo pensato dal governo: due anni di sconto pieno sui contributi previdenziali per i datori di lavoro privati che decidano di assumere stabilmente. Tradotto in numeri, significa un’esenzione fino a 500 euro al mese per 24 mesi, con la possibilità per l’impresa di risparmiare fino a 12.000 euro sul costo del lavoro per ogni singola assunzione. Un incentivo che non riguarda apprendisti, lavoro domestico e lavoro intermittente. E che punta alla fascia che, più di tutte, ha pagato l’instabilità strutturale degli ultimi anni.

Il cronometro dell’opportunità: scadenza dicembre 2025

Il tempo non è infinito. Il bonus ha un orizzonte temporale definito: le assunzioni devono avvenire tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025. Due finestre che pesano anche nella narrazione della maggioranza: non solo si punta a stimolare l’occupazione giovanile, ma si cerca di accelerare il trend già emerso nei primi mesi del 2024, quando — secondo i dati INPS — le assunzioni stabili nella fascia 25-34 anni sono cresciute del 12%. La finestra si apre, ma chiuderà presto. Un invito, quasi un monito, alla rapidità.

I settori che trainano e la geografia dell’assunzione

Il termometro delle assunzioni lo segnalano i comparti a maggiore trazione: turismo, logistica, assistenza sociosanitaria e information technology. Zone in cui la domanda cresce e dove i datori di lavoro possono oggi accedere a un incentivo strutturato e semplice. Il Nord resta il motore del mercato del lavoro, ma anche in alcune aree del Mezzogiorno, spinte da programmi regionali complementari, si registra un certo dinamismo. Il bonus è cumulabile con altre agevolazioni, purché resti dentro i limiti imposti dal regime de minimis sugli aiuti di Stato.

La narrazione di Palazzo Chigi e l’obiettivo simbolico

Per la maggioranza, è anche una partita di comunicazione. Un segno concreto — direbbero da Fratelli d’Italia — di attenzione ai giovani e di volontà di modificare le storture del Jobs Act. Una risposta indiretta ai dati che raccontano di un’Italia con quasi il 24% di Neet tra i 20 e i 34 anni. E un tentativo, non solo fiscale, di dare dignità al lavoro. L’opposizione ha parlato di provvedimento utile ma troppo circoscritto, mentre il governo lo presenta come un primo passo di una riforma più ampia: nei prossimi mesi sono attese novità anche sul contratto di apprendistato e sulla flessibilità in entrata.

Un’idea di futuro che si misura nella concretezza

La partita ora si gioca sulla capacità delle imprese di cogliere l’occasione. Le istruzioni operative dell’INPS sono attese a breve, e già molti consulenti del lavoro stanno preparando i fascicoli per intercettare le assunzioni ammesse. Ma al di là della burocrazia, resta il punto politico: costruire una narrazione in cui l’assunzione di un giovane diventa un investimento e non un rischio. È qui che l’incentivo si trasforma in messaggio.

Tags: economia, lavoro, under 35